La botte piena e la moglie ubriaca

Non saprei trovare altra metafora per descrivere le vicende successive all’elezione di Enzo Monachesi a Presidente del Consiglio Comunale di Senigallia. E i Regolamenti, ancora una volta, sono solo carte chiuse nei cassetti. Ecco cosa sta succedendo.

Enzo Monachesi, primo e unico degli eletti nella lista dell’Italia dei Valori, è entrato in Consiglio aderendo in automatico (come prescrive il Regolamento) al gruppo IdV. Un gruppo con un solo componente: situazione ammessa, sebbene un tantino esagerata.

Con Monachesi Presidente, il Consiglio Comunale si sta oggi accingendo a formare le Commissioni Consiliari. Il Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari, prescrive (all’art. 24, comma 2) che “ciascuna Commissione consiliare deve rappresentare tutti i gruppi consiliari” ma “non può far parte delle Commissioni il Presidente del Consiglio” (comma 7). Nel caso di Monachesi, i due commi sembrerebbero contrastanti; a fare maggiore chiarezza c’è però l’art. 21 (comma 6) che così recita: “Il Presidente del Consiglio non può essere nominato capo di un gruppo consiliare“.

La logica ci dice che siamo di fronte ad un vicolo cieco, e rende possibili due uniche soluzioni: o Monachesi si dimette da Presidente, o scioglie il gruppo IdV e aderisce ad un altro gruppo già esistente.

In entrambi i casi resta intatto il problema politico: probabilmente l’IdV non ci sta a rimanere fuori da tutte le commissioni, ora che potrebbe partecipare a tutte.
E allora esiste una terza opzione? Purtroppo si, e consiste nell’approvare una modifica ad personam al Regolamento, possibilità che qualcuno all’interno della maggioranza sta valutando.

43 pensieri riguardo “La botte piena e la moglie ubriaca”

  1. Diciamo che il regolamento non è chiarissimo. Ho dovuto rileggere tre volte quello che hai scritto prima di capirci qualcosa ed anche l’art. 21 mi sembra non risolva un bel nulla.
    Bisognerebbe definire bene cosa sia un “gruppo”: se un gruppo è composto da una sola persona, è chiaro che la persona è giocoforza anche capogruppo nonostante sia presidente del consiglio.
    Se un “gruppo” dovesse essere composto da più persone, allora il regolamento avrebbe un senso compiuto.
    IMHO il caso di Monachesi non è ben chiaro e quindi una interpretazione non mi sembra uno scandalo.
    Leggendo VS anche a me sembrava una mera leggina ad personam, ma dopo aver letto la tua spiegazione, mi sembra un fatto meno grave; un lavoro da azzeccagarbugli per interpretare il regolamento a favore di Monachesi.

  2. Se il Regolamento dice che “Il Presidente del Consiglio non può essere nominato capo di un gruppo consiliare” significa che il Presidente del Consiglio non può essere nominato capo di un gruppo consiliare. C’è bisogno di una interpretazione? Il conseguente corollario, se ancora la logica vive tra noi, è che un Presidente del Consiglio non può appartenere ad un gruppo composto solo da lui. Vorrei essere smentito con argomenti giuridici.

  3. Se il gruppo è composto solo da lui è per forza capogruppo, o no?
    Questo regolamento ha un senso solo se il “gruppo” è composto da almeno due persone, altrimenti è assurdo a livello logico con norme che si contraddicono.

  4. Ho capito, ma se c’è solo lui nel gruppo come fa ad essere applicato l’art. 21?
    E’ un assurdo logico, a meno che non ci sia un gruppo senza capogruppo…
    Ma qui siamo alle seghe mentali.

