Libertà & Futuro, aria nuova a Senigallia

Prime avvisaglie di campagna elettorale a Senigallia.
Noi di Popinga stiamo sondando il terreno e abbiamo contattato uno dei soggetti politici che scenderanno in campo per le amministrative: il neonato movimento senigalliese “Libertà & Futuro”, politicamente vicino al PdL.
Per saperne di più, abbiamo telefonato al call center.
Ecco cosa ci siamo detti.

Call Center: Benvenuti nel call center del movimento “Libertà & Futuro”!
Per ascoltare la voce dell’Unto del Signore, digitare 1;
per l’iscrizione al movimento, digitare 2;
per sapere in tempo reale se siete intercettati, digitare 3;
per aderire alla causa di beatificazione di Craxi, digitare 4;
per prenotare una cena con la Brambilla, digitare 5;
per presentare un disegno di legge ad personam, digitare 6.
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Costretto a non votare

Con la minaccia di una sanzione amministrativa da 103 a 1030 Euro sono uscito dal seggio n° 15 dove, di buon’ora, m’ero recato per adempiere al mio dovere d’elettore.

Preso atto di com’è conciata la nostra situazione politica, sempre convintissimo della bontà ed unicità del metodo democratico e quindi delle elezioni, m’ero presentato al seggio (come già anticipato ad alcuni amici) con l’intenzione di non ritirare le schede. Avrei chiesto al Presidente ed al Segretario di mettere a verbale questa succinta motivazione: Rifiuto la scheda per protesta.

Consegnata la mia carta d’identità prima di prendere in mano le schede, ho subito avvertito che non intendevo votare. Avrei voluto che fosse inserita a verbale una mia dichiarazione. Stop. Immediata ammonizione del Presidente: se avessi insistito per farlo sarei stato registrato e sarebbero scattate sanzioni a mio carico. Da 103 a 1030 Euro, caspita! Leggi tutto “Costretto a non votare”

Silvana Amati, sempre attenta ai costi

In vista delle elezioni, abbiamo chiesto alla senatrice Silvana Amati un’opinione sulle liste bloccate e sui candidati “paracadutati”. Per inciso, la Amati è già matematicamente rieletta, chiunque vinca il 13 aprile.
Ecco un passaggio del suo intervento, reggetevi forte.

«A quelli che, sventolando un po’ di antipolitica, vedono solo il male nelle liste bloccate, io farei un’altra domanda:
se i costi delle campagne elettorali con le preferenze sono da considerarsi eticamente buoni;
se una campagna elettorale che preveda la preferenza unica potrà garantire a tutti, anche a chi non ha redditi, di poter partecipare;
e come quest’altro punto del problema si dovrà risolvere: ci saranno le donne? Ci saranno le categorie meno forti? […]
Le liste bloccate sono un problema, ma non sono la panacea neanche le ricerche della preferenza unica»

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Elezioni: i primi risultati al Senato

Michele Pinto ci ha voluto mostrare cosa significa, in pratica, votare con le liste bloccate.

Legge elettorale alla mano, un occhio ai risultati delle ultime elezioni politiche e una molletta sul naso (immagino), Michele s’è preso la briga di calcolare chi sarà “eletto” il prossimo 13 aprile. Ha fatto i conti per il Senato, dove la cosa è più semplice essendoci un premio di maggioranza su base regionale.
Ne è venuto fuori questo: al 99%, cioè salvo improbabilissimi colpi di scena, già sappiamo chi siederà sui banchi del Senato per la regione Marche. Lo sappiamo ora, ad un mese dal voto.

Qualche domanda, come diceva quello, sorge spontanea.
Che senso ha, per questi signori nominati, fare la campagna elettorale? E soprattutto: quali impegni si sentiranno in dovere di prendere pubblicamente con gli elettori, visto che saranno eletti a prescindere dal gradimento degli elettori?
Eletti a prescindere, ma non a nome mio, ovviamente.

La scheda puzza? Non mollare!

Quando di fronte all’“alternativa” DC-PCI, Indro Montanelli suggeriva di votare turandosi il naso, forse nemmeno lui poteva immaginare a quale punto di sfascio saremmo arrivati in questi tempi che non a lui ma a noi tocca vivere.
Di democratico è rimasto solo il diritto di voto: il formale diritto di fare un segno su una scheda.
Tutto il resto è negato. Leggi tutto “La scheda puzza? Non mollare!”

