Lo smemorato

Mettiamo che un giornalista si alzi una mattina e dica che, quel giorno a Dallas, non fu Oswald a sparare a Kennedy, ma Kennedy sparò a Oswald e per uno scherzo del destino il proiettile rimbalzò e tornò indietro. Una chiave di lettura originale.
Cosa pensereste di chi sostiene una cosa del genere? Perdereste tempo a rispondere oppure chiamereste subito l’ambulanza?
Ecco: guardatevi questo e poi ditemi che fareste con Renato Farina.

30 pensieri riguardo “Lo smemorato”

  1. Tralascio di spararare sul buon Farina che in questo caso (non ne ho seguiti molti altri che lo hanno riguardato) è un pò sparare sulla Croce Rossa, ma confortato dalla visione del Travaglio, crociato delle brigate di “Annozero”, mi viene da fare la seguente riflessione. Il Travaglio, che dell’epurazione di Biagi ha fatto il suo cavallo di battaglia e pare, a sentirlo, la sua ragion d’essere, ha mai preso penna carta e calamaio per denunciare il fatto che in Rai, se non hai la tessera giusta, non lavori? Con la sola eccezione di Mauro Mazza, da quando l’EIAR divenne Rai, non un solo uomo che la pensava diversamente dai padroni del bravissimo Marco Travaglio ha avuto la conduzione d’un carosello, in quella culla di democrazia chiamata TV di Stato. Forse a molti sarà sfuggito ma quel Mazza al quale mi riferivo proviene dalla redazione del Secolo d’Italia e ora, senza mai aver rinnegato le sue idee nè tantomeno comprato tessere di chissà quale colore, si trova ad essere direttore del Tg2. Ai suoi tempi il Secolo d’Italia viveva quasi in clandestinità (un pò come oggi a Senigallia: mica lo trovi in tutte le edicole). Questo per dire al buon Marco che qualche italiano (poco più della metà) non è felice di pagare il canone per sentirlo fare l’opinionista. Che si inviti, ogni tanto, a blaterare il Farina della situazione ok, ma che si dia spazio, in pianta e paga stabile, a gente come Travaglio dà in effetti un pò fastidio. Ma se la TV di Stato, in fondo, spende i miei 100 euri di canone anche per fare trasmissioni come “Affari tuoi” è facile pensare come si trovi facilmente posto per Travaglio & C.
    Penso sia normale non trovarci nulla di strano, in questo, per chi guarda la tv da “vincitore”, ma credetemi, non per tutti è così. Almeno rimettessero nel cast Rula Jebreal! O le sue interviste non erano gradite a Michele?
    Forse sono andato “un pò” fuori tema, e me ne scuso, ma quel Travaglio lì…

    Cordialità travagliate

  2. Caro Paolo, in questo momento storico uno spettacolare (di spettacolo) come Travaglio è utile: sento parlare di politica e società gente che parlava solo di calcio e di televisione…
    Io non lo seguo, lo detesto a pelle, ma lo ritengo utile.

  3. Di gente spettacolare, eppure, è pieno il mondo: pensa a quello che hanno fatto a Facci, editorialista de Il Giornale. Michele Santoro lo aveva invitato alla puntata di “AnnoZero” dedicata a Enzo Biagi. E ha insistito per averlo. Ma dal direttore generale della Rai è arrivato un secco no. Censure, stavolta a parti invertite, con la CdL ad accusare. L’imputazione: Facci ha un contenzioso con l’azienda scaturita da un’articolo suo dal titolo “Un’idea: chiudere la Rai”. Evidentemente ci sono cose che si DEVONO dire e cose che NON SI POSSONO pensare. Cose da dire la gente ne ha, non ci sono solo quelli che parlano di calcio e televisione, solo…basta non lottizzare tutto lo spazio disponibile, anche in nome di quella libertà di espressione e pensiero che i lottizzatori di sempre dicono di voler perseguire e a cui la metà degli italiani sembra credere.

    Il nostro Travaglio, probabilmente, se non lo avesse invitato Luttazzi sarebbe finito sul trono della De Filippi ma avrebbe avuto modo di poter dire la sua, o meglio..sarebbe stato obbligato a dire la sua visto che i tempi del suo esordio non erano certi su chi sarebbe stato a vincere le elezioni.

    Rinnovate scuse al buon Farina che da copertina dell’articolo è stato, per pietà umana, retrocesso in seconda pagina.