  5. Non sono una giurista, ma mi pare di ricordare (diritto l’ho studiato) che quando la norma non appare chiara – o quando la realtà supera l’immaginazione del legislatore, come in questo nostro caso – si debba far riferimento alla famosa “ratio”. E il senso della norma allora qual è? Secondo me, che il Presidente del Consiglio, organo di garanzia democratica e statutaria, debba essere e rimanere un organo super partes, senza che la sua carica gli conceda poteri e privilegi superiori a quelli degli altri consiglieri, fatto che avverrebbe se potesse far parte di tutte le commissioni con facoltà di voto. Un superpresidente come quello che vorrebbe il Berlusca, insomma. Essere “super partes” non significa essere “più” degli altri, ma essere “un primus inter pares”.
    In sintesi, bando alle pippe mentali e che il nostro bagninone e il suo partito si accontentino. Se poi il Nostro volesse proprio farsi una cultura amministrativa e legislativa e imparare più di quanto già non sappia, può sempre andare a fare una capatina nelle commissioni, come uditore. Sono pubbliche, o sbaglio?

  6. Alla fine penso che tu abbia ragione, anche se la norma sembra essere scritta non pensando ad un caso del genere.
    Non si capisce perché un gruppo con 10 consiglieri possa esprimere il presidente, mentre un gruppo composto da un solo membro, sebbene ammesso dal regolamento stesso, non possa farlo.
    E’ chiaro che la norma, riferendosi ad un “gruppo”, cioè ad una pluralità, voglia impedire la somma di più cariche e punti a diversificare le mansioni dei consiglieri.
    Il caso in questione è particolare, ma, se il regolamento è interpretato alla lettera, Monachesi dovrebbe fare una scelta tra la presidenza e la presenza nelle commissioni.
    In giurisprudenza però spesso si ritiene che il criterio letterale debba essere vagliato alla luce dell’interpretazione logica e della ratio insita nella norma.
    Ma non vado più avanti perché non ho gli strumenti per continuare questa discussione.

  7. Sono d’accorso con Mariangela, oltretutto nessuna norma vive di vita propria, e per quante interpretazioni dottrinali possano essere formulate a proprio uso e consumo, giurisprudenza esige che tutte concorrano in maniera armonica alle finalità per cui sono state poste. Se questi signori avesserero il benchè minimo senso non dico di correttezza ma di pudore si asterrebbero dall’assumere certe iniziative

  8. Giusto per chiarire, in Consiglio Comunale (ma anche nelle altre assemblee istituzionali) con “Gruppo” non si intende per forza una pluralità. Un gruppo può essere composto anche da una sola persona, come anche i recenti fatti dimostrano. Almeno su questo chiariamoci.

  9. Vanno fatte, come spesso accade, due precisazioni: una riguarda il dato giuridico, l’altra quello dell’opportunità politica.
    Lasciamo stare la seconda perchè quello che vogliono fare è sotto gli occhi di tutti.
    Per quanto attiene, invece, la questione giuridica a me sembra che non sia nemmeno necessario ricorrere all’interpretazione teleologica della norma, cioè alla sua ratio, essendo la lettera del regolamento sufficientemente chiara.
    Mi sembra ci sia un semplice rapporto tra regola ed eccezione: da un lato una norma più generale dice che tutti i gruppi sono rappresentati in commissione, dall’altro c’è una norma (anzi sono 2) che pongono divieti chiarissimi: il presidente del consiglio non può far parte nè delle commissioni, nè essere capo di un gruppo consiliare.
    I divieti prevalgono nettamente sulla norma generale.
    Non c’è, quindi, nulla su cui doversi interrogare, la lettera è chiara; se fosse possibile forzare il dato letterale non avrebbe senso la modifica proposta dall’avvocato e consigliere Sardella (che ha deluso molte persone con la proposta stessa).
    Sta di fatto che, restando così le cose, si realizzano ben due violazioni del regolamento comunale.
    p.s. spiace vedere che, ancora una volta, se le porcate vengono fatte dalla propria parte politica qualcuno è pronto a fare l’avvocato e ad usare gli stessi argomenti usati dalla controparte quando si è a situazione rovesciata.

  10. Credo che quando ci si appresti alla stesura di una norma, lo si debba fare considerando tutte le variabili. Cosa che non è stata fatta in questo caso. Ad essere furbi si poteva prima evidenziare la lacuna del Regolamento, poi porvi rimedio ed infine consentire all’unico componente di un gruppo consiliare di diventare Presidente del Consiglio Comunale. Il che non è attualmente consentito. Ogni modifica fatta ora è solo una mossa politica di spartizione delle poltrone.

