A proposito di rifiuti: il THOR

THOR

Quanto scrivo non è affatto un contributo originale. Stendo queste righe, a proposito di “mondezza”, solo per presentare un sistema di cui da diverse parti si è fatto cenno in più occasioni. Di recente è avvenuto anche qui nel nostro territorio, ma l’impressione che ne ho riportato è che del sistema se ne sia parlato un po’ a scatola chiusa, quindi in maniera approssimata e superficiale.

Grazie alla cortesia di una collega dell’ufficio stampa del CNR, a cui va ancora un grazie sincero per la immediata disponibilità, dispongo di alcune immagini e di una buona documentazione. Soprattutto posso pubblicare questo lavoro scientifico, redatto dal dr. Paolo Plescia che di fatto l’inventore, o meglio il responsabile del progetto THOR, progetto che è frutto dell’attività di ricerca di un gruppo del CNR che ha avuto inizio nel 1997.

L’acronimo THOR sta per Total House-waste Recycling e si riferisce a questo sistema, tutt’ora in fase di sperimentazione, destinato alla raffinazione dei rifiuti solidi urbani. L’impianto, come risultato finale, è destinato a produrre il cosiddetto CDR, cioè il combustibile solido da rifiuto. Allo stesso tempo però è anche finalizzato – e questo a mio avviso è l’aspetto più importante – ad “eliminare le componenti tossiche del rifiuto e ad aumentarne l’omogeneità”. In particolare si possono separare tutte quelle sostanze inorganiche e quei composti organici che rendono poi problematico l’utilizzo del combustibile. Infatti il sistema THOR riesce agevolmente a separare tutte le componenti inorganiche che non solo diminuiscono il potere calorifico del CDR, ma che di fatto provocano gravi problemi in quanto si ritrovano poi nelle scorie a valle della cosiddetta termovalorizzazione, o meglio termodistruzione.

THORMi preme sottolineare come questi impianti siano realizzabili anche su piccola scala e quindi possano essere localizzati, distribuendoli sul territorio senza grandi impatti, e con evidenti vantaggi dal punto di vista ambientale e dell’economia energetica.

Come funziona il sistema? In sostanza il rifiuto viene trattato come se fosse una “materia prima minerale“, riducendo la “pezzatura”, cioè le dimensioni delle sostanze, fino a poche decine di micron (millesimi di millimetri). Il processo avviene in una specie di mulino, che lavora con un particolare tipo di moto, agendo dapprima per attrito e poi per urto. Queste condizioni portano alla fine, come ben spiega l’Autore, alla distruzione a livello molecolare dei prodotti. Quando ciò si è realizzato il prodotto è sottoposto a flottazione e ciclonatura riuscendo così anche a separare la più critica frazione, quella che contiene cloro, responsabile alla fine della tanto temuta diossina, purtroppo presente nei fumi degli inceneritori.THOR - schema del processo completo

Le prove di laboratorio hanno offerto risultati davvero incoraggianti e così sembra che sia anche per il resto dei parametri, nell’analisi della fase di sperimentazione che è in corso, attualmente, in un impianto realizzato in Sicilia. Vi sono anche esperienze compiute dall’altra parte del globo, in Australia, che fanno ben sperare.

Infine vorrei sottolineare come un parametro da non trascurare, i costi di gestione, sembra siano molto contenuti. Orientativamente vengono indicati a livello di due terzi degli attuali importi dei oneri correnti per lo smaltimento degli RSU. Va detto ed evidenziato che su questo fattore ci sono, non a caso, evidenti e macroscopiche differenze nelle diverse realtà territoriali del nostro paese.

Tenere gli occhi aperti quindi sul THOR: anche questa potrebbe essere, finalmente, una buona notizia.

35 pensieri riguardo “A proposito di rifiuti: il THOR”

  1. Finalmente! Complimenti Gianluigi. Da quando Franco Giannini sulla Piaga di Velluto ci aveva fatto rimbalzare questa notizia che mi sembra quanto mai interessante ho cercato a varie riprese approfondimenti in rete trovando soltanto lo scarno comunicato del CNR replicato in tutti i modi possibili, ma nulla di più. A quello che mi risulta Popinga è il primo organo d’informazione che pubblica elementi e dati per approfondire e valutare. Vengono ancora dal CNR e da chi ha fatto l’invenzione, mancano completamente, per il momento, valutazioni qualificate di tecnici e scienziati “altri”, mi fa un po’ strano che ancora non ce ne siano, vista l’importanza della cosa in generale e, tanto più, in questo periodo particolare in Italia. Ho letto il documento e lo rileggerò ancor più attentamente, ma è evidente che per capire bene e farsi un opinione sulla cosa occorrerebbe ben altro, studi,valutazioni e verifiche di addetti ai lavori, scientifici ed economici.

    Una cosa non ho proprio capito: questa tecnologia si propone come alternativa, più vantaggiosa economicamente, anche alla raccolta differenziata come afferma all’inizio o come integrazione per risolvere al meglio, dopo la differenziazione, il trattamento di quello che avanza come sembra proporre più avanti?

  2. A proposito del mitico THOR, riporto dal sito del CNR:

    [A partire da un] impianto THOR, attualmente in funzione in Sicilia (…) è possibile utilizzare il prodotto sia come combustibile solido o pellettizzato oppure produrre bio-olio per motori diesel attraverso la ‘pirolisi’. In questa direzione va Thor, un sistema sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme alla Società ASSING SpA di Roma.

    Un primo commento è d’obbligo: un centro di ricerca pubblico che rimanda ad uno privato (la ASSING è una SpA, fondata nei primi anni 70 del secolo scorso) e non direttamente al costruttore, mi sa di “inciucio”… magari per finanziarsi la ricerca e trovare sponsor istituzionali o meno.

    Quanto al THOR, è un impianto tecnologico che produce Combustibile Da Rifiuti (CDR) di qualità che, messo in un cancrovalorizzatore “Pirolissizzante”, ricava bio-olio rilasciando emissioni in atmosfera. Il Dr. Plescia (ricercatore del CNR e tra i padri del rivoluzionario impianto), invitato in diverse trasmissioni radio-televisive, ha sempre detto che il THOR si inserisce solo e soltanto a valle della raccolta differenziata: ma quando una raccolta differenziata funziona (>70-75%%) che senso ha il THOR?
    N E S S U N O, se non quello di continuare a spendere soldi pubblici per costruire nuovi impianti tecnologici miracolosi, a far prendere nuovi appalti all’amico di turno, a continuare a propugnare l’era del consumismo sfrenato… tanto c’è THOR!

    La tecnologia non ha mai fatto miracoli e la legge della conservazione della materia (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma) si applica anche alle mitiche imprese del THOR. Un corretto bilancio del funzionamento dell’impianto, che di miracoloso non ha nulla, impone di valutare i prodotti in ingresso e i prodotti in uscita (CDR+polveri+ceneri+emissioni in atmosfera). Se tra i prodotti in ingresso vi sono plastiche o residui legnosi (come per l’impianto siciliano), in uscita avremo sempre e comunque emissioni inquinanti, oltre al CDR.