    Cordialità a Rula (epurata di Santoro e pure gnocca)

  4. Paolo, tu la butti sempre sulla faziosità, e questo non l’accetto.
    La questione non è se Travaglio sia di destra o di sinistra (tra l’altro è di destra), se sia pro o contro Berlusconi. La questione è: quel che dice Travaglio è vero o no?
    Delle due l’una: se è vero, allora gli si dà ragione senza tirare in ballo Rula Jebreal o Mauro Mazza (che, appunto, non c’entra una mazza). Se è falso, si dimostra dove sta la bufala.
    In questo caso ti chiedo: Enzo Biagi è stato cacciato a calci in culo per ordine di Berlusconi, oppure ha lasciato la RAI di sua sponte? Io dico che è vera la prima, e tu?
    Quanto al fatto che Travaglio, secondo te, non «ha mai preso penna carta e calamaio per denunciare il fatto che in Rai, se non hai la tessera giusta non lavori», ti faccio notare che Travaglio è tra i firmatari di una proposta di legge di iniziativa popolare di riforma del sistema radiotelevisivo per togliere la RAI dalle grinfie dei partiti, di qualunque colore. Oltre a questo, ti invito a leggere il suo ultimo libro dove scrive del centro-sinistra e dell’attuale gestione RAI cose non meno pesanti di quelle che scrisse quando al governo c’era Berlusconi.
    Sulle tue scuse al “buon” Farina stendiamo un velo pietoso. Dovrebbe essere lui a scusarsi con i suoi lettori, che ha preso per il culo per anni. Con quel che ha combinato, in un Paese normale Farina sarebbe da tempo a coltivare margherite in giardino.

  5. Quello che ha fatto Berlusconi con Biagi, Santoro e compagnia bella è vergognoso per una democrazia moderna.
    Il problema della RAI è che l’azienda è di proprietà del tesoro e quindi risponde direttamente al governo, sia questo di destra o di sinistra e ciò è un palese invito all’occupazione delle poltrone.
    La destra e la sinistra si stanno comportando nel medesimo modo nella gestione della TV pubblica, nonostante che tutti dichiarino di non volersi intromettere.
    Fino a quando la RAI sarà di fatto proprietà del governo non potremo lamentarci se la TV pubblica sarà filo-governativa!
    E poi non nascondiamoci dietro ad un dito: quando al governo c’è Berlusconi, il presidente del consiglio ha il diretto controllo sul 95% delle emissioni televisive e questo fa un certo effetto, almeno all’estero.
    In Italia, il conflitto di interessi sembra non interessare nessuno, ma chi legge un po’ di stampa internazionale sa quali sono i giudizi sulla qualità democratica italiana.
    Io personalmente ne ho letti di poco lusinghieri su giornali come Newsweek, New York Times, The Economist, che non sono certo covi di comunisti militanti.
    Purtroppo il problema in Italia non è avvertito forse proprio perché l’informazione è talmente edulcorata ed indirizzata che è difficile percepire la gravità della situazione.
    Inoltre c’é una sentenza della corte costituzionale che da anni viene ignorata (quella secondo cui rai3 e rete4 dovrebbero trasmettere da satellite per liberare due frequenze a beneficio della concorrenza) sia dai governi di destra (per ovvi motivi), sia da quelli di sinistra, che prima delle elezioni fanno altisonanti proclami, salvo poi non fare assolutamente nulla dopo essere stati eletti (forse perché il sistema fa comodo anche a loro in fin dei conti).
    Che poi uno come Travaglio venga accusato di faziosità mi sembra veramente troppo. Travaglio è uno che dice la verità e quindi risulta scomodo sia per la destra che per la sinistra e chi ha letto qualcuno dei suoi libri sa certamente che le critiche alla sinistra non sono meno dure.
    Il problema, come sempre, è che non si vogliono risolvere le cose che non vanno, ma si cerca di alzare un polverone che offuschi tutto magari attaccando quelli come Travaglio che dicono la verità senza dover leccare il sedere ai potenti.

  6. Il Biagi conduceva una trasmissione nel 2001 “Il Fatto”. Pur con un suo degnissimo ascolto, raro per un programma di approfondimento collocato in quella fascia (6milioni di telespettatori a puntata mi pare), Mamma Rai perdeva nei confronti della banda di Ricci e questo mal si adattava all’esigenza di fare cassa con la pubblicità. Dunque andava ricollocato per proporre qualcos’altro al suo posto. Spostare un signore in azienda però da 41 anni, con due miliardi di contratto, non era proprio come un battito di ciglia. L’accordo lo si raggiunse (insieme all’epurato, presumo) con un programma biennale di dieci speciali in prima serata e altre venti puntate storiche in seconda serata; il tutto con l’aggiunta di un altro miliardo ai due che Biagi già percepiva annualmente. All’accordo seguì una conferenza stampa e Biagi lo annunciò condendolo anche con note di ironia. E la conferenza stampa, col Biagi con contratto più pesante, anticipava tutti gli editti bulgari. E già da quella conferenza stampa tutti sapevano che con “Il Fatto” non si sarebbe andati oltre alla scadenza contrattuale.
    Qualche tempo dopo Santoro fece altro uso personale di “etere pubblico” per delle sue personalissime esternazioni ma non sto qui a parlarne sennò rischio di essere fazioso. Il Travaglio che mi presentate, le sue proposte pare sappia amplificarle solo nei tempi e nei modi convenuti. Ammetto di non seguirlo per niente e, poichè sono fazioso, non acquisterò mai un suo libro, nè lo leggerei (proprio non riesce ad interessarmi) ma non mi sembra stia scalciando molto con la sua proposta in tempi in cui la Rai è saldamente in mano ai suoi amici. Ovvio, fra qualche mese sarà costretto a rispolverarla ma spero di no: spero si dia un seguito alle sue proposte a prescindere da lui.