  11. L’argomento secondo cui bisogna “saper ragionare” e trovare una “soluzione condivisa per il bene” (ieri del Paese, oggi della città, domani chissà di cos’altro) è l’alibi per le peggiori schifezze contro le regole e le leggi vigenti, a Roma come a Senigallia.
    Ancor peggiore è l’argomento dei “benaltristi”, che si tratterebbe di questioni marginali che non interessano alla gente. Argomento di gran successo, purtroppo, fintanto che la gente non dimostra il contrario.

    Non c’è niente da fare: i metodi, i toni, le parole, persino la comunicazione e le facce, sono sempre più berlusconiani.

  12. Per fare in modo che questi articoli del regolamento non vadano in contrasto con una situazione che si può creare (e di fatto si è creata), ce ne vorrebbe un’altro che dice : ” Il presidente non può essere eletto tra quei consiglieri che fanno parte di un gruppo composto da una sola persona” Non sarebbe una modifica ad personam ma contra personam (in questo caso).
    In sintesi bisognerebbe ammettere che i regolamenti non sono ben fatti o malfatti a prescindere, ma sono ben fatti quando, alla prova dei fatti, riescono a garantire i diritti e le prerogative di tutti, e in questo caso mi pare che non avvenga.

  13. Vorrei capire quali sarebbero i diritti lesi… qui mi sembra ci sia un’ingordigia da parte di qualcuno.
    Anche volendo ragionare sul piano politico, l’Idv è riuscita a prendere un solo consigliere che, a sua volta, è riuscito a prendere la presidenza del consiglio comunale (ruolo non da poco).
    O si rinuncia all’uno o all’altro; non c’è bisogno di alcuna modifica, ripeto, il regolamento è sufficientemente chiaro ed in grado di risolvere questo problema.

  14. Giusto per chiarire, in Consiglio Comunale (ma anche nelle altre assemblee istituzionali) con “Gruppo” non si intende per forza una pluralità.

    Invece IMHO è proprio su questo aspetto che il regolamento non è chiaro.
    In caso di gruppi di più persone il regolamento funziona perfettamente, mentre nel caso di gruppi di una persona è fallace perché si stabilisce una incompatibilità di questi gruppi con la presidenza e questo corollario è di difficile spiegazione.
    In pratica un consigliere che appartiene ad un gruppo di una sola persona, ammesso dal regolamento, è di fatto discriminato rispetto agli altri consiglieri.
    Le interpretazioni politiche sono tutte accettabili, ma il regolamento potrebbe e dovrebbe essere modificato per chiarire questa situazione paradossale.

  15. Appunto Gaspa, ma farlo adesso servirebbe più a favorire qualcuno piuttosto che a voler veramente migliorare una norma. Almeno agendo come si intende ora. La lacuna c’era, non è mai stata affrontata prima e andava forse prima fatta la modifica e poi la nomina. Qui sta succedendo il contrario.

  16. @Andrea: hai assolutamente ragione sui “benaltristi”. Se è vero che al cittadino interessa il “prodotto finale” della politica, è anche vero che è fondamentale lo strumento con cui a questo prodotto si arriva.

