L’incredibile storia della fertirrigazione nella valle del Misa

ovvero

come si possano gettare al vento molti milioni di euro
(senza che qualcuno ne paghi le conseguenze)

Fertirrigazione - una delle stazioni lungo la Strada CorinaldeseFertirrigazione - uno dei cartelli che indicano l’opera: le uniche parti ben conservate!Fertirrigazione - una stazione lungo la Strada Corinaldese

Debbo alla cortesia del consigliere comunale Gabriele Cameruccio, che qui ringrazio di nuovo, il testo ora pubblicato. Nello scorrerlo dapprima incontriamo la risposta formale all’interrogazione del Sindaco di Senigallia. Il consigliere chiedeva lumi su questo costosissimo impianto d’irrigazione costruito da oltre dieci anni e mai utilizzato.
Peggio ancora: oggi dichiarato “morto”!

Vorrei aggiungere qualche riga per sottolineare che non ha mai funzionato e che oggi la situazione generale è ancor peggio di come la si possa immaginare dopo tanta stasi. Infatti scopriamo che è «inaffidabile ed inefficiente».

Per togliersi ogni dubbio è illuminante la lettura della relazione sottoscritta da due ingegneri alle dipendenze dell’Azienda Multiservizi. Questa è la società che gestisce, da qualche anno, l’intero ciclo delle acque in molti comuni della Provincia di Ancona. La lettura del testo induce subito ad amare riflessioni. Va detto che per comprenderlo e per esprimere qualche valutazione non occorrono particolari cognizioni tecniche. Ricordiamo che i destinatari dei chiarimenti sono i nostri amministratori.

Perché mai un’opera alla quale la Regione Marche attribuiva «una particolare importanza considerandola come un’opera pilota…» è finita nel totale abbandono e nell’oblio del silenzio? Come mai proprio a Senigallia, città che si fregia della Bandiera Blu, vengono ignorate le possibilità offerte dall’impianto che «avrebbe ridotto il livello di eutrofizzazione del mare nella fascia costiera…»?

Come può essere sprecata una cifra così ingente senza che nessuno sembri portarne delle responsabilità? Per quali motivi, a quali condizioni, funzionari e liberi professionisti possono aver avallato operazioni alla fine risultate del tutto fasulle?

Senza pensare a quanto si andava orgogliosi all’epoca per il finanziamento ottenuto, come si legge in questo articolo del Corriere Adriatico, finanziamento per il quale si era attivato anche l’allora Ministro per l’Ambiente Giorgio Ruffolo, che non aveva fatto mancare una specifica lettera al suo compagno di partito, all’epoca Presidente della Regione Emidio Massi.

Ancora un interrogativo, l’ultimo chissà? Perché mai dopo tanti anni dalla costruzione dell’opera quando altri tecnici e differenti amministratori hanno preso atto del brutto pasticcio, tutto è stato confinato nell’ombra, scivolato nell’oblio, cancellato dalla memoria?
Ecco perché il 28 marzo scorso ho pubblicato questo post un po’ sibillino (di cui magari mi dovrei scusare!), ma che consideravo e tutt’ora considero l’unico modo per reagire al vuoto che si avverte attorno, quando si rischia di scoperchiare qualche pentola.

Resta questa considerazione finale: se quanto avvenuto per l’impianto di fertirrigazione a Senigallia non viene censurato, nella Pubblica Amministrazione presto diverrà inutile anche la più forte protesta. Oltre il consistente danno materiale non si rischia lo sfascio di quel residuo di credibilità che sempre e comunque, irrinunciabilmente, gli organi della pubblica amministrazione dovrebbero avere?

7 pensieri riguardo “L’incredibile storia della fertirrigazione nella valle del Misa”

  1. Ok Gianluigi, l’articolo è documentato ed esplosivo, non pensi sarebbe il caso di divulgarlo anche a mezzo stampa e magari di mandarlo a qualche trasmissione TV?
    Giusto per abbattere il muro di omertà che rende noi cittadini ignari di come viene sprecato il pubblico denaro.
    Io infatti non sapevo assolutamente nulla di questo impianto e non ho mai sentito denunce o letto articoli su questo tema.

  2. Proposta di Gaspa: vediamo cosa è meglio fare e ragioniamo.
    Prima considerazione: è vero che i tubi sono sotto terra, ma l’impianto è visibile a tutti da tanti, forse troppi anni. Per di più, da molti mesi c’è anche una interrogazione in Comune (e relativa risposta). Va detto che di fatto è stata ignorata da tutti. Temo anche dall’interrogante, comunque pavento anche da tutta l’opposizione.
    Seconda valutazione sulla notizia da dare alla stampa. Se almeno le testate locali non ci leggono…allora Popinga è un salotto esclusivo. Non lo credo, anzi talvolta sappiamo di essere visitati, e con attenzione. Resterebbe qualche rubrica televisiva e potrei farlo con facilità. Non è detto che sia io però in quanto ho un passato abbastanza segnato da iniziative politiche e civili. Magari lo fai tu o altri. Se del caso ti (vi) passo anche i recapiti diretti.
    Terza riflessione: non dispero che qualcuno si faccia vivo, smentisca, controbatta, magari aggiunga dell’altro meglio e più argutamente di me. Quindi è logico aspettare un paio di giorni. Se non altro perché il testo del precedente post (“Delusione”) l’ho stampato e, come promesso, consegnato a mano al dirigente dell’impresa di costruzioni.

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