(Articolo apparso sul primo numero del giornale free press La Città Futura)
Cosa vuol dire “Open Data”? Semplicemente che alcune tipologie di dati in possesso della Pubblica Amministrazione devono essere liberamente accessibili a tutti, attraverso Internet, senza restrizioni legali o di altra natura.
Questo renderebbe lo Stato, in tutte le sue diramazioni, molto più trasparente, permetterebbe a qualsiasi cittadino di conoscerne a fondo l’attività, e ad ogni elettore di monitorare meglio i propri governanti (citando Einaudi: “conoscere per deliberare”). Dunque gli Open Data farebbero bene alla politica.
Ma avrebbero un impatto positivo sulla cultura e persino sull’economia di una nazione, perché permetterebbero nuove ricerche e analisi, attraverso il confronto e l’elaborazione di dati provenienti anche da soggetti esterni alla Pubblica Amministrazione (si pensi ad esempio ai dati cartografici). Diverrebbero possibili nuovi servizi, e dunque nuove idee imprenditoriali, quindi nuova occupazione. Insomma, Open Data per la democrazia, per la conoscenza, per la qualità della vita.
Ma tutto ciò è sogno o realtà? Leggi tutto “Open Data: nessun diritto, nessun dovere”