  17. Intervengo nel dibattito per senso di amicizia nei confronti di Marco e per doverosa chiarezza. Il problema che si è posto non riguarda tanto Monachesi (il quale ad onor del vero ha espresso il desiderio di partecipare alle Commissioni e nei confronti del quale, sempre ad onor del vero, ho adottato prima della sua elezione una posizione critica anche pubblicamente sulla stampa) quanto una evidente “antinomia” del regolamento comunale. La questione non è di poco conto; infatti, per determinare il numero dei componenti della commissione, bisogna prima chiarire se il gruppo dell’IDV vi debba o meno far parte. Non sono d’accordo con la tesi del collega Paradisi per il quale il gruppo IDV si sarebbe sciolto con la nomina dell’unico componente alla presidenza; il Presidente infatti esprime il proprio voto come consigliere IDV. A norma del più volte citato art. 24 comma 2° tutti i gruppi devono essere rappresentati in commissione. Sotto il profilo di diritto amministrativo, l’eventuale violazione di tale norma comporterebbe l’illegittimità della delibera di approvazione del numero di componenti delle commissioni e, conseguentemente, di tutti gli atti amministrativi derivati per i quali sia previsto come obbligatorio il parere delle commissioni. Sicché, in conferenza dei capigruppo, non è stata posta una preliminare “ad personam”, condotta attribuitami in maniera evidentemente strumentale dal collega Paradisi, bensì unicamente una problematica giuridica che, se non risolta, rischia di provocare l’annullabilità di provvedimenti amministrativi. Sull’inopportunità che il Presidente del Consiglio svolga il ruolo di parte politica ed esprima un voto nelle Commissioni sono d’accordo con molti commentatori. Spero di aver fatto un pò di chiarezza. Sono cmq disponibile per chiarimenti alla mia e-mail e tramite facebook. Un cordiale saluto a tutti. Simeone.

  18. Continuo a non capire dove sia il problema… il regolamento prevede, molto semplicemente, che se fai il presidente del consiglio comunale non puoi partecipare alle commissioni e, allo stesso tempo, non puoi essere un capogruppo.
    Chi vuole esercitare una funzione di garanzia qual è quella di un presidente di assemblea, deve rinunciare a dei ruoli di parte; se non è disposto a farlo si tenga i ruoli che vuole ma non può pretendere di presiedere il consiglio comunale.
    Se l’Idv ha un solo consigliere che vuol fare il presidente e per questo motivo viene tagliata fuori dalle commissioni, non è questione che a noi deve interessare; faccia una scelta.
    Più che essere poco chiaro a me sembra abbastanza garantista questo punto del regolamento.
    Non si può non osservare come, se questo è l’inizio, con queste pretese Monachesi sta dimostrando di non essere all’altezza del ruolo che gli è stato assegnato; forse dovrebbero pensare di nominare qualcun’altro al suo posto.

  19. Quella che LorenzoMan chiama “lacuna” in realtà è la volontà, la ratio, del Regolamento, che evidentemente ha voluto fare del Presidente una figura super partes, di garanzia.

    @Roberto Curzi: l’articolo del regolamento che tu suggerisci in realtà è implicito, è già logicamente derivato dal combinato disposto di quelli presenti.

  20. Se non c’è una lacuna ma è la ratio del Regolamento, ha ragione Gabriele: dov’è il problema? Monachesi, essendo in un gruppo Consiliare solo da lui composto e dovendo, come tale, partecipare alle Commissioni Consiliari, non può essere Presidente del Consiglio Comunale.

  21. Scusate, ma per restare terra terra senza inerpicarsi sulle vette del diritto, non vi sembra che basti il titolo dell’eccellente post di marco a spiegare per bene la vicenda?

  22. @Gianluigi: è stato quello che ho pensato scrivendo l’ultimo commento. Adesso sappiamo che, affrontando il problema da ogni angolazione, il risultato non cambia. Qui poi si esagera: botte piena, moglie ubriaca e… uva nella vigna!

  23. Anche volendo scervellarci tra le possibili interpretazioni, comunque, la situazione non cambierebbe… alla fine l’impressione più semplice è anche quella giusta: se si fa una modifica del regolamento è ad personam.
    Non sono peraltro pienamente d’accordo con le argomentazioni dell’avvocato Sardella: una lettura sistematica del regolamento comunale credo sia sufficiente a risolvere il problema e a “costringere” Monachesi ad una scelta: capogruppo o presidente.
    Una nota politica: non state facendo, comunque, una bella figura.

  24. Una modifica “ad personam” vale solo per quella persona (vedi i prototipi nazionali) qui la modifica è dire cosa bisogna fare allorquando il Consiglio comunale elegge come presidente l’unico membro di un gruppo. Mentre la lacuna del regolamente è un vero e proprio silenzio della legge, (per cui si dice “nel silenzio della legge” in questi casi). Il silenzio di legge semmai dovrebbe esser interpretato dalle consuetudini nonscritte, finchè non ledano principi scritti.

