Titanic /2

(segue…) La trilogia del Titanic si era già aperta, come dicevamo, con “L’abbigliamento di un fuochista” (riferimenti letterari ad “America” di Kafka, dove è proprio il fuochista il primo personaggio del Titanic che viene raccontato), un vero e proprio canto popolare nel quale De Gregori ha un controcanto d’eccezione: Giovanna Marini (che della musica popolare è maestra).

La trilogia si chiude invece (a parte la coda di “Tutti salvi” di tre anni dopo) con “I muscoli del Capitano“, canzone con evidenti riferimenti linguistici al futurismo ed ai suoi valori; in questa canzone, come scrive Giommaria Monti, l’allegoria della nave assume i contorni della grandezza linguistica che il futurismo è stato capace di dare alle tragedie della guerra:

La nave è fulmine, torpedine, miccia / scintillante bellezza, fosforo, fantasia / molecole d’acciaio, pistone, rabbia / guerra lampo e poesia

Leggi tutto “Titanic /2”

Titanic /1

(segue…) “Titanic” è, probabilmente insieme a “Rimmel“, uno dei migliori album di De Gregori; esce nel 1982 ed è il primo disco del cantautore romano nel nuovo decennio, decennio che, come scrive Giommaria Monti, De Gregori sembra prendere “contro mano”: i primi anni 80 sono infatti quelli dell’ottimismo, del protagonismo a tutti i costi, del rampantismo, della ricerca esasperata del successo…

E De Gregori cosa fa…? Leggi tutto “Titanic /1”

1979: Viva l’Italia

(segue…) Il 1979 è l’anno in cui, dopo la drammatica vicenda del Palalido nel 1976, De Gregori torna a cantare in pubblico, e lo fa facendo le cose in grande, con una tournée (“Banana Republic”), insieme a Lucio Dalla e ad un allora giovanissimo Rosalino Cellamare (Ron), che dimostra come sia ancora possibile anche per i cantanti italiani, e non solo per le grandi pop e rock star straniere, riempire gli stadi delle più grandi città italiane; questa tournée ha anche il merito di svelare il potenziale commerciale dei dischi “live – made in Italy”.

Ma il 1979 è anche l’anno in cui esce “Viva l’Italia”, un album che, a dispetto del titolo, è tutto incentrato sul viaggio (“Capo d’Africa”, “Buenos Aires”, “L’ultima nave”; “Stella stellina”, “Gesù Bambino”…), oltre che sulle sonorità d’oltreoceano e sull’attraversamento. Leggi tutto “1979: Viva l’Italia”

Trevor Pinnock e il suo clavicembalo a Senigallia

La prof.ssa Fraboni - i suoi allievi - Trevor Pinnock e il suo clavicembalo

Venerdì 4 aprile 2008, alla Rotonda a Mare di Senigallia, il Maestro Trevor Pinnock, pioniere della musica barocca eseguita su strumenti d’epoca e fondatore del famoso English Concert, è stato ospite della Stagione unica di prosa, danza e musica 2007-08 di Senigallia.

Ha eseguito musiche di Bach, Vivaldi, Scarlatti, Purcell, Blow, Froberger, un concerto per solo clavicembalo tra le trasparenze marine della Rotonda a Mare. Per la suggestiva scenografia e l’emozionante contesto, il concerto del virtuoso Trevor Pinnock era da considerarsi appuntamento imperdibile per appassionati, docenti e allievi. Leggi tutto “Trevor Pinnock e il suo clavicembalo a Senigallia”

1978, semplicemente “De Gregori”

(segue…) Dopo i primi, grandi successi e dopo il dramma sfiorato al Palalido, nel 1976, De Gregori torna, sul finire degli anni 80, con due album: “De Gregori”, del 1978, e “Viva l’Italia”, dell’anno successivo.
Soprattutto il primo è un album di grande importanza, nella produzione artistica del cantautore: si tratta di un disco che, pur rimescolando ancora una volta le carte fino a qui raccolte, continua ad attraversare i nodi chiave del modo di scrivere le canzoni che abbiamo sin qui rintracciato: “la storia”, in “Generale” ed in “Il ‘56”, “le storie” in “L’impiccato”, il mondo dell’infanzia in “Babbo in prigione”, i ritratti femminili in “Natale”, la forma racconto in “Renoir”; De Gregori inserisce nell’album del 1978 anche una canzone molto individuale e privata, “Raggio di sole”, legata all’imminente paternità (nasceranno Federico e Marco, gemelli). Leggi tutto “1978, semplicemente “De Gregori””

E tu da che parte stai?

(segue…) Dopo aver raccontato la drammatica vicenda del concerto del PalaLido, vorrei interrompere per un attimo la cronistoria degli aneddoti, delle curiosità e dei riferimenti legati agli album di De Gregori e dedicare un intervento ai temi ricorrenti nelle canzoni del “Principe”.

Ascoltando le canzoni di De Gregori non ci si può non meravigliare, infatti, della frequenza con cui compaiono parole come “stazione” e “treno” (un po’ meno frequenti “binari”, “ferrovia” e “vagone”): il tema del viaggio, reale o immaginario che sia, è sicuramente “il” tema ricorrente nelle canzoni del cantautore romano.

