La malattia dell’islàm

Abdelwahab Meddeb - La malattia dell'IslamIl libretto di Abdelwahab Meddeb, scritto nel 2002 a seguito dello shock mondiale provocato dagli attentati dell’11 Settembre 2001, è costituito da 33 agili capitoletti di 3-4 pagine ciascuno, suddivisi in quattro sezioni:
1 Lo sconforto dell’islàm
2 Genealogia dell’integralismo
3 l’integralismo contro l’Occidente
4 L’occidente esclude l’islàm
Il volume si conclude con un’appendice dal sottotitolo: Che cosa ci si può attendere da una guerra? che presenta le considerazioni dell’autore a proposito della seconda guerra del Golfo.

Abdelwahab Meddeb è di origine tunisina, ma si è formato in Francia, dove ha studiato e dove risiede. E’ Professore di Letteratura Comparata all’Università di Parigi X, dirige la rivista “Dédale”, è poeta e romanziere, oltre ad occuparsi di trasmissioni televisive e radiofoniche sulla cultura islamica. La sua conoscenza dell’Arabo gli consente una padronanza dei classici islamici che manca alla maggior parte degli studiosi occidentali che devono limitarsi alle poche traduzioni disponibili o ai commenti di chi li ha potuti leggere in originale. Da ogni pagina del libro traspare il genuino raccapriccio per le efferate violenze compiute dai fondamentalisti e il disperato tentativo di trovare una soluzione per interrompere questo fiume di sangue che non riconosce come appartenente all’islàm, o almeno al suo islàm, a quello che ha respirato fin da bambino nella sua società natale. Leggi tutto “La malattia dell’islàm”

Cos’é il software libero

Dal punto di vista strettamente tecnico, la locuzione “software libero” (detto anche Open Source, o FLOSS), indica una categoria di applicativi informatici (software) che vengono rilasciati con una licenza d’uso (ovvero i termini e le condizioni sotto le quali l’utente è autorizzato ad utilizzare il software) che garantisca all’utente le cosiddette “quattro libertà fondamentali”:

1. Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo;
2. Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessità;
3. Libertà di ridistribuire copie del software;
4. Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti (e le versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio.

Un programma è software libero se l’utente gode di tutte queste libertà; l’accesso al codice sorgente del software (ovvero le istruzioni espresse in un linguaggio di programmazione che ne definiscono la funzionalità) ne è un prerequisito; per questo si parla spesso di software libero come “open source” (o “codice a sorgente aperto” in italiano). Leggi tutto “Cos’é il software libero”

La Diamantina

Acqua scura cómә l piómbә
sә prәpàra malasù da lóngh,
quànd’ancó machì a marina
la caldàccia tàja lә gàmbә
e l garbìŋ fiàra.

Ma la bùga prèst càrga
e prèst lìbbәra,
e dagià n tramóntә róšcә
ariscàlda st’aréna pәsànta
dòpә l tәmpuràlә.

Da chәla finèstra apèrta
tra l Fusàččә e Scapәzàŋ
véggh i culóri dәl tèmp.
Nun vòj capì pәrché:
mә cuntènth dә struligà.

La nostra promessa è restare qui

Ci congratuliamo per la vittoria di Maurizio Mangialardi, forse inaspettata con queste proporzioni, con la nostra promessa di restare qui, ad osservare, commentare e proporre, come sempre. Partendo, per esempio, dalla prima pagina del programma elettorale della coalizione vincente, in cui si parla di Anagrafe Pubblica degli Eletti e Nominati. Su questo argomento avevamo intervistato lo stesso Mangialardi durante le “tribune elettorali“.

Ha mancato una sola inaugurazione

Antica pozzanghera senigallieseCi sarà pure un’opera, un’opera soltanto che lui, l’assessore “bagion”, non è riuscito a completare in dieci anni.
Mi correggo: non “a completare”, ma nemmeno ad iniziare.

Ecco la foto della storica “pozzanghera Mangialardi”, che si trova da molti anni all’angolo delle vie Armellini e f.lli Bandiera, nel centro storico di Senigallia.
Eccola, sempre pronta a ricordarci, ogni volta che cadono due gocce di pioggia, che c’è lui, il nostro assessore, l’aspirante Sindaco.

Con una punta di malizia si potrebbe pensare che l’opera sia stata trascurata in quanto poi sarebbe stato problematico (per lui però non impossibile!) organizzare un’inaugurazione in piena regola. Una di quelle inaugurazioni con i fiocchi che sono state la sua specialità in questi anni.