    Se proprio la cosa non vi piace per niente potreste impugnare la norma con un referendum popolare se è consentito (io ve lo devo consiglia!)

  25. Sarebbe una bella occasione per spiegare alla città che cos’è il Comune, la Costituzione, gli enti locali, lo Statuto.. ecc, per capirlo meglio noi e così via.

    Forse a votare non verrà nessuno, faremo la figura di quelli che si preoccupano di cose lontane della gente (la propaganda di destra) e così via.. o forse no, chissà. Oppure la si può impugnare al TAR vero?

  26. Leggo su Vivere Senigallia che la proposta della maggioranza per risolvere il suddetto caso è questa: “Monachesi parteciperà alle commissioni ma senza diritto di voto. Potrà dunque esprimere solo il proprio parere e per di più rinuncerà al gettone di presenza”.
    Vi sembra una soluzione accettabile?

  27. per Jbom: per prima cosa in questo caso non c’è alcun silenzio del regolamento perchè come ho già detto la situazione è disciplinata ed è quindi possibile risolvere il caso semplicemente applicando le norme già previste: il regolamento dice che chi è presidente del consiglio comunale non può far parte delle commissioni, è quella la norma da applicare.
    Se questo non dovesse bastare perchè, si dice, l’altra norma prevede la rappresentanza di tutti i gruppi consiliari nelle commissioni, molto semplicemente si accorda preferenza a quella norma che, da un punto di vista sistematico, deve prevalere, cioè quella di cui parlavamo prima.
    Non c’è quindi bisogno di alcuna integrazione con le consuetudini di cui parli, consuetudini che, tra l’altro, nel caso di specie nemmeno credo esistano essendo, a detta di tutti, una situazione mai verificatasi.
    Evitiamo, se possibile, di buttarla nella solita propaganda di basso profilo: una modifica “ad personam” si ha anche in questo caso, come in quelli nazionali, perchè viene approvata e va ad agevolare direttamente la persona della cui situazione si sta discutendo; se seguiamo il tuo ragionamento nemmeno quelle per Berlusconi sarebbero modifiche ad personam perchè, da ora in poi, tutti quelli che si troveranno nella sua situazione beneficeranno delle leggi introdotte… insomma o sono entrambe modifiche ad personam o non lo è nessuna, inutile girarci intorno cercando giustificazioni giuridiche inesistenti ed incosistenti.

  28. Sulla proposta riportata da Gaspa, due semplici riflessioni: rinunciare al gettone di presenza è un dato prettamente politico, un bel gesto insomma ma non risolve il problema.
    Partecipare alla commissioni senza diritto di voto ma esprimendo il proprio parere significa, comunque, farne parte in modo attivo; a sua volta chi siede in una posizione di garanzia non dovrebbe mai porsi in un’ottica di parte qual è quella proposta.
    Il problema rimane e l’unica soluzione praticabile va ricercata a monte: Monachesi deve fare una scelta chiara… presidenza o capogruppo.
    Quella proposta non è una soluzione ma elude solo il problema.
    Chiudo dicendo che sembra difficile non rilevare come un simile atteggiamento da parte di Monachesi mal si concili con un ruolo di garanzia; una persona veramente super partes non penso avrebbe posto tutti questi problemi ma avrebbe, coerentemente, smesso i panni del semplice consigliere per vestire quelli più impegnativi del presidente.

  29. Gabriele, per lo stesso principio del super partes il Presidente non dovrebbe neanche votare in Consiglio, ma lo fa regolarmente (o almeno S. Paradisi lo faceva) e sembra che nessuno trovi da eccepire in questo.

    Credo che gli elettori di ogni partito o lista abbiano diritto a qualcuno che li rappresenti nelle Commissioni, pur senza diritto di voto. Poi, se Monachesi abbia fatto bene a volersi infilare in questa situazione è un’altra faccenda.