Altro tema fondamentale e ricorrente nelle canzoni di De Gregori è la “storia”, ma di questo ho già accennato in un precedente intervento (a chi volesse approfondire questo specifico tema ricorrente della “storia” nelle canzoni di De Gregori, consiglio il libro: “Francesco De Gregori – La Storia siamo noi” di Antonio Piccolo).

Il tema ricorrente nei testi delle canzoni di De Gregori che personalmente mi attira di più è però senz’altro quello della coerenza, lo “scegliere da che parte stare”, il sapersi schierare ed avere il coraggio di farlo, portando avanti le proprie idee.
Di questo vorrei provare a parlare in questo intervento. Leggi tutto “E tu da che parte stai?”

De Gregori: 1976, dramma al Palalido

(segue…)

De Gregori è infine riuscito a raggiungere il camerino. «Forse non canterò mai più» ha dichiarato“.

Così Mario Luzzatto Fegiz scrive sul Corriere della Sera del 3 aprile 1976, a proposito dei disordini e degli incidenti della sera prima, durante e dopo “lo spettacolo serale del cantautore Francesco De Gregori”, al Palalido di Milano.

Il fatto, gravissimo, segue una serie di concerti caratterizzati da episodi di violenza e di intimidazione, incidenti, lancio di oggetti sul palco e da un clima molto teso: siamo nei primi mesi del 1976 ed il bersaglio di questi gesti non è il solo Francesco De Gregori, ma una serie di cantanti e cantautori accusati da gruppi di estrema sinistra di percepire cachet troppo alti e di non destinarli alle lotte dei lavoratori. Leggi tutto “De Gregori: 1976, dramma al Palalido”

Bufalo Bill: potenza della voce

Francesco De Gregori - Bufalo Bill (copertina)(segue…) A solo un anno di distanza dal grande successo di “Rimmel”, nel 1976 Francesco De Gregori e la RCA presentano sul mercato il nuovo album, “Bufalo Bill”, dieci canzoni che hanno un suono diverso da quelle del precedente album, un modo nuovo di scrivere le canzoni, un modo nuovo di cantarle; De Gregori, insomma, cambia registro: come il suo maestro Dylan, quando sei certo di poterlo afferrare, di comprendere dove si colloca, ti sfugge e diventa imprevedibile.

Emblematico, in tal senso, l’inizio di “Bufalo Bill”, la canzone che dà il nome all’intero album: sin dalle prime note, la canzone si distacca infatti nettamente dall’orchestra di “Alice” e dal pianoforte e contrabbasso di “Rimmel”, partendo con la sola potenza della voce, che sovrasta le due note introduttive del piano.
Anche in tutto il resto del disco, De Gregori incoraggia la sua voce, le affida il racconto e la piega alla potenza espressiva, cantando su registri per lui inusuali. Leggi tutto “Bufalo Bill: potenza della voce”

Rimmel

Francesco De Gregori - Rimmel (copertina)Signore e signori, giù il cappello.

Rimmel” è, nel 1975, il secondo album più venduto in assoluto (preceduto solo dalla colonna sonora del film di Dario Argento “Profondo Rosso”) ma è soprattutto uno degli album più belli di De Gregori, così come l’omonima canzone (che apre l’album) è unanimemente riconosciuta come uno dei capolavori non solo del cantautore ma della musica italiana in generale.

Nella prefazione al libro di Giommaria MontiFrancesco De Gegori – 1972-2004 – Dell’amore e di altre canzoni“, Roberto Vecchioni analizza in maniera impeccabile il testo della canzone (si tratta di una dispensa per un corso dell’anno accademico 2002-2003 degli studenti del DAMS di Torino): consiglio vivamente a tutti di leggere il libro di Giommaria Monti (dal quale molti aneddoti sono tratti) ed in particolare la prefazione di Vecchioni su Rimmel; ritengo anche che sarebbe un’ottima idea far studiare il testo di questa canzone nelle scuole, inserendolo nei programmi scolastici tra i capolavori della letteratura italiana. Leggi tutto “Rimmel”

L’album della Pecora

Francesco De Gregori al Mamamia (Senigallia)(… segue) Il successo di “Alice” e dell’intero album “Alice non lo sa” è notevole, ma alcuni (soprattutto i critici) hanno un appunto da rivolgere a De Gregori: “Ok, le canzoni sono belle, ma… non si capisce cosa vuoi dire!”.Come risponde De Gregori a quest’accusa di “ermetismo”? Pubblicando, nel 1974, un nuovo album intitolato “Francesco De Gregori” (difficile non capire…!), la cui prima canzone si intitola… “Niente da capire”, in cui il cantautore ripete, nel ritornello, la frase “e non c’è niente da capire“.

Si tratta di un vero e proprio “manifesto”, di una canzone in cui De Gregori risponde a chi gli dice che non si capisce quello che scrive; ma risponde senza alcuna invettiva o senza alcuna orgogliosa rivendicazione di intenti, usando piuttosto solo l’arma dell’ironia, espressa nelle parole ma anche nella costruzione stessa del brano, che racconta diverse situazioni senza nessun legame tra loro. Ciò è chiaro già dal primo verso della canzone “Le stelle sono tante / milioni di milioni” che riprende in tutto e per tutto una pubblicità allora imperante, quella dei salumi Negroni; insomma, sia la canzone che l’album sono una specie di risposta ironica e divertita a tutti quelli che gli rendono conto di ogni verso scritto. Leggi tutto “L’album della Pecora”