    Riprendendo un testo del dr. Plescia in merito al THOR si legge:

    THOR permette di effettuare le seguenti operazioni:(…)
    – trasformazione della frazione non recuperabile (misti di cellulose, plastiche e organici) in farine combustibili ad elevato potere calorifico (…)
    Questi i dati di processo:
    – 50 ton di rifiuto in ingresso, delle quali 30 % di carta, 30 % di plastica, 10 % di metalli e 30 % di organico con il 70 % di acqua (circa 10.5 ton)
    – in uscita abbiamo 5 tonnellate di metalli recuperati e 38 tonnellate di combustibile micronizzato. Tale prodotto ha un potere calorifico di 20-23 MJ/kg e tramite pirolisi tra 550 e 700°C può essere convertito in circa 20 tonnellate di olio leggero, acqua (vapore), CO e CO2 e tracce di metano. L’olio può essere utilizzato immediatamente (Diesel navale, con catalizzatore e filtro assoluto per il particolato).

    Dunque, facendo un semplice calcolo matematico, se da 50 tonnellate in ingresso ottengo 5 ton. di metalli e 38 ton. di combustibile, mancano all’appello 7 tonnellate.
    Che fine hanno fatto? Il Dr. Plescia ha trovato il sistema di far scomparire la materia, in barba agli attuali principi della fisica e della chimica?
    Oppure sono da considerare tra gli scarti di lavorazione e le emissioni in atmosfera?

    Allora e ancora, l’unica strada da imboccare, senza fantasticare verso miti prometeici, per risolvere sin da subito il “problema” rifiuti è questa:

    1) riduzione di imballaggi e materiali di scarto (boicottare le ditte che producono materiali non riciclabili; obbligare per legge le ditte a produrre materiali completamente riciclabili)

    2) riuso (favorire la circolazione di materiali che possano essere sempre riutilizzati)

    3) riciclo (raccolta differenziata spinta + filiere riciclaggio prossime ai siti di raccolta, così da garantire un uso infinito delle materie riciclabili)

    4) compostaggio domestico e/o industriale della frazione organica/umida (si recupera il 10’0% dell’energia in essi contenuta)

    5) Trattamento Meccanico Biologico a freddo (TMB), per la parte residua di rifiuti non riciclabili, per ridurne il volume.

    Un esempio di come le cose funzionano, se solo c’è la buona volontà e l’applicazione di tecnologie semplici? Eccolo qui: http://www.centroriciclo.com
    Si tratta del CENTRO RICICLO di VEDELAGO (TV) diretto dalla Sig.ra Carla Poli, con 62 dipendenti (NB: l’inceneritore-termovalorizzatore di ASM di Terni, attualmente sotto sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria, ne ha 32 !).
    A valle di una raccolta differenziata spinta, il centro utilizza la quota di rifiuti non riciclabili con un sistema di trattamento definito “ESTRUSIONE PER ATTRITO”, da cui fuoriesce una sabbia inerte da riutilizzare per l’edilizia o per altri usi.

    Fatemi sapere cosa ne pensate!
    Salutissimi
    David Fiacchini

  3. Faccio alcune considerazioni sull’intervento di David Fiacchini.
    Se le cose che promette il Thor sono vere, ed è questo secondo me che andrebbe verificato attentamente, allora questa tecnologia non mi sembra affatto in contrasto con la filosofia generale sulla gestione dei rifiuti che David propone, anzi. L’home page dell’azienda di riciclo proposta come modello da Fiacchini riporta:
    “Ci sono oggi ampie opportunità tecniche e giuridiche per valorizzare i rifiuti. La gamma di materie prime secondarie si sta oggi allargando anche in Italia a interi settori industriali alimentati da materie prime originate dai rifiuti.
    I rifiuti che invece non hanno caratteristiche sufficienti per essere materie prime secondarie devono, anzitutto, essere ridotti alle minime quantità possibili e poi possono essere avviati, previo trattamento, al recupero energetico per combustione o ad altre destinazioni, quale, per esempio, l’utilizzo nelle lavorazioni in calcestruzzo.”
    Mi sembra sostanzialmente la stessa cosa che ci dicono possa fare Thor, con la differenza, secondo le conclusioni di chi lo ha ideato e lo propone, che Thor lo farebbe meglio, in maniera più ecologica ed economica.
    Dice Plescia:
    “Il sistema di trattamento messo a punto può essere integrato facilmente con impianti GIA’ ESISTENTI, ad esempio filiere costituite da sistemi di raccolta differenziata, compostaggio e termodistruzione. In questo caso il sistema THOR si pone dopo la separazione della frazione compostabile e prima della termodistruzione e permette di ottenere un altro prodotto, micronizzato e pulito, adatto alla termovalorizzazione ma anche all’impiego in industria chimica.”
    In questo senso sarebbe anche minimizzato il rischio del “continuare a propugnare l’era del consumismo sfrenato… tanto c’è THOR!”

    Le sette tonnellate che mancano al conto, se ho capito bene, non sono sparite magicamente ma sono in gran parte acqua (10,5 ton nelle 50 iniziali) espulsa in vario modo durante il ciclo.

    Infine. Quello che non ritengo in ogni caso condivisibile è il considerare, come fa Plescia, il combustibile che si ricava dalla mondezza come energia rinnovabile.

  4. A tutti gli interessati (impianto THOR):

    informo che oggi vi sono state riprese televisive di numerose reti nazionali ed estere presso l’impianto in funzione in Sicilia, che il Dott. Paolo Plescia ha mostrato in funzione (riprese possibilmente già messe in onda in data odierna).

    Presto sarà inoltre disponibile anche un sito web dove verrà pubblicato dal Dott. Plescia materiale relativo alla tecnologia e all’impianto — materiale che invito ad approfondire perché il sistema appare molto promettente (seguiranno dettagli in merito.