  30. Infatti il presidente dovrebbe non votare in consiglio, sono pienamente d’accordo; Paolo è inutile girarci intorno: un conto è fare il presidente, un altro è fare il consigliere e partecipare alle commissioni… non si possono avere entrambe le cose.
    Anche ragionando politicamente, dato che dal punto di vista giuridico la situazione è abbastanza chiara, per un partito (che ha preso pochi voti e un solo consigliere con circa poco più di 60 preferenze) aver avuto la presidenza del consiglio comunale non mi sembra un riconoscimento da poco.
    Sia politicamente che giuridicamente non doveva mettersi in questa situazione e ora che l’ha fatto deve accettare le conseguenze di quella scelta, oppure tornare sui suoi passi e lasciare la presidenza.

  31. @Gabriele: sull’opportunità politica di nominare presidente Monachesi si può discutere quanto si vuole, ma IMHO se il regolamento ammette la formazione di gruppi formati da un singolo consigliere, non può negargli di poter ottenere la presidenza, altrimenti vi è una discriminazione che non penso sia voluta dal regolamento stesso.
    La soluzione sopra proposta mi sembra un compromesso abbastanza ragionevole, che tiene in considerazione sia la possibilità dell’IdV di partecipare alle commissioni, sia il ruolo super-partes del presidente.
    Io non capisco perché uno eletto nelle fila dell’IdV dovrebbe sciogliere il proprio gruppo ed aderire ad un altro di un diverso partito, anche se alleato nella coalizione vincitrice alle elezioni.
    In definitiva questo “lodo Monachesi” non mi sembra uno scandalo, ma so già che con questa affermazione mi attirerò le critiche del “Colle”.

  32. Gaspa il regolamento, ripeto ancora una volta, è chiaro ed in grado di risolvere il problema, perchè tutti fanno finta non esista quella norma che dice come il presidente non debba far parte delle commissioni: è il rapporto tra la regola generale e l’eccezione particolare.
    E’ inutile continuare a girarci intorno, non c’è nessuna discriminazione, semplicemente non si possono cumulare ruoli diversi tra loro.
    La soluzione proposta è una finta soluzione: non si possono fare compromessi sull’applicazione della legge…. quindi un compromesso in materia sarebbe uno scandalo.
    Forse a Senigallia è ora che inizi a passare un concetto molto semplice: i regolamenti comunali vanno applicati, interamente!
    Più in generale, deve passare il concetto che norme ad personam sono tali (e quindi sbagliate) sia che vengano da destra, sia che vengano da sinistra.
    Penso che uno dei gestori di questo blog sull’ultima cosa che ho scritto possa avere qualcosa da dire.
    Insomma, giuridicamente la situazione è chiara, si tenta di complicarla per gli equilibri politici… sono sempre più contento di non aver votato queste persone.
    P.s. le definizione di “lodo Monachesi” è fantastica!

  33. Jbom mi hai proprio sorpreso: dire che qui non si può parlare di regola “ad personam” e per Berlusconi invece si. Sono proprio gli esempi come il tuo che mi portano a stare fuori dai partiti, dove tanto, prima o poi, si smettere di ragionare con la propria testa.

  34. Gabriele, se con “uno dei gestori del blog” ti riferivi a me, penso che sfondi una porta aperta.
    Non ho niente da dire, o meglio niente da aggiungere a quanto vado ripetendo da anni e a quel che ho scritto più sopra.
    Io non sono un tifoso, né lo sono mai stato. Mi fa piacere che anche tu ti sia stancato di questo “campionato” e cominci a ragionare colla tua testa.

