Non occorre molta fantasia per ipotizzare che a breve, nei prossimi giorni, le polemiche mai sopite sull’evoluzione, sul darwinismo troveranno ancora una volta qualche motivo in più per riaccendersi.
Si approssima infatti il 150° anniversario della pubblicazione dell’Origine delle Specie, l’opera fondamentale del famoso naturalista inglese, Charles Darwin. Di lui quest’anno ricorre anche il 200° anniversario della nascita, avvenuta il 12 febbraio del 1809, a Shrewsbury in Inghilterra. Leggi tutto “A due secoli dalla nascita di Charles Darwin”
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2001: Odissea nello spazio
Più che una “Odissea nello Spazio”, il libro di Clarke, servito come sceneggiatura per il bellissimo film di Stanley Kubrick, è la vera e propria Odissea del genere umano dalla sua nascita alla sua meta finale.
Clarke ci descrive l’uomo dall’assolutamente materiale all’assolutamente spirituale, attraverso una evoluzione secondo lui indotta da fattori esogeni (i monoliti), che non rappresentano altro se non la scintilla che ha innescato la più potente delle nostre risorse evolutive: l’intelligenza.
In effetti il passo che porta Guarda-la-luna a comprendere l’efficacia degli utensili per sconfiggere i propri nemici e per procacciarsi il cibo, è senza dubbio il più importante della storia umana.
E’ questo il momento che Jared Diamond definisce “Great Leap Forward” in cui l’uomo sapiens si distingue da tutti gli altri animali, anche da quelli che differiscono molto poco da noi dal punto di vista genetico.
Dopo questo passo, l’evoluzione inizia a progredire a tassi vertiginosi e l’uomo passa a grandi balzi dall’età della pietra, al raggiungimento della luna, al viaggio fino a Giapeto, il satellite di Saturno che viene descritto come la “Porta delle Stelle”.
Durante questo viaggio l’uomo deve affrontare diversi pericoli, tra cui la lotta contro l’intelligenza (o stupidità) artificiale di HAL 9000, che viene vinta dimostrando la superiorità dell’uomo sulla macchina.
Il finale è certamente visionario, ma anche affascinante. L’uomo arriva infatti all’assolutamente spirituale (la sua meta finale) per vincere tutte le leggi della fisica e, abbandonando il suo fardello corporeo, giungere all’immortalità e all’onnipotenza.
Un libro più filosofico che fantascientifico.
Il cognome di Eva
Secondo le leggi di Volterra, se due o più popolazioni sono in concorrenza tra loro, inevitabilmente soltanto una di esse finirà per sopravvivere.
Facciamo un esperimento: prendiamo tutti gli abitanti di una città e raggruppiamoli per cognome, immaginando che ogni cognome contraddistingua una diversa "popolazione"; la città risulterà così divisa in tanti gruppi quanti sono i cognomi presenti.
Ciascuna di queste "popolazioni" si trova a competere con tutte le altre per la sopravvivenza. Non sappiamo chi vincerà ma la matematica di Volterra prevede che, in assenza di immigrazione, prima o poi tutti gli abitanti della città finiranno per avere lo stesso cognome.
Questo fenomeno accade realmente: in Occidente è poco visibile, visto che i cognomi hanno pochi secoli di vita, ma in Cina, dove alcuni di essi esistono da più di 4000 anni, ci sono interi paesi dove tutti hanno lo stesso cognome.
Lo stesso effetto, in generale noto ai biologi come "deriva genetica", può essere osservato guardando il passato e utilizzando caratteristiche ben piu’ antiche dei cognomi. A tal proposito ci chiediamo: puo’ l’intera popolazione mondiale di oggi essere la sola sopravvissuta alla competizione con diverse altre popolazioni in una lotta durata migliaia di anni di storia evolutiva umana? Se si, cosa contraddistingue questa popolazione vincente dalle altre ormai scomparse?
La maggior parte dei paleoantropologi sostiene che l’uomo moderno (homo sapiens sapiens) abbia avuto origine in Africa, e da li’ sia uscito circa 100 mila anni fa per colonizzare il resto del Mondo. E’ dunque corretto supporre che tutti noi discendiamo da un gruppo di progenitori vissuti in Africa in un istante qualsiasi della nostra storia anteriore a 100 mila anni fa.
Ogni donna di questo gruppo diede origine ad una propria distinta discendenza; possiamo dunque pensare che ciascuno di noi, oggi, appartenga ad una di queste progenie, insieme a quanti condividono con lui la stessa antica progenitrice.
E se andassimo indietro oltre i 100 mila anni, troveremmo la progenitrice comune a tutti gli attuali abitanti della Terra? In altre parole, noi tutti discendiamo da una sola donna?
L’esistenza di questa "Eva" primordiale, storica e non biblica, e’ verosimile e giustificata dalla logica e dalla matematica. Ma e’ la genetica a darci il sostegno definitivo.
I mitocondri sono piccoli organi interni alle nostre cellule; un tempo erano batteri liberi, e per questo conservano un proprio filamento di DNA. Il DNA mitocondriale (mtDNA) si eredita solamente dalla propria madre, per cui le persone imparentate per via materna hanno lo stesso mtDNA. Naturalmente due persone prese a caso hanno due mtDNA diversi, questo perche’ il mitocondrio e’ soggetto a mutazioni genetiche: ogni tanto una bambina presenta mitocondri leggermente diversi da quello della propria madre. E’ corretto ritenere che piu’ simili saranno gli mtDNA di due individui, piu’ recentemente sara’ vissuta l’ultima progenitrice comune ad entrambi. Dunque l’mtDNA è un orologio biologico e indica il grado di diversità dei nostri alberi genealogici.
Veniamo all’ipotesi su Eva: in effetti e’ corretto pensare ad una progenitrice comune in quanto, proprio grazie alle leggi di Volterra, possiamo ritenere che sia sopravvissuto solamente il DNA mitocondriale di una delle tante progenitrici esistite; questo mtDNA, sottoposto nel tempo a continue mutazioni genetiche, ha prodotto la diversita’ di mtDNA che vediamo oggi.
Come i cognomi, il DNA dei mitocondri si eredita da un genitore soltanto; e proprio come i cognomi cinesi, dopo millenni di lotta e competizione solamente un mtDNA e’ sopravvissuto, sebbene minato dalle inevitabili mutazioni genetiche.
Ammesso che questa "Eva" sia esistita, quando sarebbe vissuta? I calcoli sono sempre basati sull’mtDNA, che appunto funziona da orologio dell’evoluzione, e ci portano a circa 190 mila anni fa. Un dato che collima abbastanza fedelmente con le prove paleontologiche gia’ citate.
Per approfondire:
Chi siamo. La storia della diversità umana
di Luigi e Francesco Cavalli-Sforza
Mondadori (1993)