  5. Solo per precisare alcune osservazioni avanzate da David mi corre l’obbligo prima di tutto di affermare che non condivido le sue insinuazioni sulla società che lavora al progetto THOR. Per quel che so io il gruppo di ricercatori del CNR, che fa capo ad Dr. Plescia, non è composto di fabbri, muratori, elettricisti ed operai addetti a trasportare la “mondezza”. Ecco perché, dopo lo studio teorico, per realizzare un progetto sperimentale occorre coinvolgere una ditta che fa questo genere di lavori da anni.
    Sempre da quel che ho letto mi risulta che l’impianto possa essere messo in opera anche laddove la raccolta differenziata non può essere praticata, oppure lo si fa è in malo modo. Ad esempio sono ipotizzati impieghi nelle isole dove la gestione dei rifiuti, come anche un profano comprende, è assai più problematica che nella terraferma.
    Usando nel discorso certi termini, ad esempio quando dici “cancrovalorizzatore “Pirolissizzante” “, e lo fai con una certa disinvoltura, io ci andrei più cauto. Lasciamelo dire per la formazione avuta, proprio in queste materie: per la chimica, la fisica, etc. io non credo se non a quello che vedo. Quindi dirò che hai ragione quando avrò dati sotto mano, dati precisi riferiti all’impianto ed analisi specifiche sia qualitative che quantitative.
    Mi sembra ineccepibile l’osservazione che non si debbano sprecare risorse pubbliche pensando a ” nuovi impianti tecnologici miracolosi “. Bene, ma se non facciamo fare un po’ di ricerca nemmeno a quelli del CNR, diciamo pure su un filone che non sembra premiante rischiamo d’essere esattamente come quei bravi signori che vogliono far ricerca sulle cellule staminali, purché non siamo embrionali!
    Infine un ulteriore osservazione (ma sento di aver tralasciato altri aspetti e quindi tornerò sull’argomento!): la mia convinzione personale e che non si debba sprecare la sostanza organica. Sai perché? Semplicemente in quanto “adoro” il processo della fotosintesi clorofilliana e ho un vero orrore per l‘inevitabile avanzamento dell’entropia. Cerco di tradurre il concetto: ad esempio scrivendo che è una follia (dal punto di vista energetico) bruciare metano o gasolio per riscaldare una serra dove si coltivano zucchini e pomodori. Quante ce ne sono tra la tua casa e la mia? Le abbiamo mai criticate?

  6. Non vorrei entrare nel merito tecnico, distante anni luce da me.

    Guardo solo con diffidenza alla formazione di qualsiasi economia in scala che si basi sullo sfruttamento dei rifiuti.

    L’impressione è che trasformando i rifiuti in una forma di energia, il bilancio energetico fra produrli, trasportarli e riciclarli non potrà mai essere conveniente. Produrli e trattarli sarà sempre più costoso dei ricavi che si avranno nel trasformarli in energia. E sapere che riscalderò la mia casa con la plastica che conteneva la mia merendina sarà di ben poca consolazione.

    Ma nel frattempo avremo costruito un’economia che ci gravita attorno e saremo costretti a tenerla in vita artificialmente. Finisce sempre così.

    Perseguirei la strada del packaging completamente riciclabile, anche perchè c’è già un’economia parassitaria che vive del package poco riciclabile.

  7. Rispondo all’ex assessore regionale all’ambiente Mazzufferi, che giustamente si sente come “S. Tommaso” (ma credo sia lo spirito critico presente nel DNA di naturalisti, biologi e non solo): in rete e presso le biblioteche delle Università di Medicina si trovano decine e decine di studi (epidemiologici e oncologici) relativi alle patologie causate da polveri e sostanze chimiche derivanti dai processi di combustione (incenerimento compreso).
    Uno studio molto interessante ha riguardato il territorio del comune di Forlì, dove è in attività un cancrovalorizzatore e dove si sono riscontrati dati epidemiologici che fanno accapponare la pelle (e non solo!). E’ pubblicato sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Salute, ora sono fuori casa e non ho il mio pc (se vuole scrivermi in privato per ricevere il materiale, Andrea e Marco hanno la mia e-mail).
    Salutissimi e buona giornata ai frequentatori di Popinga!

  8. Ritorno sul tema, anche se non debbo fare il difensore d’ufficio del THOR, tanto più del CNR. Lo scopo del mio scritto su questo sito era solo di fornire una più ampia informazione su un argomento che era passato volo d’uccello sulle pagine dei quotidiani diffusi in zona, sui blog di amici, ma anche alla radio.
    Ciò avendo sempre presente quanto scriveva Luigi Einaudi: ” Conoscere per deliberare”.
    Già il commento di Leonardo spiega il mistero delle sette tonnellate mancanti: l’acqua. A me interessa ancor di più che non si escluda, per pregiudizio, una soluzione e si privilegi un’altra, magari con un pizzico ipocrisia. Quando sempre Leonardo riporta, dalla home page dell’azienda modello di Vedelago per la raccolta differenziata, citata da David, questa frase “…al recupero energetico per combustione o ad altre destinazioni, quale, per esempio, l’utilizzo nelle lavorazioni in calcestruzzo.
    Non posso sottacere che la destinazione finale per il “calcestruzzo” è , a mio avviso, un impiego del tutto paragonabile al malcostume che vorrebbe affogarci dentro qualcosa per non vederlo,per dimenticarlo. Vado a rispolverare qualche antica conoscenza acquisita all’istituto tecnico per geometri all’inizio degli anni ’60 e mi spiego meglio. Il calcestruzzo di qualità lo si fa con buoni componenti e purtroppo sappiamo anche quali debbono essere. Proprio quelli provenienti dalle cave, le stesse che a noi ambientalisti danno non poco fastidio. Però se non c’è di meglio sulla piazza una larga serie di inerti, anche quelli provenienti dal trattamento degli RSU, può essere impiegata, eccome. Basta valutare bene quale sarà l’impiego finale del ”beton”. Spero d’essere stato chiaro !
    Ai commentatori più assidui offro una possibilità: se mi fate avere via mail tre o quattro quesiti precisi sul THOR penso di sottoporli al Dr. Plescia e di avere presto una risposta. Da parte mia c’è l’impegno di mettere subito on-line questo materiale. Ovviamente sempre qui su Popinga!

  9. Pingback: Popinga
  10. Ho atteso che venissero pubblicati i video delle riprese fatte da varie testate televisive italiane sull’impianto sperimentale TORRE-1 di Capo D’Orlando prima di rispondere ai dubbi espressi in questo blog.

    Anzitutto una precisazione: qualsiasi ricerca industriale che voglia portare ad un risultato concreto va studiata per anni prima di metterne i risultati sul mercato. E’ quello che abbiamo fatto noi: dal 1999 al 2003 abbiamo studiato il processo meccanico di raffinazione con un co-finanziamento pubblico (al CNR) e un co-finanziamento privato; dal 2003 ad oggi abbiamo realizzato due prototipi, finanziati interamente da soldi privati e continuato a studiare la meccanochimica, branca “economica” della chimica che permette di ottenere molte reazioni chimiche senza emissioni o prodotti collaterali pericolosi.

    Secondo: Non capisco i dogmi, non li condivido e penso che chi ne fa uso utilizzi gli stessi meccanismi mentali di un talebano. Un dogma è certamente la raccolta differenziata, che tanto piace in Occidente.
    La pratica della RD è virtuosa se funziona sia nella raccolta che nell’utilizzo. Molte materie recuperate non possono essere impiegate per produzioni di pregio perché difficilmente compatibili con gli attuali standard di qualità, oppure semplicemente perché vietato per questioni igienico sanitarie. Ecco quindi che risultano necessarie altre strade per recuperare.
    Se chi critica si fa una ricerca su internet scoprirà che esistono molti progetti di ricerca basati sulla “omogeneizzazione” di plastiche di recupero. Tali necessità nascono dalla impossibilità ad eseguire la iniezione di plastiche in stampo quando ci sono elementi differenti per tipo e densità. Viceversa, tali materiali se compatibilizzati diventano materie prime.
    THOR permette di compatibilizzare, separando prima e omogeneizzandoli dopo, le materie plastiche, oltre a separare dapprima tutto ciò che può essere recuperato (e nel caso dei metalli, meglio di quanto fa il privato cittadino), modifica la struttura dei polimeri addensandoli e rendendoli omogenei e infine prepara un materiale combustibile.
    THOR fa uso del cosiddetto SOVVALLO, cioè la frazione che non può essere recuperata; non a caso sorge all’interno di un’azienda ospitante, che come mestiere fa proprio recupero di frazioni plastiche e cartacee. D’altronde THOR nasce per dare una mano a quei comuni che non ce la fanno ad instaurare subito un regime di RD ad elevate percentuali e quindi può adattarsi a differenti regimi.