  35. @Gabriele: io ho una visione diametralmente opposta alla tua. Non so se la mia sia corretta dal punto di vista legale, ma, per quel che mi riguarda, il regolamento è contraddittorio su questo punto e una interpretazione della norma (e non contro la norma) è corretta.
    La soluzione mi sembra saggia perché contempera entrambe le problematiche in contraddizione e, messa nero su bianco, potrebbe diventare norma applicabile anche in futuro.
    Finora ho ragionato astraendomi dall’interpretazione politica della questione.
    In realtà, per me, la nomina a presidente di Monachesi è stato un errore politico che ha creato più problemi di quelli che ha risolto.
    Le prime mosse dell’amministrazione Mangialardi, e lo dico da suo elettore, mi sono sembrate abbastanza pasticciate e per ora sembra in balìa dei partiti che lo sostengono.
    Nella stessa situazione, la Zarina, una donna con dei veri attributi, avrebbe agito con più decisione, azzittendo i troppi galli che si sono messi a cantare subito dopo le elezioni.
    In particolare, il gruppo dell’IdV ha già fatto troppo baccano in relazione alla dote di voti portati al nuovo sindaco.
    Prima hanno chiesto due assessori perché non gli garbava essere da meno della Città Futura, poi si sono accontentati della presidenza del consiglio comunale per soddisfare la voglia di Monachesi di diventare il primo presidente di un consiglio comunale dell’IdV in Italia.
    Mangialardi, invece di prendere una decisione chiara e di rispettare delle dichiarazioni fatte alla vigilia, anche sul numero degli assessori, ha cincischiato iniziando il suo mandato in maniera abbastanza cerchiobottista, cercando di accontentare tutti e, mi ripeto, creando più problemi di quelli che intendeva risolvere.
    Infine affermo ancora una volta che la mia analisi è sgombra da pregiudizi politici o personalistici, ritengo solo che, da profano, il regolamento comunale sia incongruente e fallace su questo punto particolare e la soluzione proposta mi sembra saggia.

  36. Certamente ognuno dà la sua interpretazione politica della situazione quello che però conta è il dato giuridico e su questo non c’è nessun problema, salvo quelli che si vogliono creare per motivazioni strettamente politiche.
    Quando si interpretano le norme, prima di pensare ad una loro modifica, si vede se, in caso di contrasto, tra le varie interpretazioni possibili ve ne sia una che salva la situazione; è lo stesso meccanismo che viene usato, ad esempio, anche dalla Corte costituzionale.
    Per Andrea: ovviamente mi riferivo a te, sapendo di sfondare una porta aperta; trovavo strano il fatto che non fossi intervenuto come hai fatto in altre situazioni.
    p.s. di testa ne ho una sola quindi, bene o male, ho sempre ragionato con questa.

  37. Spero che, alla fine, la decisione che prenderanno sarà la più saggia: la gente non ha bisogno di machiavelismi, la gente semplicemente ha dei “bisogni”.
    E’ di oggi la notizia della gente che, sempre numerosa e spesso italiana, si rivolge alla Caritas.
    E’ di pochi anni il fatto che i prezzi delle case e degli affitti sono schizzati talmente in alto, e nel frattempo gli stipendi e i contratti di lavoro sono andati peggiorando, da rendere difficile la situazione di molti nuclei familiari e di singole persone.
    …onestamente, alla luce di queste cose, a me di Monachesi presidente di commissioni non me ne può fregare di meno.

    Daniele_Sole

  38. Rispondo a Daniele Sole. Ciao Daniele (e ciao tutti), quello che tu scrivi sui problemi della gente è vero, purtroppo…. ma è proprio perché ci sono questi problemi che bisogna scegliere con attenzione chi ci rappresenta e interessarsi a questioni come quelle poste da Marco e altri. Altrimenti se si verificano problemi come questi, che mi pare chiaro che sorgano solo per questioni di spartizione di poltrone e di opportunità politica, come possiamo pretendere che chi ci governa sia capace di risolvere i problemi dei cittadini…?

    Sinceramente sono rimasta molto amareggiata da questa vicenda.
    Il Presidente del Consiglio Comunale deve essere super partes,se l’IDV vuole (ed è anche suo diritto) essere rappresentata nelle commissioni consiliari e se come ha scritto Simeone c’è un rischio di illegittimità degli atti amministrativi in caso la mancata presenza di questo partito, allora Monachesi partecipi pure a tutte le commissioni, ma non faccia il Presidente del Consiglio Comunale. Non è molto difficile, dopotutto…
    Non capisco perché non ci abbiano pensato prima.