Democrazia è partecipazione?

«Siete voi, sì, soltanto voi, i colpevoli, siete voi, sì, che ignominiosamente avete disertato dal concerto nazionale per seguire il cammino contorto della sovversione, della indisciplina, della più perversa e diabolica sfida al potere legittimo dello Stato di cui si abbia memoria in tutta la storia delle nazioni.»
(José Saramago, “Saggio sulla lucidità”, 2004)

In questo romanzo, Saramago immagina che alle elezioni di un paese democratico gli elettori votino in massa scheda bianca.
Un diluvio di schede bianche che spiazza il potere: prima lo stupore e lo scandalo, poi l’indignazione ed infine una reazione autoritaria, lo stato d’assedio e la repressione. Il governo non trova di meglio che accusare gli elettori di essere dei rivoluzionari anarcoidi.
La politica, sostenuta da una stampa servizievole quando non addirittura complice, non s’interroga su se stessa, non si fa domande sui motivi veri per cui la gente, votando scheda bianca, ha voluto comunicare la sfiducia verso qualsiasi schieramento politico: centro, destra o sinistra. Si autodifende con lucido cinismo, criminalizzando quello che in un regime democratico è un gesto legale: il voto libero e segreto. Leggi tutto “Democrazia è partecipazione?”

Le camere non sono dei congressi scientifici

Tempo di crisi di Governo, tempo di elezioni e dibattito sulle leggi elettorali. Nelle famiglie degli italiani i problemi sono altri, ma anche di leggi elettorali, al punto in cui siamo, è utile parlare.

Della legge vigente non mette conto di parlarne troppo perché se ne dovrebbe parlare solo male, per molti motivi ma principalmente perché è una legge truffaldina e antidemocratica. Truffaldina perché consente alla lista o al raggruppamento di liste più votata di avere la maggioranza di seggi anche se i voti avuti sono di molto al di sotto del 50% più 1. Inoltre, come è risaputo, non si possono esprimere preferenze perché le liste di candidati sono formate con nomi prescelti e graduatorie stabilite in base a clientelismi e fedeltà ai capi.
Gli autori di questa legge non meriterebbero il voto dei cittadini solo per il fatto di averla ideata progettata e approvata.

Allora come dovrebbe essere una legge elettorale, qual’è il miglior sistema, proporzionale o maggioritario? Con premio di maggioranza o con sbarramento? A un solo turno o a due turni, con o senza ballottaggio? Leggi tutto “Le camere non sono dei congressi scientifici”

La Provincia? Ente da eliminare

Fra non molto saremo di nuovo chiamati alle urne per le elezioni della Provincia di Ancona. Da più settimane, sulla stampa locale, si parla di chi sarà il prossimo Presidente. Per sceglierlo, c’è chi vuol fare le primarie di coalizione, chi invece solo degli iscritti ai partiti. Poi sappiamo benissimo che chi decide saranno le segreterie politiche: un presidente a me, un assessore a te, e tutto finisce lì.

Il popolo votante decide sempre meno: trova, già stampato sulla scheda, il nome del candidato che i partiti hanno scelto: o vota per quello o va in bianco. L’elettore, di fatto, non ha alcuna possibilità di scegliere la persona che lo possa rappresentare, visto che persino nelle primarie vengono presentati due candidati e non una lista, che invece offrirebbe una scelta ben più ampia. Ma fermiamoci qui. Oggi limitiamoci a parlare dell’Ente Provincia. Leggi tutto “La Provincia? Ente da eliminare”

Cari maledetti astensionisti

Credevo che in democrazia la politica, ossia la partecipazione dei cittadini alla vita della polis, si fondasse sulla scelta responsabile del voto.
Credevo che la Costituzione avesse consegnato agli italiani, oltre alle due schede per l’elezione di Camera e Senato, anche quella referendaria.
Credevo non esistessero, sul piano etico e giuridico – semmai solo su quello tecnico – differenze tra la scelta di partecipazione o astensione alle elezioni politiche e ai referendum. In altre parole, fatta salva la differenza tecnica dovuta al quorum, non capisco perché il comportamento partecipativo o astensionista alle elezioni e ai referendum debba avere una connotazione etica diversa: più o meno nobile, più o meno giustificabile, più o meno deprecabile.

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