    Terzo punto: i bilanci di massa. Le 7 tonnellate mancanti sono acqua e CO2, che comunque vengono perse.

    Quarto punto: tutte le polemiche che accompagnano qualsiasi innovazione destano sospetto. Ma mi chiedo: il Sig. David è veramente convinto che fare la cernita a mano utilizzando uomini al posto delle macchine, persone che per mestiere smistano la spazzatura, sia una cosa corretta?

    La società che è stata citata dal Sig. David (tra l’altro, di meccanico biologico ci sono esempi in tutta Europa, perché proprio quella?) impiega 62 persone, quante sono quelle che fanno il lavoro di cernita?

    Mi chiedo poi quali dati il Sig. David ha a disposizione per giudicare un processo rispetto ad un altro: forse la simpatia per il termine “ESTRUSIONE PER ATTRITO”? I trattamenti meccanici, caro David, sono praticamente tutti uguali. La differenza consiste solo nel tipo di macchine impiegate. THOR impiega un trattamento meccanochimico, profondamente diverso anche per tipo di azione che ha nei confronti del materiale. Tanto per darle un’idea, la molecola dell’antracene (idrocarburo policiclico aromatico) o del PCB (policlorobifenile) viene “spezzata” nel mulino meccanochimico che usiamo, in molecole più semplici fino ad ottenere acqua e CO2 ( se le interessa le mando le pubblicazioni fatte da altri, non da noi), le risulta che il suo “meccanico” fa altrettanto?

    Ultimo punto: chi è interessato al THOR sono i privati, non le municipalizzate, quindi i soldi che, mi auguro, arriveranno al privato che ha investito, derivano dalle attività private e non sono soldi pubblici. In Italia le municipalizzate fanno “cartello” insieme ai gestori di grandi impianti (discariche e inceneritori), prova ne sia la difficoltà di liberalizzare il mercato dello smaltimento, gestito ormai solo dai grandi gruppi.

    Concludo: a chi interessa, tra qualche giorno riuscirò a far realizzare il sito web per vedere in diretta come si lavora in impianto. Il sito tarda a venire fuori per atavici problemi di burocrazia interna. In esso saranno disponibili le pubblicazioni e le analisi (ovviamente non fatte da noi, altrimenti sarebbe troppo facile… Ovviamente chi vuole può, previo appuntamento, venire a trovarci e a visionare di persona. Ma sbrigatevi perché l’impianto non rimarrà per molto a Torrenova; appena terminati i lavoro e i test ce ne andiamo, spero in qualche paese dove non si spara alla cieca.

    Paolo Plescia

  11. Ringrazio il Dr. Paolo Plescia del CNR che ci ha fatto l’onore di rispondere in diretta qui su Popinga. E’ stato molto disponibile, così ha anche accorciato il giro delle domande che m’ero offerto di sottoporgli, a nome dei nostri lettori.

    Il suo intervento è, dal mio punto di vista, assai chiaro e del tutto esaustivo per quanto riguarda le spiegazioni sul processo. Va detto che comunque lo stesso era già ben descritto nel materiale documentario che ho allegato. Infine per quanto comprensibile addolora la pur logica conclusione che prelude ad una fuga, ragionamento che di frequente dobbiamo purtroppo ascoltare nel nostro paese.

    Aggiungo solo una considerazione, forse di basso profilo, ma che lascia ampie possibilità di approfondimenti su più larga scala. Tre giorni fa, come sempre faccio, ho conferito le varie frazioni della raccolta differenziata di casa mia al centro di raccolta della mia città, di circa 40.000 abitanti. Separazione accurata per giorni e giorni, viaggio in auto per circa sei chilometri andata e ritorno. Avendo impiegato anche mezz’ora di tempo alla fine mi hanno accreditato 27 centesimi in totale (da detrarre sul costo di smaltimento degli RSU dell’anno prossimo); certo però ho riportato a casa un pizzico di buona coscienza. Dimenticavo di dire che il sito di raccolta è presidiato, a tempo pieno, da un dipendente comunale e che quel mattino, poco dopo le 11.15, ero la quinta persona ad utilizzare il servizio! Abbiamo, almeno a grandi linee, un’idea dei costi energetici e di quelli generali di tanto complesso marchingegno?

    Quindi concludo sottoscrivendo anche io una affermazione controcorrente, molto forte, espressa dal Dr. Plescia:

    Non capisco i dogmi, non li condivido e penso che chi ne fa uso utilizzi gli stessi meccanismi mentali di un talebano. Un dogma è certamente la raccolta differenziata, che tanto piace in Occidente.

  12. Grazie Dr.Plescia, un intervento il suo, veramente chiarificatore!
    Almeno per tutti coloro che credono nella scienza e nella tecnica e che non si ostinano con uno sciocco andare contro corrente a “prescindere”, per opportunismi intesi in senso molto lato.
    Franco Giannini

  13. THOR: interviste televisive e alla radio su internet

    Ad integrazione delle informazioni già da me date (commento n. 10 nel blog), e parziale rettifica di quanto da me indicatovi nel commento n. 8 che precede, vi riassumo qui di seguito e in ordine cronologico recenti interviste su THOR:

    RADIO RAI 1 – ZAPPING (10 gennaio 2008):
    http://www.radio.rai.it/radio1/zapping/view.cfm?Q_EV_ID=237920&Q_PROG_ID=107
    (intervento del Dott. Plescia a partire circa da 23:27)

    Sky TG24 (29 gennaio 2008):
    http://www.skylife.it/videoTg24Single/61701

    La7 (31 gennaio 2008)
    http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=8383&cat=cronaca

    SAT2000 (1 febbraio 2008):
    http://mediaserver.glauco.it/RecCMS/OpenPopup.jsp?data=01%20febbraio%202008&link=http://mediaserver.glauco.it/Sat2000/2008/02/Tg200020080201.asx
    (non è elencata nei titoli, ma è la notizia di apertura)

  14. Anche io voglio ringraziare il dott.Plescia, Quando, sono usciti i primi articoli sul progetto, ne ho informato il mio assessore all’ambiente (comune di Ragusa)per vedere se un impianto del genere si potesse trasferire nella mia città, lui ne sarebbe stato felice, ma per colpa degli ato ambientali che si sono formati in sicilia, ciò non è possibile,per adesso e mi spiegava che l’impianto di Capo d’Orlando è stato possibile installarlo solo in via sperimentale cmq lui spera che il sistema thor venga integrato nel sistema rifiuti della Sicilia
    Caro dott. Plescia capisco la sua amarezza dei tanti signor “NO” a prescindere, ma la prego resista resista. con stima
    Alessandro Della Mea

  15. Caro dott. Plescia, ho appena conosciuto il suo progetto tramite una trasmissione televisiva Rai e ne sono rimasta entusiasta. Le scrivo per chiederle di non andare via dalla Sicilia e di resistere. La saluto da Catania con gratitudine e ammirazione.

