Radio Maria, i Testimoni di Geova e il teorema di Gödel

L’altro giorno, ascoltando la radio in macchina, mi sono imbattuto in Radio Maria. C’era una curiosa trasmissione sui testimoni di Geova. Poi ho saputo che la fanno ogni primo mercoledì del mese alle 6 del pomeriggio.
Ad un certo punto il conduttore, Mons. Lorenzo Minuti, ha lasciato la parola ad uno pseudo dibattito a più voci: da una parte c’era chi fingeva di sostenere la tesi “sbagliata” (quella dei testimoni di Geova), dall’altra c’erano i “giusti” (i cattolici). L’“eretico” esponeva le sue convinzioni teologiche (interpretazione delle Scritture, trinità, resurrezione, ecc.); gli altri subito ne smontavano le tesi usando quella che poteva sembrare una logica rigorosa e stringente. Leggi tutto “Radio Maria, i Testimoni di Geova e il teorema di Gödel”

La Pasionaria della tastiera

Chiariamolo subito: non conosco Smile, non so cosa faccia nella vita, né m’interessa saperlo. So solo che qualcuno con questo pseudonimo scrive sul quotidiano on-line Vivere Senigallia.
Anzi, lasciamo perdere Smile e parliamo di una generica Paperina. Lasciamo stare anche Vivere Senigallia, sennò Michele Pinto dice che ce l’ho con lui, e prendiamo un giornale di fantasia: Paperopoli Web. Così va meglio?

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Giù le mani da Moggi!

Non me la sento di condannare il tizio che, sul suo tavolinetto ripiegabile e magari con l’aiuto d’un paio di complici, spilla cento euro a qualche passante con il gioco delle tre carte: lui è un treccartaro, quegli altri sono dei babbei.
Per la stessa ragione, non me la sento di condannare Moggi per le conversazioni telefoniche con qualche arbitro.

Io non ce l’ho con Moggi. Ce l’ho con voi:

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Il mio Otto Per Mille

Quest’anno i quattro soldi del mio Otto Per Mille se l’è beccati l’Unione delle Comunità Ebraiche (UCEI).
Lorsignori non si preoccupino: tanto il 90% della torta dell’Otto Per Mille se lo mangeranno ugualmente. Stiano tranquilli, lorsignori, ché ormai non pagano più nemmeno l’ICI.
Ma almeno, la prossima volta che lorsignori useranno l’Otto Per Mille per mettere il naso nelle cabine elettorali dello Stato italiano, non lo faranno a nome mio.

L’opinionista

Oh, meno male… su Vivere Senigallia è tornato Melgaco: ne sentivo la mancanza. Era morto, ma siccome nell’aldilà già non ne potevano più, ce l’hanno rimandato indietro.
Come fai a non innamorarti di lui? Non delude mai: quando ti aspetti che dica una cazzata, puntualmente la dice.
Parafrasando Luttazzi, quando Melgaco apre bocca mi viene da chiedergli: “scusa, è una tua opinione o hai scoreggiato?”

Cari maledetti astensionisti

Credevo che in democrazia la politica, ossia la partecipazione dei cittadini alla vita della polis, si fondasse sulla scelta responsabile del voto.
Credevo che la Costituzione avesse consegnato agli italiani, oltre alle due schede per l’elezione di Camera e Senato, anche quella referendaria.
Credevo non esistessero, sul piano etico e giuridico – semmai solo su quello tecnico – differenze tra la scelta di partecipazione o astensione alle elezioni politiche e ai referendum. In altre parole, fatta salva la differenza tecnica dovuta al quorum, non capisco perché il comportamento partecipativo o astensionista alle elezioni e ai referendum debba avere una connotazione etica diversa: più o meno nobile, più o meno giustificabile, più o meno deprecabile.

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Più promesse per tutti

Con la stessa espressione avrebbe potuto dire “più gnocca per tutti” oppure “alzati e cammina”. Con la stessa faccia avrebbe potuto tirar fuori da sotto il tavolo un naso e una parrucca da clown. Invece se n’è uscito con “aboliremo l’ICI”.
Nel sentirlo, pare che il cardinal Ruini, uno che di ICI se ne intende, sia saltato sulla sedia, sbottando: “e questa che cacchio di novità è?!”.

La legalità ferita

M’è tornato tra le mani il testo di un intervento del professore e giurista Michele Ainis all’indomani dei referendum sulla fecondazione assistita, nel giugno scorso. È un’analisi “a caldo”, ma di grande lucidità.
Non fatevi spaventare dalla lunghezza del testo: buona lettura.

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Quando il giornalismo va a farsi benedire /3

Chissà a cosa si riferiva don Gesualdo Purziani quando, in occasione dell’incontro del Vescovo coi giornalisti per il loro patrono San Francesco di Sales, ha parlato di «impegno etico». Non è neppure chiaro cosa intendesse per «valori di riferimento» de La Voce Misena, settimanale di cui è direttore editoriale.
Spero che l’etica giornalistica e i valori di riferimento non siano quelli che il sottoscritto ha intravisto qualche mese fa: La Voce Misena ha pubblicato un corsivo, ha censurato la replica di un lettore (io) a quel corsivo e infine ha pubblicato la contro-replica del corsivista.
Per questo genere di “impegno etico”, in qualunque giornale, il giornalista e il direttore si vergognerebbero e chiederebbero scusa. Nei Paesi a cultura anglosassone, poi, questo “impegno etico” verrebbe premiato con una bella cacciata a pedate dalla redazione.
Dalle parti di Via Cavallotti, invece, fanno pure gli offesi…