    Sempre cordiale verso Rula

  7. Ma daiiiiii!
    Negare l’evidenza è uno dei metodi di propaganda goebbelsiani, insieme alla diffamazione degli avversari, e sembra che in Italia questi metodi stiano facendo effetto.
    Berlusconi, nel noto discorso bulgaro, ha fatto esplicitamente i nomi dei giornalisti e dei comici che non gli andavano a genio e, dopo qualche settimana, come per incanto, tutte quelle persone sono state epurate e non hanno lavorato più in RAI.
    Questi sono i fatti, ma se vuoi sostenere che Biagi se ne è andato per sua volontà, come cerca di sostenere il minculpop berlusconiano, sei libero di farlo ma poco credibile.
    Santoro sarà anche fazioso, ma Bruno Vespa, con le sue scrivanie per firmare il contratto con gli italiani, non è certo da meno.
    Non per questo è da epurare.
    Socci era strafazioso, ma oltre a questo non riusciva neanche a fare degli ascolti decenti e per questo è stato accantonato già durante il governo Berlusconi.
    Se per voi di destra non esiste nessun problema democratico, in un paese in cui gran parte dell’informazione è nelle mani di una persona che è stata capo del governo ed ora è capo dell’opposizione, siete quantomeno un po’ miopi.
    Su Travaglio: se leggessi qualche suo libro capiresti che spara tanto a destra quanto a sinistra, ma siccome non lo farai, rimarrai sempre col pregiudizio che Travaglio è solo un fazioso comunista.
    Sulla Rula ti do ragione: è una gran gnocca e mi piaceva il suo stile incalzante, anche se a volte sembrava parecchio ingenua. L’avrei confermata, magari al posto di quella bionda spilungona che è moscia come una “busbana” (Trisopterus minutus capelanus) lessa.
    Ricambio la cordialità verso l'”epurata” Rula.

  8. 11 aprile 2002 – Biagi aveva già deciso di chiudere con l’esperienza “Il Fatto”;
    18 abrile 2002 – “Editto Bulgaro”
    3 gennaio 2003 – Biagi dichiara: “Non sono stato buttato fuori, al contrario ho raggiunto di mia iniziativa un accordo pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali, i miei 41 anni dedicati alla Rai” (fonte ANSA).
    Per il giornalista, divenuto ormai ‘santino da parabrezza’ per tutta la sinistra, l’Unità scrive: “Gli attacchi al lavoro di Biagi hanno coinciso con la morte della moglie e della figlia. Togliendogli il lavoro hanno infierito sul suo dolore e alla fine lo hanno stroncato”; lode all’equilibrio dei giornalisti!
    La cronologia è più o meno questa, resta da vedere se ad infarcirla di cazzate siano stati più bravi i politici, i comici, o i politici-comici.
    Il Socci strafazioso, accantonato già dal governo Berlusconi, è una prova a mio favore?
    Di Travaglio lasciami la libertà di non pensare molto. Faticherei a leggerlo perchè proprio non mi piace l’insieme racchiuso in una sola persona. Un pò come non mangerei mai un gelato al gusto puffo.

    W Rula da Haifa

  9. Travaglio tra le sue tante sparate e nella sua onniscenza spara un sacco di cazzate; tempo fa ne ho sentita sparare una sul lavoro dei p.m. e l’esercizio dell’azione penale, ma lui sa tutto e non posso contestarlo.
    Tra l’altro sparare a zero su tutto (sarà ispirato da ciò il nome della trasmissione!) mi sembra troppo facile, un po’ come fa Grillo; ma in questo Travaglio riesce benissimo.
    Travaglio a parte, sulle esclusioni qualcosa ci sarebbe da dire.
    Non appena si esclude qualcuno che forse per stare in una televisione pubblica è troppo schierato, da parte del centro destra si grida all’attentato alla democrazia.
    Mentre del fatto che il tg3 è governato dalla sinistra e tutti i suoi giornalisti sono schifosamente schierati a sinistra non si dice nulla.
    Alla faccia della democrazia e della libertà di informazione del servizio pubblico!
    Ma il signor Santoro non era stato candidato con l’Ulivo qualche tempo fa?
    Ma il signor Marrazzo, attuale governatore del Lazio, non conduceva la trasmissione “Mi manda raitre” (titolo emblematico del resto) qualche tempo fa?
    Ma la signora Bianca Berlinguer, conduttrice di primo piano e del tg3, non stava alla festa dell’unità di Roma qualche tempo fa a condurre il teatrino?
    Lascio stare Ballarò perchè è come sparare sulla croce rossa.
    E adesso provate a dirmi che l’informazione televisiva è tutta in mano a Berlusconi!
    Quando in mediaset i signori Mentana, Costanzo e altri sono di centro sinistra.

  10. Più che alle parole di Travaglio, e senza fare propaganda goebbelsiana (non vorrei nemmeno quella stalinista però), io presterei attenzione a quanto scritto da Biagi in qualche riga de ‘Quello che non si doveva dire’ di Enzo Biagi, Rizzoli, ottobre 2006.