  16. A tutti coloro che sono interessati, l’impianto presente in Sicilia ha superato le prove funzionali e presto entrerà in azione. Per l’Ing. Roveri, che continua ad analizzare le mie frasi, voglio dire che non ho esperienza di dialettica via blog, ma se vuole confrontarsi nelle sedi di convegni o seminari nessun problema, oppure potrebbe farsi una gita presso il sito dove abbiamo l’impianto e rendersi conto di persona della innocuità del sistema. O forse devo ritenere che la sua aggressività sia derivante da un interesse personale, caro ingegnere?
    Comunque nessuna paura: non si potranno realizzare impianti alternativi ai termovalorizzatori o alle discariche visti i piani rifiuti presenti in Italia.

    PP

  17. Caro dott. Plescia
    Sono uno studente di Ing. per l’ambiente e il territorio all’Università di Palermo. La tematica dei rifiuti e dell’energia mi affascina, e da tempo mi arrovello per cercare di trovare soluzioni alla realtà che mi circonda; ho fatto un’esperienza di tirocinio presso il Settore Ecologia del Comune di Trapani e ne sono uscito quasi avvilito. ho cercanto di informarmi sulla tecnologia da lei proposta e non le nego che inizialmente ero molto titubante. Gli articoli a proposito erano molto generali e non spiegavano come determinati processi si svolgevano. Entrando un pò più nel dettaglio, e grazie alle sue spiegazioni ho capito un pò meglio il funzionamento del macchinario, e sono abbastanza convinto che effettivamente possa funzionare e possedere quei pregi riportati nei vari articoli. Però vorrei sollevare una questione: non credo che oggi il problema rifiuti sia risolvibile grazie a qualche tecnologia, per quanto pulita possa essere, e neanche penso che le azioni tampone possano servire a qualcosa a lungo termine; penso che la questione rifiuti vada risolta e livello culturare, sociale e sistemico: ridurre le produzioni di merci inutili, sovvertire la logica del consumismo sfrenato, eliminare l’usa e getta, usare materiali biodregradabili al 100%, progettare filiere corte, annullare inutili esportazioni e importazioni, incentivare il mercato interno, tagliare gli imballaggi, promuovere il riciclo interno; tutto ciò fino ad eliminare la concezione di rifiuto in quanto tale, cancellare dagli schemi mentali l’idea di prodotto di scarto. Ho paura che una tecnologia che riesca a trattare in maniera eccellente i rifiuti indifferenziati, innesci un processo di giustificazionismo, per cui la gente sia spinta a pensare che produrre rifiuti indifferenziati va bene “tanto vengo trattati senza inquinare”, innescando un circolo vizioso che mantenga inalterata la mentalità vigente.
    Sono certo della buona fede e dei nobili scopi delle vostre ricerche, ma credo che la questione vada analizzata sotto tutti i punti di vista, compreso quello culturale.
    Chiedo scusa se posso in qualche modo essere sembrato offensivo.
    ME

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  19. Non conosco il THOR, ma per quanto esposto dal suo “ideatore” il principio è valido. E’ ancora èpiù valido se applicato nella mia città, Bolzano, dove si vuol fare un nuovo inceneritore, lasciamo perdere il famigerato termine “termovalorizzatore”, a circa 500 metri da un costruendo nuovo rione abitativo, per servire tutta la provincia di Bolzano. Una domanda mi sorge: la sua “efficacia” è applicata anche per la distruzione del TETRAPAK, quella schifezza che la socetà moderna usa smpre più.
    Grazie per una concreta risposta.

    Però sono anche un sostenitore del principio ben esposto da Matteo Cincos. Se invece di tutti i contenitori usa e getta di tetrapak, le bottiglie di PET per l’acqua minerale (o quasi) per bibite varie, bottiglie non usate in Austria ed in Germania, le bottiglie di vetro usa e getta, le bottiglie del vino sempre usa e getta, dei liquori, solo per fare alcuni esempi, si usassero contenitori non solo riciclabili ma bensì riutilizzabili, previa preparazione ben s’intende, con una cauzione al momento dell’acquisto, come fanno in Austria, non sarebbe un buon risparmio di energia? L’energia è il problema che sta alla base della vita. Dall’energia disponibile che si ha lo sviluppo.
    La birra Peroni che si beve a Bolzano, o la Forst che si beve a Palermo, tanto per fare degli esempi, perchè devono usare bottiglie usa e getta, ciò dovuto al fatto che il costo di trasporto per il ritorno non è conveniente. Vedere poi che in Francia sulle coste dell’Atlantico si beve acqua minerale S.Pellegrino, veramente sconcerta. Da queste incongruenze che nascono le necessità di avere quegli oggetti chiamati ….TAV. Asserire che lo sviluppo di una socetà dipende dai consumi anche non opportuni, è quanto di più stupido possa essere. Contro tali principi si basa la politica in Austria e in Germania, che conosco bene, e non mi sembra che siano socetà dal ridotto sviluppo.
    PF

  20. Ing. Plescia, dopo aver letto, molto velocemente, quanto scritto sopra, resto, se possibile, ancora più convinto delle bontà del Vs. progetto…. A malincuore, le consiglio di fuggire da questo paese, in primo luogo, per evitare che qualcuno attenti alla sua persona ( Sa… lei sta mettendo in serio pericolo, un business immenso sviluppato sulla salute/malattia di noi cittadini).
    In secondo luogo, come lei avrà potuto constatare negli anni, passando per altri progetti molto validi, se certi progetti si realizzano in altri paesi, dopo e solo dopo, avrà la grande soddisfazione di avere richieste dal paese che l’ha esiliata (Professionalmente parlando, ovvio).
    Eh si, perchè noi italiani, amiamo solo ciò che viene prodotto in paesi esteri… vede, se lei avesse avuto un cognome tipo… Von Plesciak, qui, nessuno avrebbe messo in dubbio la bontà del progetto.
    Quindi, se posso, le do un consiglio… vada a produrre il THOR in un paese qualsiasi, meglio se del III° mondo, e poi, lo venda a questi cialtroni facendolo pagare almeno 3 volte quanto vale (solo in questo modo sarà ritenuto un prodotto valido), e ci scriva a caratteri cubitali:
    – PROGETTO ITALIANO
    – REALIZZATO IN BURUNDI
    – FORNITURA PROVENIENTE DAL BURUNDI
    IL III° MONDO PER L’ITALIA!!!!!

