L’intervista che (ancora) non c’è

(Articolo apparso sull’ultimo numero di Logos)

Era autunno quando giravano le famose “dieci domande” al premier. Preannunciai a Maurizio Bevilacqua che gli avrei sottoposto alcune questioni relative a quella parte di sanità che gli è affidata. Domande sull’ospedale di Senigallia, su problemi generali. Dodici brevi riflessioni, alcune di poco conto, come appunto quella su cui avrò modo di ritornare. Pensavo di offrire una sintesi delle risposte sulle pagine del sito web Popinga (www.scaloni.it/popinga) Poi, dopo un paio di mail con Maurizio (lo conosco da anni, era mio giovane collega all’INRCA), accettai di sottoporgli le domande per iscritto. Dopo averle inoltrate in attesa delle risposte ebbi la sorpresa di un paio di “rinvii tecnici”, l’ultimo dovuto al fatto che in quei giorni era impegnato con l’inaugurazione del monoblocco. Fino a quando, il 22 febbraio, da me nuovamente sollecitato, Bevilacqua scrisse:

(…) ti ho già detto sono bellissime ma hanno bisogno di una riflessione serena e credo che in prossimità delle consultazioni regionali potrebbero essere strumentalizzate e nuocere al nostro ospedale.


Tutta la sanità, nelle Marche come altrove, non sfugge alla lottizzazione politica; però un’ammissione così patente mostra davvero quanto sia corto il “guinzaglio”. A me sembra strano e ne faccio cenno ad un amico autorevole (conosce Bevilacqua e soprattutto l’organizzazione della sanità). Questa è la risposta: “…è evidente che Bevilacqua si preoccupa più chi sarà il suo prossimo “padrone sanitario” che della salute e dei diritti dei cittadini”.

Cosa mai chiedevo di tanto scandaloso, di critico, di delicato da “nuocere al nostro ospedale “. Al punto 12 suggerivo che non fosse opportuno masticare il chewingum, durante i colloqui con i degenti! Solo buona educazione, a costo zero; rispettando gli utenti che, pur essendo definiti “pazienti” non dovrebbero sopportare anche la maleducazione degli operatori.

Le altre domande sono più consistenti, alcune forse anche pepate. Chi è curioso di valutarle vada a leggerle qui: www.scaloni.it/popinga/lintervista-che-non-ce Sempre su questo sito spero di poter pubblicare le risposte che, essendo passate da più di un mese le elezioni, attendo con fiducia! Non solo per chi, come me, ha intinto l’inchiostro per scriverle, ma per tutti quei cittadini utenti che non credono si possa fare della buona sanità senza trasparenza. Questa richiesta si rinnova già dalla prima domanda dove c’è un preciso riferimento ad un ordine del giorno, approvato il 30 settembre dell’anno scorso in Senato. Il testo afferma che occorre ” creare sistemi di valutazione quantitativa indipendente per tutti i servizi sanitari rendendo pubblica, semplice e facilmente accessibile l’informazione sui risultati delle valutazioni “. Se l’ingegner Bevilacqua non ne è ancora informato mi viene ora in mente di chiedere alla senatrice Silvana Amati, nostra concittadina, che sia lei a rammentargli come il senato della Repubblica abbia approvato proprio questo testo. Cosa farà quando a sollecitarlo sarà qualcuno dalla stanza dei bottoni?

5 pensieri riguardo “L’intervista che (ancora) non c’è”

  1. Io sono quasi un estraneo chè è vero sono nato a senigallia e parte buona di gioventù l’ho trascorsa proprio lì tra voi.
    Tuttavia mi fa provare disagio come se il tempo fosse passato per nulla e meglio mi spiego:
    se qualcuno con dovizia di particolari e preparazione non generica si prende la briga o meglio si interessa di problemi che riguardano la cittadinanza allora o ci sono brighe scuse male espresse pur di non muovere toccare qualche filo che potrebbe causare scosse politiche ed allora è sempre meglio far dormire lasciare quiete le “cose” sino alla prossima stagione a dopo sempre dopo chè magari si rischia anche la seggiola.
    Allora meglio è che i fatti decadano naturalmente ed i cittadini continuino a sbuffare tanto prima o poi si stancano delusi e si finisce sempre col dire bruttamente:son tutti uguali-
    Allora la sensibilità la fiducia ed anche l’amicizia sana tutto finisce in nude chiacchiere inutili-
    Peccato chè mi pareva “la pensata” del bravo dr.Gianluigi Mazzufferi valida e degna di una risposta.
    ds.
    dario.

  2. …ci sarebbe da chiedergli le motivazioni che lo spingono a non liberare il SERT restituendolo al proprietario che altro non è che la Casa Protetta, affamata di posti letto, che a breve si vedrà costretta a ridurre da 59 attuali a ??, obbligata per legge ad adeguare le camere da 3/4 letti in 2 soli posti. Parlano allora, per esigenze amministrative, di mutare la CP in ASP o Fondazione, ma non una parola di un’ esproprio…mi puzza perchè più che per ragioni amministrative ho l’impressione che si nascondano ragioni partitiche, dal momento che la CP a suo tempo aveva indetto anche un concorso a premi per la realizzazione di un progetto di ristrutturazione e congiungimento dei due padiglioni (Sert e CP). Progetto realizzato sulla carta, premiato e presentato dallo stesso architetto in un incontro alla CP.
    Di certo, se fosse stata la PA ad avere avuto bisogno di quei locali, avrebbe fatto intervenire la Magistratura per uno sgombero coatto, qui invece ci si immerge in un bagno di silenzio… e quel che lascia pensare, è che in quella “vasca idromassaggio” sono immerse entrambe le parti. E’ qui che vien da chiedersi il perchè…anche se la risposta è sotto gli occhi di tutti e Gianluigi l’ha anticipata riportando una frase virgolettata, in corsivo, nella prima parte del suo articolo.

  3. Pingback: Popinga
  4. A Daniel ed a quanti credono che gli impegni presi vanno onorati posso dire che è mia intenzione continuare. Ho diverse idee su cosa sia possibile fare con Bevilacqua. Ammetto che mi piacerebbe molto valutare e condividere il progetto sui prossimi passi con qualcuno dei nostri più assidui commentatori.
    Quindi urge un contatto. Scrivete.
    Poi ne daremo ampio resoconto qui su Popinga.

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