Clandestino chi?

Nascosta tra le pieghe della cronaca estiva c’è una storia piccola, semplice, di quelle che solo Fabrizio De André avrebbe saputo mettere in versi.
La dedico a quelli de “l’Italia agli italiani”, a quelli del “calcio in culo agli immigrati”.
La dedico anche agli amanti del voto etnico, per cui gli emigrati all’estero devono votare per il governo dell’Italia anche se da cinquant’anni non ci mettono piede e non si sa neppure se sono vivi o morti.