Nella logica perversa che abbiamo già esposto su questo sito, almeno con tre post dal titolo: “Molte inaugurazioni, poche manutenzioni“.

Ecco quanto spendono i candidati a Sindaco

Molto diverse tra loro le spese elettorali dei candidati a Sindaco.
Nel corso delle tribune politiche organizzate da blogger senigalliesi, a tutti i candidati è stata rivolta la stessa domanda: quanto prevede di spendere per la campagna elettorale, sia come candidato, sia – nel complesso – per le liste che l’appoggiano?
Tutti hanno risposto, sebbene sommariamente. Proponiamo le loro video-risposte.

La campagna più costosa è quella di Maurizio Mangialardi, che ha stimato in circa 50mila euro la spese per lui e le sue liste. Il dato, sebbene approssimativo, risulta quattro volte superiore rispetto al secondo in classifica: il Coordinamento Civico con Fabrizio Marcantoni si attesta sui 12mila euro. A questi vanno però sommate le spese delle altre tre liste che sostengono Marcantoni, dato mancante.

Una cifra simile è quella dichiarata da Primo Gazzetti: 7 mila di tasca propria, altri 4 mila da parte delle due liste che lo sostengono.
Massimo Marcellini non ha fornito cifre, nemmeno approssimative, anche se ha fatto capire di stare attorno a poche migliaia di euro.
Il più moderato nelle spese è in assoluto Roberto Mancini con 1500 euro complessive.

Ecco i video (in ordine alfabetico per cognome del candidato) in cui i candidati parlano delle spese per la propria campagna elettorale. Leggi tutto “Ecco quanto spendono i candidati a Sindaco”

Su questo libro mai!

“Onorevole Di Pietro, per cortesia scriva qualcosa, una sua opinione su questo libro”
“No, su questo libro mai!”

Tutto questo il colloquio che ho tentato di imbastire, per avere due righe autografe, sul libro che avevo in mano. Con me c’era anche Anna Maria Bernardini, anche lei con la copia del libro, pronta a raccogliere un successivo e differente commento. Anche lei quindi è rimasta delusa; non penso certo per il contenuto letterario della nota, quanto per l’aspetto umano e politico. Leggi tutto “Su questo libro mai!”

Gente di merda

Almeno il Fascismo una sua “nobiltà” ideale ce l’aveva. Le folle oceaniche in Piazza Venezia erano parte di un grande ed entusiasmante “disegno” collettivo: trasformare l’Italia da marginale paese agricolo in potenza industriale, combattere la perfida Albione, spezzare le reni alla Grecia, esportare il made in Italy in Abissinia.

Ma siccome le tragedie nella storia si ripetono in forma di farsa, ai nostri tempi i “nobili” principi sono diffondere Amore e combattere Odio & Invidia. Oggi il programma politico verte sui sentimenti, domani magari entreranno in lista le virtù teologali e i sette peccati capitali. Come, del resto, da anni chiede Santa Romana Chiesa.

Li capisco.
Non possono dire di aver convocato 1 milione di persone in piazza per difendere i cazzi propri del Capo.
Non possono spiegare che quando parlano di attacco dei giudici alla politica, in realtà si riferiscono all’incompatibilità tra il codice penale e i reati del solito gruppo d’impuniti.
Non possono ammettere che le intercettazioni non sono un attentato alla privacy di tutti, ma solo un pericolo naturale per i crimini di pochi. Leggi tutto “Gente di merda”

Le tribune politiche sono online

E’ giunto al risultato finale il progetto di “tribuna politica” lanciato il mese scorso da un gruppo di blogger e cittadini politicamente indipendenti, che hanno intervistato i 5 candidati a Sindaco di Senigallia. Oggi le “tribune” sono pubblicate su internet in formato video su YouTube.com.

Le 131 domande (in media 26 a candidato, alcune personalizzate, altre uguali per tutti) hanno toccato i vari temi della campagna elettorale, e sono il frutto di un lavoro di approfondimento sui programmi e sulle dichiarazioni dei politici. Un lavoro corale, che ha visto coinvolte circa 20 persone nell’elaborazione dei temi e delle domande, e che ha sfruttato la rete come strumento di lavoro di gruppo.

Il prodotto finale sono oltre 10 ore di registrazione pubblicate interamente sul web, sul canale YouTube di Popinga, all’indirizzo:
http://www.youtube.com/user/PopingaIt

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