    Personalmente la cosa mi intristisce… come qualche anno fa, visitando un ufficio della MC Donnel (Per chi non lo sapesse è la società americana che produce aerei… i famosi BOING), mi resi conto che su 20 ingegneri, 12 di loro avevano sul cartellino un cognome italiano.
    Questo è il nostro paese e questi sono gli uomini che lo fanno…. che tristezza e che vergogna!!!
    Ing. Plescia… dal profondo del cuore: GRAZIE!!!!!
    Quabdo sarà lontano, però, si ricordi qualche volta che non tutti gli italiani sono così stupidi.
    In bocca al lupo a lei e ai suoi collaboratori.

    Francesco Pica…. senza nessun titolo se non quello di “Italiano”

  21. Pingback: Popinga
  22. Salve a tutti prima di tutto,
    voglio solo far sapere che io sono un giovane imprenditore che ha la fortuna di avere contatti con una delle prime aziende del settore rifiuti e non solo a livello nazionale.
    Ebbene io ho provato ad ottenere un dialogo costruttivo con la società che produce il THOR ma senza risultati. Pare, invece, abbiano diffidenza verso coloro che possano garantire una diffusione territoriale e commerciale del sistema in questione. Noi potevamo essere coloro che portavano il THOR alla diffusione ma l’affare sembra, per ora, arenato.
    Vorrei precisare comunque che in Dott. Plescia con noi si è sempre distinto per correttezza.
    Un quesito che tutt’ora mi tormenta è questo:
    Quando si avrà la certezza che il THOR venga prodotto su scala industriale?
    E quando potrà mai essere commercializzato se la società che l’ha ideato non ha una filiera interna in grado di produrlo?
    Saluti.
    Se qualcuno ha delle risposte ne sarei davvero felice.

  23. Prima di tutto voglio fare un augurio di buona Pasqua a tutti.
    Circa le cose scritte di recente sul THOR, vorrei fare presente quanto segue:
    1) il metodo di commercializzazione di un sistema di trattamento rifiuti non è esattamente uguale a quello di una lavastoviglie. Si tratta di incidere su meccanismi (perversi) che prevedono soluzioni preconfezionate (vedi inceneritori-termovalorizzatori)e che hanno alle spalle società quotate in borsa con miliardi di euro di capitali.
    Che la società che si occupa di THOR voglia fare dei passi cauti è quindi facilmente comprensibile

    2) non appena uscì la notizia del THOR si sono precipitate centinaia di aziende, consulenti, procacciatori d’affari ecc. ecc. tutti pronti a portare THOR alla diffusione..

    3) il sistema in funzione a Torrenova ha lavorato, tra gennaio e marzo 2008, sovvalli di vario genere in quantità variabili da 2.4 a 4 ton/ora, provenienti dalle raccolte differenziate di tutta Italia; tali prove ci sono servite per dimostrare la resistenza del sistema meccanico e per valutare le possibilità di impiego del combustibile.
    Ad aprile sposteremo l’impianto, che ormai ha superato le fasi di prova, in un’altro sito.

    A fine lavoro saranno presentati i risultati della sperimentazione in un seminario che si terrà presso i nostri laboratori; chi è interessato può scriverci al mail che compare. Mi farebbe piacere discutere con dati alla mano con coloro che vogliono approfondire. Nel frattempo ho preparato un sito web (compare sulla mia risposta) che vi invito a guardare.

    Un caro saluto a tutti

    PP

  24. Prima di ogni cosa vorrei ringraziare in Dott. Plescia per la cortesia della sua risposta. La stima in lui è davvero molto forte.
    Vorrei dire che la società con la quale ho contatto non teme il confronto con nessuna realtà nel panorama nazionale tanto che da anni ormai costruisce termovalorizzatori ed incenitori sul territorio.
    Io chiedo solamente qualche certezza. Appunto perchè non vendo lavastoviglie sono perfettamente conscio che una società per poter garantire una reale innovazione con un macchinario come il THOR deve poter dare delle garanzie di produzione dello stesso. Grazie ad alcune conoscenze all’interno di FINmeccanica ho imparato che per costruire una filiera in grado di produrre svariate centinaia di THOR occorre come minimo, e dico minimo, un anno.
    Il THOR a mio parere se vuole avere lo sviluppo che merita deve essere pronto fin dal 2008 e non oltre.
    Ci troviamo di fronte ad un mondo che non si ferma mai e non si fermerà di fronte al pur ottimo THOR.
    Il mio consiglio all’Assing è dare risposte certe ai possibili investitori e non credere di aver trovato l’America perchè se non sfruttano il momento rischiano di trovarsi con un bel brevetto in mano e nulla più. E vendere un brevetto è certamente meno remunerativo che impiantare decine di impianti da tre milioni di euro.
    Se il dott. Plescia torna a scrivere lo invito a dirci in tutta onestà, come sempre ha fatto, se la costruzione di decine e decine di THOR è una cosa che si potrà ottenere nel giro di quest’anno o inizio 2009.
    Attendo risposte e saluto cortesemente i frequentatori di questo ottimo blog.
    Verointeresse

  25. Chiedo inoltre se è possibile sapere dove verrà spostato l’impianto di Terranova. Grazie ancora a tutti.

  26. Innanzitutto vorrei fare qualche considerazione di ordine generale. Parlare di rifiuti urbani significa oggi parlare di un comparto industriale che necessita, per la sua crescita e solidità, di professionalità elevate e di contributi scientifici. Oggi purtroppo non è così.
    Occorre anche considerare le incertezze normative e le notevoli problematiche legate allo sviluppo di soluzioni integrate dello smaltimento.

    Nel 1990 la Regione Marche aveva individuato una rete di impianti di discarica (… le stesse di oggi) che, oltre a consentire il passaggio da scarichi diffusi ed incontrollati nel territorio ad uno smaltimento accentrato con assolute garanzie igienico sanitarie, doveva altresì consentire di razionalizzare i sistemi di raccolta, e successivamente di sviluppare impianti in grado di ricevere e trattare i rifiuti raccolti.
    Da allora credo si sia fatto ben poco: i piani successivi sono stati redatti in modo irrazionale, e per questo sono rimasti per lo più inattuati ed immodificati per anni; le raccolte sono state sviluppate per lo più in modo improvvisato, con obiettivi di pura fantasia e con nessuna specificità legata al territorio e a parametri sociali oggettivi; gli impianti… meglio lasciar perdere (vedi l’impianto per la frazione organica di Corinaldo, l’ipotizzato impianto a biocelle che si sta pensando di realizzare ad Ancona, etc.).

    Le Marche, come altre poche Regioni italiane, si possono considerare una Regione in sicurezza, ma ritengo che, se non si predispongono programmi ed iniziative concrete, si rischia di andare in grande sofferenza fino a rischiare il collasso come è avvenuto a Napoli (De Gennaro, con il quale mi sono incontrato la scorsa settimana a Napoli, mi conferma scenari preoccupanti che si stanno delineando in Italia).