    “Molti mesi sono passati da quando Loris e io (è Biagi a parlare)abbiamo cominciato a scrivere questo libro e molti fatti sono successi. Il più importante, non per me ma per il Paese, è stato lo sfratto, con il voto popolare, di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi.
    Nella mia grande presunzione ho pensato che qualcosa sarebbe cambiato anche nella mia vita e, sono sincero, mi aspettavo una telefonata da viale Mazzini, se non altro come segnale di ritrovata indipendenza dal Cavaliere. Nel frattempo è tornato al vertice dell’azienda Claudio Cappon, di cui conservo un buon ricordo”.

    Ma Cappon evidentemente non si fa vivo, visto che Biagi scrive:

    “Sicuramente, il nuovo direttore generale, ha altri problemi, ben più complicati del mio, da risolvere”.
    “..Sin dall’inizio ho avuto la consapevolezza che, anche con il centrosinistra al governo, io rimango fuori dai giochi. In poche parole, sono convinto che nessuno mi farà più fare Il Fatto. C’è un grande alibi, la mia età, ma non né che ottantasei anni vogliano dire per forza che uno è rincoglionito. E poi, se il mio nome, la mia faccia e i miei appelli funzionano per le campagne elettorali, non capisco come mai non vadano bene per un programma televisivo..”.

    ..e per la precisione:
    il libro è dell’ottobre 2006, nella primavera 2007 Biagi in Rai c’è poi tornato, ma è tornato su Raitre in tarda serata, ossia alla stesse condizioni che gli erano state offerte dal centrodestra nel 2002 e che lui non aveva accettato.

    Biagi dice chiaramente che voleva il ritorno de ‘Il Fatto’ su Raiuno in prima serata. Il Fatto non è tornato e lui in compenso è stato usato per una campagna elettorale dalla sinistra, scrive. La stessa che ora colpevolizza altri per la sua morte, anche con le righe de l’Unità che riportavo nel mio precedente commento.

    Un virgolettato di Biagi riporta questo (postumo il rientro in Rai): “Ringrazio tutti quelli che hanno pubblicamente e privatamente apprezzato il nostro lavoro, e in particolare Silvio Berlusconi per il giudizio lusinghiero espresso”.

    Concludo e prometto a tutti di non tornare più sugli ‘editti bulgari’: non voglio accusare nessuno di Annozero di faziosità ma sono mancate (anche altrove) ricostruzioni della vicenda, a mio fazioso avviso, più rilassate.

    ps Vojo Rula al posto di Michele!

  11. ROTFL, scusa Gabriele ma siccome ti stimo per ciò che hai sempre scritto qua su Popinga, non riesco a credere che tu stia realmente pensando a quello che hai scritto.

    Primo: la RAI è e sarà sempre FILO-GOVERNATIVA fino a quando sarà di proprietà del TESORO e quindi del GOVERNO.
    Questo vale sia che al governo ci sia la destra, sia che ci sia la sinistra.
    La pratica delle 2 reti alla maggioranza e di una all’opposizione e stata in vigore sino dalla nascita di RAI 3.
    Quindi scoprire che RAI 3 è di sinistra e RAI 2 di destra è come scoprire l’acqua calda.
    RAI 1 appartiene al governo del momento.
    Questa è la tragica situazione della TV pubblica italiana.

    Secondo: il problema è che in Italia c’è un certo signore che POSSIEDE la quasi TOTALITA’ della TV privata e parte della stampa (Panorama, Il Giornale) e che è capo dell’attuale opposizione e del passato governo.

    Se si sommano i due fatti si ottiene che con Berlusconi al governo, il presidente del consiglio ha il controllo del 95% delle trasmissioni sulle frequenze nazionali, oltre ad avere i suoi organi di stampa.
    Questo negli USA, non solo non sarebbe possibile, ma neanche pensabile!
    Ma vabbè, l’argomento sembra non infastidire nessuno in Italia anche se all’estero qualche estremista si accorge dell’anomalia presente nel nostro paese.

    Se puoi vuoi affermare che la sinistra controlla l’informazione, magari anche quella di Mediaset, cadi proprio nel ridicolo.
    Faccio notare che il direttore del TG5 è un certo Mimun, non certo un comunista, già direttore del TG1 filo-berlusconiano.
    Il suo predecessore sia al TG1 che al TG5 è stato un certo Rossella, già direttore e di Panorama, il settimanale di proprietà dello stesso Berlusconi.
    Studio Aperto è stato diretto per anni dall’oggi direttore de “Il Giornale”, il quotidiano della famiglia Berlusconi.
    Al TG4 c’è Emilio Fede il paradigma dei lecca-culo.
    Qualcuno ride di Fede, ma voglio ricordare che il TG4, o meglio il TG Forza Italia, ha un milione mezzo di ascoltatori ogni giorno, in pratica più della somma dei lettori dei due maggiori quotidiani italiani (Corriere della Sera e Repubblica).

    Senza dimenticare i Bruno Vespa, Anna La Rosa e compagnia cantante.

    Voler sostenere che l’informazione è in mano alla sinistra, mi sembra proprio un voler girare la frittata!

