Prèsidi con effetto di deterrenza

Non capisco l’utilità dei presìdi con effetto di deterrenza.
Vedo invece utilissimi i prèsidi con effetto di deterrenza.

Deterrenza contro il diplomato alla Scuola Radio Elettra che non si ricorda il titolo dell’ultimo libro letto. E in effetti son passati troppi anni da quando la madre gli leggeva Pinocchio per farlo addormentare.
Deterrenza contro i figli d’arte pagati a peso d’oro nei consigli regionali.
Deterrenza contro i patrioti che si puliscono il culo col tricolore.
Deterrenza contro chi gioca a fare il ministeriale distaccato a Monza, con le bollette pagate da Roma Ladrona.
Deterrenza contro gli “onesti” che appena avvicinatisi alla greppia diventarono tangentari.
Deterrenza contro gli intellettuali che fanno i tornei di rutti in Val Brembana.
Deterrenza contro chi versa nell’ampolla l’acqua del Po dopo essersi versato un fiasco di grappa.
Deterrenza contro chi crede nella Padania perché c’è il Grana Padano.

Quanti casi umani in meno, quante disgrazie evitate, quanti soldi risparmiati se solo qualche prèside li avesse bocciati in prima media?

Clandestino chi?

Nascosta tra le pieghe della cronaca estiva c’è una storia piccola, semplice, di quelle che solo Fabrizio De André avrebbe saputo mettere in versi.
La dedico a quelli de “l’Italia agli italiani”, a quelli del “calcio in culo agli immigrati”.
La dedico anche agli amanti del voto etnico, per cui gli emigrati all’estero devono votare per il governo dell’Italia anche se da cinquant’anni non ci mettono piede e non si sa neppure se sono vivi o morti.