    In un quadro di completa desolazione di iniziative e di livello culturale di basso profilo, credo che il Thor rappresenti comunque un’applicazione, ancorché ancora in una fase di ricerca, interessante e di notevole interesse per uno sviluppo tecnologico a livello industriale. Recuperare e raffinare tutti i rifiuti e trasformarli in materiali da riutilizzare e in combustibile dall’elevato potere calorico, senza passare per i cassonetti separati della raccolta differenziata, rappresenta oggi una delle poche vie di uscita per ottenere risultati efficenti, efficaci ed economici nello smaltimento dei RSU.

    La tecnologia Thor, inquadrandosi oltre la raccolta differenziata ed il semplice incenerimento, può rappresentare la giusta soluzione tecnologica che consente di ottenere una materia omogenea, purificata da parti dannose e dal contenuto calorico paragonabile ad un carbone di buona qualità. Altro fattore positivo è la possibilità di produrre un combustibile utilizzabile facilmente con qualunque tipo di sistema termico, compresi i motori biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse, rispetto alle quali avremmo valori di zolfo decisamente più bassi ed assenza di idrocarburi policiclici.

    Sarebbe interessante chiedere al prof. Plescia una adattabilità dell’impianto anche allo smaltimento dei fanghi degli impianti di depurazione, che per il loro contenuto di sostanza organica non potranno più a breve essere smaltiti in discarica, senza che ci sia al momento una soluzione alternativa. Si può pensare di mettere su qualche iniziativa qui da noi?

  27. Caro Signor Lucchi,
    mi permetto, non volendo essere assolutamente presentuoso, di intervenire riguardo alla sua domanda.
    Avendo studiato l’applicazione del THOR in differenti campi, come per esempio quello dei fanghi di levigatura ceramici, possono affermare che la macchina consente l’utilizzo anche nel caso da lei proposto. Ovviamente occorrerà svolgere un periodo di ricerca e affinanazione del processo completo, il quale dovrà calzare perfettamente su quel tipo particolare di rifiuto.
    Le faccio un esempio. Qualora volessimo trattare l’amianto molto probabilmente si renderebbe necessario studiare un sistema di trasporto del materiale in cui esso è immerso nell’acqua per evitare la dispersione aerea delle particelle tossiche.
    Questo ha il vantaggio che un impianto di questo tipo potrebbe godere tranquillamente di finanziamenti per la ricerca, la quale però dovrà comprendere un periodo di circa un anno prima che l’impianto possa entrare in piena funzione.
    Mi riservo di precisare che queste informazioni derivano da mie conoscenze e considerazioni personali.
    Attendo che il Dott. Plescia mi corregga qualora avessi commesso qualche errore essendo lui il vero luminare.
    Saluti.

  28. Salve a tutti,
    Mi sono letto tutti i commenti relativi al sistema THOR e ritengo doveroso
    approfittare di questo Blog per dare un suggerimento al Dott. Plescia.
    Innanzitutto mi presento:
    appartengo ad un gruppo che in collaborazione con vari comitati cittadini da tempo si batte per una migliore gestione dei rifiuti della citta’ di Prato e di comuni limitrofi (Campi, Montale ecc.).

    Dopo tanti anni di totale disinformazione sia da parte delle istituzioni che (cosa ancora piu’ grave) dei media e delel testate giornalistiche (sia in TV che su carta stampata) i soli sistemi che la maggioranza della gente conosce e concepisce sono fondamentalmente 2: DISCARICHE ed INCENERITORI, Da una quindicina di anni sta cominciando a farsi strada anche la RACCOLTA DIFFERENZIATA + COMPOSTAGGIO come alternativa alle 2 suddette soluzioni, nessun dibattito nessun confronto significativo e’ mai stato fatto con altre soluzioni possibili; raramente e limitatamente da qualche tempo si sente parlare e si legge anche dei cosiddetti TRATTAMENTI A FREDDO di cui quello MECCANICO-BIOLOGICO ne e’ uno dei tanti esempi.

    Fino a qualche anno fa sono stato un sostenitore dell’ incenerimento, da almeno 2 anni, da quando cio’e’ sono riuscito a liberarmi dalla PESANTE DISINFORMAZIONE che viene fatta su questo argomento, sono un fervente ed entusiasta sostenitore di tutti i possibili sistemi alternativi e in questi anni (di studio, ricerca e battaglia sul campo su queste tematiche) ho maturato la convinzione che qualsiasi sistema alternativo debba integrarsi in un quadro composito e flessibile per adattarsi alle specifiche realta’ ed esigenze locali che possono assumere caratteristiche molto differenti tra loro; occorrono sistemi flessibili che NON siano in competizione tra loro ma piuttosto in SINERGIA COMPLEMENTARE, chiaramente variando il tipo di abbinamenti a seconda dei casi; i motivi sono vari ma i principali sono i seguenti:

    1) L’ aumento della diffusione del benessere e quindi dei consumi sta generando una grande richiesta di MATERIE PRIME… il fenomeno che quindi si sta accentuando e’ appunto il consumo e il progressivo esaurimento delle fonti di MATERIA PRIMA UTILE, detto anche “SCOMPARSA DELLA MATERIA”… non e’ un caso che vengano effettuati furti persino delle grondaie in RAME delle case (per non parlare dei danni fatti alle ferrovie), tanto e’ diventato pregiato questo metallo e questo e’ solo un minimo esempio che vale per molte altre sostanze; lo stesso PETROLIO che sta aumentando vertiginosamente il prezzo, e’ una fonte di materia prima (non solo energetica) a rischio soprattutto da quando ne stanno facendo una sempre maggior richiesta le economie dei paesi emergenti (India, Cina e Sud America principalmente), nonostante questo le aziende PETROLCHIMICHE che producono i MONOMERI derivati dal petrolio da cui si fabbricano le polveri per fare le plastiche scoraggiano le aziende di materi plastiche dall’ acquisto di plastica riciclata (con forme di incentivo per tipo premi sconto o incentivi diretti all’ acquisto del loro monomero per legare a se il cliente) perche’ intacca il loro BUSINESS; In effetti Il petrolio come fonte energetica e’ oggi usato quasi soltanto per la produzione di carburanti per autotrazione e sempre meno per la produzione di elettricita’ (sostituito dal GAS NATURALE), le restanti frazioni sono usate appunto per produrre vari materiali quali plastiche, olii, addittivi vari ecc.; per ovviare alla sempre minor disponibilita’ di petrolio per tutti le multinazionali della chimica sia in campo medico che cosmetico, stanno sfruttando in modo intensivo e DEVASTANDO le foreste nel mondo , sostituite da estese coltivazioni di piante quali ad esempio la PALMA, per uso industriale e recentemente anche per produzioni di combustibili, cosa che ha contribuito insieme ad altri fattori il vertiginoso aumento dei prezzi di molti prodotti agroalimentari di primaria importanza; da tutto questo ne consegue che l’ utilizzo degli scarti di materiale plastico o derivati del petrolio contenuto nell’ RSU come materiale energetico non e’ molto conveniente sotto questo aspetto, conviene invece recuperare e riciclare quanto piu’ possibile, compatibilmente con la qualita’ e l’ utilita’ pratica del materiale recuperato; l’ incenerimento dei RSU e’ appunto una di quelle pratiche che tende fortemente a rendere il materiale che ne risulta scarsamente utile ad un suo riutilizzo ed e’ quindi una pratica altamente inefficente da un punto di vista energetico che MOLTO PERICOLOSA dal lato ambientale (anche se si abbatono i fumi i residui rimangono altamente tossici); un altra cosa da evidenziare e’ che in un sistema in cui ci si avvicina al limite di disponibilita’ delle risorse, ulteriori aumenti dei consumi e della produttivita’ del sistema economico-sociale non faranno altro che AUMENTARE il costo di tali risorse e quindi il costo della vita per la gran parte della popolazione oltre che recare gravi danni all’ ambiente supersfruttato.