    Di Travaglio ho già parlato: è scomodo perché è uno che dice la verità senza guardare in faccia nessuno.
    Magari a volte dirà qualche cazzata, nessuno è perfetto, ma in generale preferisco i rompiscatole ai lecca-culo.

    Rispondendo a Paolo: tu mi puoi fare la cronistoria rivisitata di tutti gli atti di Saccà, ma il fatto è che Berlusconi ha fatto dei nomi e suoi lacchè hanno eseguito senza esitazioni.
    Tutti quelli che ha nominato sono stati licenziati, sarà magari un caso fortuito, ma quando le coincidenze sono troppe diventano una prova (Sherlock Holmes).

    Il fatto che il capo del governo faccia cose del genere è un po’ inquietante…

    Mi ripeto, ma secondo il mio modesto punto di vista qualche problema nel sistema informativo italiano c’è, se vogliamo coprirci gli occhi perché ci fa comodo, facciamolo.

  12. Non era cronistoria rivisitata, era solo e semplicemente cronistoria. Poi, ovvio, ognuno la può leggere come vuole: anche con gli occhi coperti.

    Cordialmente fazioso

  13. Però la cordialità è già una buona cosa!!
    ^___^

    Faccio qualche collegamento a degli articoli della stampa estera sull’informazione e Berlusconi:

    Newsweek ( http://www.newsweek.com/id/61802 ):
    Not coincidently, Berlusconi-owned television channels have been trumpeting compromising allegations concerning Prodi’s purported involvement in shady business dealings, charges that Prodi has dismissed as smears. The prime minister’s weekly newsmagazine Panorama went so far as to pair Slobodan Milosevic and Prodi on its cover. Prodi lashed back, charging that Berlusconi’s campaign “once more poses strongly the question of freedom and pluralism of information and the link between media ownership and politics.”

    Newsweek ( http://www.newsweek.com/id/57800 ):
    It was always going to be long shot. The circumstantial evidence against the man is pretty daunting. The billionaire media baron–he controls 90 percent of Italian television–has been fighting charges of bribery and accounting fraud for three years in a Milan courtroom. He has brazenly wielded his impressive majorities in the Italian Parliament to ram through patently convenient legislation granting himself immunity from prosecution.

    The evidence against him is considerable, and there are legitimate concerns about both his probity and his dominance of the Italian media during a period when he holds his country’s highest office.

    The New York Times ( http://www.nytimes.com/2007/11/07/world/europe/07biagi.html?_r=1&oref=slogin ):
    Enzo Biagi, 87, Journalist Fired in Italian Political Fight, Is Dead

    MILAN, Nov. 6 (Bloomberg News) — Enzo Biagi, the enduringly popular Italian journalist whose criticism of Silvio Berlusconi during the 2001 election campaign got him ousted from state television when Mr. Berlusconi became prime minister, died Tuesday in Milan. He was 87.

    NYT Paperback Row:

    THE SACK OF ROME: Media Money Celebrity = Power = Silvio Berlusconi, by Alexander Stille. (Penguin, $16.) Former Prime Minister Silvio Berlusconi, Italy’s richest man and most polarizing figure, was narrowly voted out of office last year. Stille unsparingly recounts Berlusconi’s rise as a real estate developer and media tycoon, and how he irrevocably changed the course of Italian politics and culture.

    The New York Times ( http://select.nytimes.com/iht/2006/04/19/world/IHT-19globalist.html ):

    During the campaign, Mr. Prodi and his allies spoke of passing antitrust legislation that could break Mr. Berlusconi’s near monopoly. (An entertaining footnote: even though Mr. Berlusconi did not congratulate Mr. Prodi, the head of Mediaset did.)

    But with Mr. Berlusconi still in Parliament, he will remain in a strong position to block any threats.

    At the same time, such an attack seems unlikely: Mr. Prodi has only a two-seat advantage in the Senate, too slight for a frontal assault.

    The New York Times:

    A toothless conflict-of-interest law, passed in 2004, has left Berlusconi with sway over television channels commanding 87 percent of the viewing audience, either through his own Mediaset television empire (in which he has a 35.5 percent stake), or through political control of public television.

    Mediaset commands 63 percent of the television advertising market.

    It owns three channels; even if he does leave office, Berlusconi would control half the country’s television stations. Through the family holding company, Fininvest, he also owns Italy’s largest publisher.

    All of this has allowed the amassing of a personal fortune estimated at $11 billion. It is well known in Italy that some of Berlusconi’s firmest political allies, including the Northern League, are so tight with him because he finances them. In a developed European state, the situation would be farcical if it were not so serious.

    The Economist:

    Berlusconi in a box

    Sep 14th 2006 | ROME
    From The Economist print edition
    Controversy over a law to avert conflicts of interest

    IT IS an issue that has bedevilled Italian politics for over a decade: what to do about Silvio Berlusconi’s twin roles as politician and media mogul? The former prime minister and his family control a huge media empire that includes a publisher, two newspapers and all three of Italy’s biggest private television networks. When he was in power in 1994, and again in 2001-06, he was able to influence the three state-owned channels as well—giving him direct influence over 90% of Italian terrestrial television.