    Non si stupiscano poi i politici se la gente non va a votare, mi pare che le ultime elezioni siano state un segnale chiaro.

    In tempi economicamente difficili come questi, poi, e con una spesa pubblica già fin troppo elevata, anche il numero degli assessori al Comune di Senigallia poteva tranquillamente rimanere quello di sette.
    La nomina di un assessore in più, con non pochi costi e spese in più, di questi tempi… francamente è sconfortante…

  39. Credo che aver eletto Monachesi presidente del consiglio comunale sia stato un grosso errore politico della maggioranza. Per i vari motivi che sono stati detti e stradetti il principale dei quali è il fatto che, essendo saltato dall’opposizione alla maggioranza nella scorsa legislatura, non gode della stima della minoranza e nemmeno in maggioranza “stravedono” per lui. Questo per chi deve ricoprire un ruolo istituzionale super-partes è un grosso handicap.

    Il motivo principale però è che è evidente che la carica di presidente del consiglio comunale è stata inserita in maniera impropria all’interno della trattativa per la composizione della giunta: non diamo un assessorato all’IdV ma gli diamo la presidenza del consiglio comunale. Se in fondo è corretto che il Sindaco nel scegliere gli assessori tenga conto, oltre alla competenza, anche alla rappresentatività delle forze politiche che lo sostengono non trovo giusto che questo criterio venga esteso alla presidenza del consiglio comunale: giunta e consiglio comunale sono due cose ben distinte e tali dovrebbero restare. Da quello che si è capito la soluzione Monachesi presidente del consiglio e non assessore è stata un’esigenza e una richiesta dell’IdV per suoi problemi interni, il resto della maggioranza ha accondisceso, secondo me ha fatto male ad accondiscendere.

    Nel parlamento nazionale una volta era prassi eleggere presidente del consiglio un esponente dell’opposizione, ora non si usa più da tempo. Nel consiglio comunale senigalliese non so se è mai stato così, certo che sarebbe un ottima cosa, dovrebbe essere messo nello statuto o nel regolamento. Il motivo è semplice: un presidente del consiglio dell’opposizione è praticamente costretto ad essere super-partes, potendo la maggioranza sfiduciarlo in qualsiasi momento, un esponente della maggioranza no, se d’accordo con la maggioranza decide di mettersi al suo servizio la minoranza non ha i numeri per farlo decadere.

    Tutto ciò detto è mia convinzione che, proprio perché parte con tutti questi ostacoli, Monachesi, sicuramente persona ambiziosa, se è intelligente e non ho nessun elemento per pensare che non lo sia, farà di tutto per accreditarsi come super-partes e per acquisire quella statura politico-istituzionale che al momento non ha. L’esperienza insegna che spesso sono più le cariche che influiscono sui personaggi politici di quanto i personaggi politici non influiscano sulle cariche.

    Sulle questioni regolamentari sono completamente d’accordo con Gaspa. Aggiungo solo, per chi fa dei paragoni assurdi con le “leggi ad personam” a cui siamo abituati a livello nazionale che qui non si sta discutendo di articoli della Costituzione e nemmeno dello Statuto Comunale ma di un semplice Regolamento, modificabile a maggioranza semplice, del quale il “caso Monachesi” ha messo in luce una contraddizione. L’eventuale modifica sarebbe quindi “ad casum” e non “ad personam”. Il caso in cui l’unico esponente di un gruppo consiliare venga eletto presidente del consiglio secondo il regolamento vigente non può partecipare alle commissioni (cosa che invece lo Statuto garantisce)creando in qualche modo un deficit di rappresentanza. Nel consiglio attuale sarebbe potuto succedere per Marcellini, per Paradisi (se Marcantoni si dimetterà da consigliere), per Rebecchini nel caso cambi idea e non entri come ha annunciato nel gruppo di Mancini.

  40. Sono pienamente d’accordo con Valeria e con la prima parte del commento di Leo; sulla seconda parte dissento pienamente perchè quello che dici è giuridicamente inesatto e il paragone con le leggi ad personam calza a pennello; far finta di nulla è da ipocriti.

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