    2) Nel corso degli anni si e’ sviluppata una coscienza ecologica basata sul concetto dell’ uso corretto, razionale ed efficente delle risorse e in questo quadro bene si inserisce la raccolta differenziata PORTA a PORTA abbinata a sistemi di riciclo che fino ad oggi e’ stata l’ UNICA soluzione su grande scala che si e’ potuto opporre agli inceneritori, praticamente tutti i gruppi e i comitati contro gli inceneritori hanno adottato questa soluzione come metodo principale di smaltimento dei rifiuti, nonostante tutti i pur presenti limiti di applicabilita’; piu’ di recente a questo si sono accostati anche i sistemi di TMB che sembrano poter completare la raccolta differenziata in quanto capaci di trattare anche la quota di RSU che non e’ possibile differenziare agevolmente; in questi anni si sta cercando di trasferire quasta COSCIENZA ECOLOGICA a tutta la popolazione tramite convegni, seminari, petizioni e manifestazioni varie, sensibilizzando la gente all’ uso critico e razionale delle risorse oltre che ad un loro CORRETTO SMALTIMENTO anche se il consumo in se puo’ alimentare il business del riciclo e del trattamento: da tutto questo, lo scegliere di RINUNCIARE alla raccolta differenziata viene considerato come un PASSO INDIETRO nella coscienza ambientale perche’ elimina la percezione del consumo delle risorse e quindi NON puo’ essere preso in considerazione.

    3) D’ altra parte anche le esperienze dei paesi piu’ VIRTUOSI dimostra che, nonostante l’ adozione di sistemi di Raccolta diff. spinta, esiste sempre e comunque una quota di indifferenziato da smaltire che o si mette in discarica, o si termodistrugge (con produzione di residui comunque da smaltire e/o inertizzare) o si tratta in maniera alternativa… UN CASO ESEMPLARE e’ l’ AUSTRIA e in particolare la Citta’ di Vienna in cui a fronte di una raccolta differenziata (porta a porta) dell’ 85%, esiste il famoso Inceneritore nelle vicinanze della citta’ che smaltisce il restante 15%; per rimanere in casa nostra le attuali esperienze piu’ virtuose arrivano ad una quota di raccolta differenziata (sempre tramite il P-a-P) tra il 60-70%, senza contare che esiste il problema dei rifiuti speciali OSPEDALIERI che in quanto tali NON possono essere oggetto di raccolta differenziata poiche’ vanno smaltiti tali e quali in blocco e trattati in modo particolare tramite STERILIZZAZIONE; quello delle isole in cui la raccolta differenziata e’ difficile in quanto e’ difficile la costruzione di impianti di compostaggio e riciclo e dinfine la quota di indifferenziato lasciata dal flusso turistico (che nel nostro paese e’ particolarmente elevato).

    Per cui la tendenza ATTUALE tra le asociazioni ambientaliste, in considerazione di quanto sopra esposto, e’ quella di proporre innanzitutto il CONSUMO CRITICO ma abbinato ad un sistema di smaltimento dei rifiuti in cui si affiancano alla “raccolta differenziata porta a porta” dei SISTEMI DI TRATTAMENTO A FREDDO.
    In questo modo ogni sistema ed accorgimento va a sopperire alle limitazioni dell’ altro e quindi invece di mettere in competizione sistemi diversi e’ preferibile scegliere di renderli complemetari sfruttando le loro sinergie laddove ognuno funziona al meglio.
    POI di che tipologia siano questi SISTEMI DI TRATTAMENTO A FREDDO, TMB o Raffinazione Meccano-Chimica e’ qualcosa che si puo’ valutare in seconda istanza, per questo NON vedo il THOR in competizione con la raccolta differenziata ma piuttosto come complementare ad essa e in questo senso andrebbe concepito anche perche’ in questo modo da un lato avrebbe l’ appoggio massivo di tutti i gruppi ANTI INCENERITORI e dall’ altro si riuscirebbe ad accelerare la sua adozione in situazioni particolari ed EMERGENZIALI (come nella regione Campania), dove per il momento un sistema di raccolta differenziata risulterebbe quasi impossibile da attuare se non nel lungo termine ma dove c’e’ comunque ESTREMO ED URGENTE BISOGNO di sistemi di smaltimento e trattamento alternativi per scongiurare il rischio di nuove e nocive discariche e la minaccia della costruzione FORZATA di inceneritori sull’ onda dell’ emergenza e giustificati da questa; riuscire ad avere l’ a spinta e l’ appoggio delal popolazione locale e dei comitati di cittadini potrebbe essere DETERMIMANTE per la diffusione di sistemi come il THOR.

    Solo una cosa mi preme sottolineare: l’ importante e’ che alla fine si riesca a SEPARARE quanto piu’ possibile la frazione ORGANICA BIOLOGICA (quindi NON Petrolchimica) da tutto il resto, in modo da avviare ogni frazione al suo trattamento ottimale ma in ogni caso l’ UNICA FRAZIONE che puo’ essere trasformata in combustibile (quelal organica biologica) NON DEVE contenere plastiche.. altrimenti siamo punto e a capo con il problema delle diossine e dei furani.

    Quindi BANDO a TUTTI i DOGMATISMI: i Trattamenti a Freddo e la raccolta differenziata NON sono da considerare mutualmente esclusivi, altrimenti non si va da nessuna parte, finendo TUTTI contro TUTTI e TUTTI SCONFITTI con unici vincitori finiranno le lobby dell’incenerimento. Non mi sembra una bella prospettiva.

    Lancio quindi un appello al Dott. Plescia perche’ prenda in considerazione quanto ho appena scritto e ci Rifletta bene: se si riuscisse a trovare un buon punto di incontro, un buon compromesso per tutti, si potrebbe veramente segnare la SVOLTA che tutti cercavamo anche e soprattutto per quelle realta’ cosi’ complesse e gravi come Napoli; c’e’ quindi la concreta possibilita’ di avere l’ appoggio, il sostegno ed il supporto di tanti comitati cittadini e si stanno creando LISTE CIVICHE che riescono pure a mettere delle persone in consiglio comunale come ad esempio e’ successo a Campi Bisenzio alle ultime amministrative.

    Grazie per la cortese attenzione

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