    This week a parliamentary committee began discussing a bill, tabled by the whip of the biggest group in Romano Prodi’s centre-left government, that would tackle such conflicts of interest. The boss of Silvio Berlusconi’s TV empire, Mediaset, likened it to the stringing-up of Benito Mussolini by communist partisans. But what eventually emerges will be far less drastic.

    Insomma, a chiunque mastichi un po’ di inglese sembrerà chiaro che la visione di questi giornali è più vicina alla mia che a quella dei miei interlocutori, ma si sa che il New York Times, Newsweek e The Economist (li ho scelti perché sono quelli che leggo più spesso) sono dei famosi covi di comunisti militanti…

    A me sembra che all’estero, la situazione italiana appaia un pochino strana, ma continuo a ripetere che, se si vogliono chiudere gli occhi per convenienza, di certo non si vede nulla di strano!

  14. Scomodare la stampa estera contro i virgolettati di Biagi rende onore a quest’ultimo e la cosa mi piace, per rispetto. Ora però la conversazione si sposta più sull’anomalia italiana, ma di questo dovresti pretendere risposta più dai tuoi deputati e senatori eletti che da me. Io l’attuale anomalia me la terrei (anche se in verità auspico che si arrivi ad una soluzione) ma più di me pare vogliano tenersela quelli della casta sinistra che, tenendo l’argomento sempre al caldo, si riservano di utilizzarlo ogni qual volta si ritrovano con le armi scariche. E vista la frequenza con la quale emerge pare succeda piuttosto spesso, ultimamente.

    Faziosità cordiali ad libitum

  15. Allora non scomodiamo la stampa estera. Ti riporto le parole di un noto giornalista comunistanarcobolscevicoinsurrezionalista:

    “E qui pensano: “ripuliremo la stalla”, “faremo piazza pulita”… Ma questo linguaggio, al signor Fini, chi glielo ispira? Ci ricorda delle cose che avremmo voluto dimenticare. Questa non è la destra, questo è il manganello. (…). Ma come fa a chiamarsi democratico un partito che annunzia: “Quando saremo al potere, faremo piazza pulita”? Ma è un linguaggio del peggiore squadrismo, loro non sanno cosa fu, ma io me lo ricordo. Questo era il linguaggio con cui (i fascisti) andarono al potere»”
    Indro Montanelli.

    Paolo…ognitanto si può anche ammettere che la propria parte politica abbia fatto una cappella. Giustificare sempre non è un dovere morale…

  16. Non c’è molto da giustificare, a me sembra italiano. A volte gli occhi coperti, a convenienza, si possano scoprire anche per vedere cose che in realtà non ci sono. Da un Fini che ha definito l’esperienza fascista come l’ha definita, da un Fini che recatosi a Gerusalemme ha provocato, inizialmente, qualche malumore interno, da un Fini che ha portato agli strappi della Mussolini prima e di Storace poi non m’aspetto certo squadrismo e manganello. E la sua esperienza alla Farnesina credo valga, almeno in questo caso, una smentita alle parole del giornalista “comunistanarcobolscevicoinsurrezionalista”.

    Cordialità senza cappelle

  17. Guarda Paolo, a me sembra di essere ipercritico verso Prodi e la sua maggioranza, mentre voi sembrate allineati e coperti nel difendere l’indifendibile.

    Io mi incazzo con Prodi e con i membri del governo che non sono ancora riusciti a fare né una legge sul conflitto di interesse, né a far rispettare le sentenze della Corte Costituzionale, né a fare un vero riordino del sistema radio-televisivo.

    Voi invece la legge l’avete fatta, si chiama legge Gasparri, noto esponente di AN, ma sembra scritta dal pugno di Fedele Confalonieri.
    Ci sarebbe motivo di vergognarsi un po’ per leggi del genere?

    A me sembra di si, ma evidentemente sono io ad essere fazioso.

    La stampa estera serve a dare una immagine che in Italia sembra inesistente.

    Sembra che a nessuno interessi e che, quando qualcuno solleva l’argomento, si sentano solo dei rimproveri per la faziosità e l’anti-berlusconismo.

    In realtà, con Berlsuconi nella sala dei bottoni, anche Fini dovrà aspettare la morte del sovrano per poter solo pensare ad una poltrona a Palazzo Chigi!

    Altro che primarie!

    Una cosa: non è che avresti un link ai virgolettati di fonte ANSA?
    Io questo virgolettato l’ho trovato solo su “il Giornale” (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=219007&START=2&2col=#/a.pic1?ID=219007) e non c’era certo un link alla presunta “fonte ANSA”.

    Sul sito dell’ANSA non riesco a trovare questa intervista.

    In realtà la storia l’ha raccontata lo stesso Biagi nell’intervista a Sabina Guzzanti e quindi io credo più alle parole dello stesso Biagi che non alle veline del quotidiano propagandistico di casa Berlusconi.

    Ma sono sempre pronto a ricredermi, almeno su questo punto, vedendo un collegamento diretto.

    In caso contrario lo spettro di Goebbels potrebbe rianimarsi.

  18. Tutti di questi tempi s’incazzano con Prodi. Tutti sanno di Veltroni che scalpita ormai da qualche mese. Tutti s’incazzano con la sinistra bravissima a fare cortei e scioperi e altrettanto brava a non cambiare nulla di quello che si propone di cambiare quando ne avrebbe la. Tutti incazzati, dicono. La morte politica del Cavaliere non la vuole nessuno da questa parte, almeno fino a quando il suo partito di plastica avrà i voti su cui conta oggi. Non leggo “Il Giornale”, in genere scrocco on line le pagine de L’Unità, del Manifesto e sono faziosamente abbonato al Secolo d’Italia. I virgolettati tratti da Ansa sono tratti da Ansa, gli altri che ho riportato su Biagi sono presi dal suo ultimo libro che ho citato.

    Cordialità ANSiose

  19. L’ho chiesto perché io non sono riuscito a trovare questi virgolettati, mentre li ho visti spesso citati da giornali di Berlusconi, Il Giornale e Panorama per essere più esplicito, tutti senza link.
    Tutto ciò mi lascia un po’ perplesso sulla veridicità dei virgolettati da te citati, ma se sostieni di averli presi direttamente dall’ANSA ti credo sulla parola.
    Il libro ce l’ho anche io ma non l’ho ancora letto, credo proprio che lo farò al più presto.
    Certamente la morte politica di Berlusconi non vi fa comodo, ma è strano vederlo con tanta verve a fare l’amicone di Storace…
    Forse pensa che Fini stia diventando una minaccia per la sua leadership e vede di buon occhio un ridimensionamento della forza di AN?

  20. Se Storace faccia comodo al Berlusca a me che mi occupo di periferia politica (molto periferica) interessa poco, ma mi sta bene pensare che Fini possa minacciare la leaderschip di chicchessia. Comunque vedo meglio il Cavaliere alla corte di Storace che al telefono con Dini o Mastella. Co’ sti due ci toccherà giocare, temo, all’uomo nero: il gioco di carte che si fa con l’asso di bastoni. Per l’ansa cercherò di esserti d’aiuto al più presto: ho solo due agenzie di riferimento e non credo sarà un’impresa titanica.

    Cordialmente destrorso

  21. Io continuo da dove avevo lasciato.
    Vedi Francesco tu dici che la rai è filo-governativa ed hai perfettamente ragione; dici inoltre che 2 reti stanno dalla parte della maggioranza e una dalla parte dell’opposizione; il problema è che 2 reti stanno dalla parte della maggioranza, rai 1 e rai 2 e l’altra sta sempre dalla stessa parte; anche se non sembra attualmente al governo c’è la sinistra e se 2 1 fa 3 la rai non è di certo in mano alla destra.
    Da questo ragionamento dovremmo aspettarci che la cara rai 3 ora si spostasse un po’ a destra ma tu dico una cosa diversa: io mi aspetto che la rai non stia da alcuna parte, cerchi di essere indipendente per quanto le riesce possibile.
    Vedo che non hai risposto ai nomi che ho fatto ma ne hai citati altri; non mi hai detto nulla di Mentana, Costanzo, Marrazzo, Bianca Berlinguer, Floris e se vuoi metti pure tutti i nomi dei giornalisti che ora non conosco di rai 3.
    Sul fatto che Fede sia schierato non c’è dubbio: tutti lo sanno 1 il milione e mezzo di persone che lo seguono lo fanno consapevoli; purtroppo di rai 3 (che ricordo è dovrebbe svolgere un servizio pubblco, finanziato dal famoso canone che tutti paghiamo) non si può dire lo stesso.
    Sulla storia dell’editoria smettiamola di parlare per spot o frasi fatte del tipo “è tutto in mano a Berlusconi”.
    Si è vero è proprietario di Mondadori e detiene la grande maggioranza di giornalini giornaletti e giornalacci (donna moderna, casa moderna, novella 2000 e roba varia).
    E’ proprietario del Giornale che ovviamente si sa essere di destra; ma che mi dici del Corriere della Sera? Che disse Mieli prima delle elezioni? (poi tra l’altro si è reso conto di aver fatto una notevole cazzata!).
    Che mi dici di Repubblica?
    Che mi dici dell’Unità?
    Non mi sembra che questi giornali (che vendono abbastanza per quanto ne so io) siano dalla parte del centro destra.
    In molte riviste di edite da Mondadori ho letto direttori e direttrici che, sul pessimo esempio di Mieli, prima delle elezioni dicevano che avrebbero votato per il centro sinistra.
    Ora a me non interessa contestare quello che loro dicono, la loro posizione politica (ammettendo ciò dimostrano di non essere troppo professionali, sull’esempio di Fede stavolta) ma interessa mostrare come un conto è avere la proprietà azionaria dei mezzi di informazione, altro è avere la proprietà dei contenuti; cosa che evidentemente non sta in mano al cavaliere.
    Tutto qua.
    Ciao

  22. IL problema, caro Gabriele, non è che ci siano giornali di sinistra e di destra.

    Questo è normale, lecito e direi anche ovvio.

    Il problema italiano è che c’è UN SOLO individuo che possiede più di metà delle televisioni e gran parte della carta stampata, oltre a banche assicurazioni e altro.

    Il fatto che questo individuo sia anche capo dell’opposizione e sia stato capo del governo fa nascere delle perplessità soprattutto all’estero, poiché in Italia sembra una cosa normale.

    In altri paesi democratici questo non lo è!

    Questo è il problema, se ancora non lo avessi individuato.

    Per quel che riguarda la RAI, penso che tu abbia capito male:
    non è che RAI1 e RAI2 sono della maggioranza e RAI3 della sinistra.

    RAI1 è della Maggioranza.
    RAI2 della destra.
    RAI3 della sinistra.

    Almeno per quel che riguarda i tg.

    Quindi il 2 reti a 1 torna.

  23. Io il problema penso di averlo individuato… comunque resto dell’idea che, in rai, rai 1 e rai 2 siano sempre state filo-governative e rai 3 sempre in mano alla sinistra, spudoratamente per di più.
    Sul fatto della proprietà azionaria di Mondadori e il resto è inutile che io riscriva quanto già scritto; sintetizzo nuovamente dicendo che un conto è avere la proprietà azionaria e un altro conto è averne la proprietà, chiamiamola, intellettuale.
    Son 2 cose diverse.
    Ha ragione Ginaluigi, si finisce sempre per parlare di altro rispetto all’articolo che ospita tutte ste maratone di psuedo-commenti.

  24. P.s. ultma cosa che mi son scordato e poi noi scrivo più una sola lettera; Francesco io sarò ingenuo ma che ci siano giornali, al di fuori di quelli di partito, che sono schierati a sinistra più che a destra (anche se lo sono da entrambe le parti) a me suona strano e dovrebbe suonar strano ad un giornalista che dovrebbe informare sui fatti cercando, per quanto umanamente possibile, di essere imparziale.
    Il fatto che ti suoni normale questa cosa mi fa riflettere.
    Saluti

  25. Come prima, credo, visto che qualche (ex?) alleato(?) non ha mai posseduto o controllato (pur essendo cose altrui, o dei milioni di ‘azionisti’ che pagano il canone) TV come capita, invece, a molti.

    Cordialmente…confuso

  26. No, infatti il TG2 lo dirige un ex giornalista del Secolo d’Italia, il giornale di AN…

    Su dai, chi è senza peccato scagli la prima pietra!

    Non so se avete visto la notizia ( http://www.corriere.it/politica/07_novembre_21/rai_mediaset_inchiesta_710784ee-982a-11dc-89d7-0003ba99c53b.shtml )

    Si parla di un bell’accordo tra i direttori della RAI berlusconiana e di Mediaset per concordare i palinsesti e le notizie da tagliare.

    Aspettiamo un po’ per vedere come si sviluppa la vicenda, ma tutto ciò è abbastanza inquietante anche se non sorprendente.

    P.S. Mi sembra che la discussione abbia seguito la traccia del post principale in cui si affermava che Farina ha forse scordato che Biagi è stato cacciato dalla RAI dopo l’editto bulgaro di Berlusconi.
    Ma sembra che anche qui qualcuno sostenga la tesi fariniana!

  27. Si vedano in proposito le dichiarazioni di Fini… non a caso io voto An, che veramente sembra tra i 101 partiti italiani l’unico ad essere rimasto credibile.
    Anche se forse un altro l’ho trovato ma va a giorni alterni.
    p.s. il tg5 è stato diretto per anni da Mentana… e canale 5 è diretta da anni e lo sarà ancora per molto, presumo da Costanzo… pensa proprio in casa del Capo!

  28. >Si vedano in proposito le dichiarazioni di Fini… non a caso >io voto An, che veramente sembra tra i 101 partiti italiani >l’unico ad essere rimasto credibile.
    >Anche se forse un altro l’ho trovato ma va a giorni alterni.

    Eheehhe, e quale sarebbe?

    >p.s. il tg5 è stato diretto per anni da Mentana… e canale 5 è >diretta da anni e lo sarà ancora per molto, presumo da >Costanzo… pensa proprio in casa del Capo!

    Che Chicco sia di sinistra ho dei forti dubbi, certamente non è così smaccatamente berlusconiano come Rossella e Mimun.
    Infatti Berlusconi l’ha trombato dopo la batosta alle ultime elezioni regionali.
    Questo fatto dovrebbe far pensare a come viene gestita l’informazione televisiva da Berlusconi!
    Se uno non è abbastanza partigiano, il capo lo cambia e mette un suo leccapiedi a dirigere il secondo TG italiano.
    Ma va tutto bene, il problema non esiste.
    E’ solo una fissa dei faziosi comunisti e di tutta la stampa estera!

    Mentana mi sembra un bravo cerchiobottista che cerca di stare simpatico a tutti, come una macchietta.
    Niente a che vedere con le sbavate di Vespa per Berlusconi o con la militanza comunista di Santoro.

    Mi sembra inoltre che tu faccia un po’ di confusione tra informazione e intrattenimento: i TG sono una cosa, i talk show un’altra.

    Intanto mi sembra che anche Costanzo sia stato messo da parte per lunghi anni (nonostante non fosse tra gli epurati dall’editto bulgaro) e non si può paragonare una trasmissione che va in onda a mezzanotte, con un TG!

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