Il gioco non vale la candela. O forse sì.

«Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo»
M. Gandhi

Giovedì scorso, alla “Candle for Tibet”:
  Non c’erano nastri da tagliare e cravatte fosforescenti in bella mostra.
  Non c’era nessuno della cosiddetta “politica ufficiale”. Tutti, da destra a sinistra passando per il centro: non pervenuti.
  Non c’erano i centri sociali, ubbidienti o disubbidienti, con o senza bombolette spray.
  Non c’erano gli indifferenti, quelli che non gliene frega niente e campano a birra & Gazzetta, i fine settimana a mojito & Tatiana.
  Non c’erano i cinici, quelli del “tanto non serve a niente”, quelli che ne sanno sempre una più di te e non perdono tempo in buffonate del genere. In effetti non hanno torto: le candele non sono servite a niente, nel senso che non hanno trasformato la Cina in una democrazia e i tibetani continuano a essere perseguitati.
  Non c’erano quelli che se manifesti sul Tibet sei anticomunista, se manifesti su Guantánamo sei antiamericano.
  Non c’erano quelli della par condicio sulle manifestazioni, per cui non puoi manifestare da una parte se non manifesti anche dalla parte opposta. Non puoi manifestare contro la guerra in Iraq se non hai anche manifestato (all’asilo) contro l’invasione russa in Afghanistan. E loro, ovviamente, per non sbagliare, non manifestano da nessuna parte.
  Non c’erano quelli che non manifestano perché il buon esempio deve sempre venire da qualcun altro.
  Non c’erano quelli che “se i monaci tibetani prendono le mazzate, qualcosa devono aver combinato”.
  Non c’erano quelli che non manifestano perché la candela costa e il cartello al collo pesa.
  Non c’erano quelli convinti che un manganello comunista faccia (a seconda del punto di vista) più o meno male di un manganello fascista.
  Non c’erano polveroni da sollevare, polemiche da alimentare, voti da inseguire.

Giovedì scorso, alla “Candle for Tibet”:
  C’era chi pensa che si debba fare non sempre ciò che conviene fare, ma talvolta anche ciò che secondo coscienza è giusto fare.
  C’erano quelli convinti che i diritti umani non siano né di destra né di sinistra.
  C’era chi non si vergogna di metterci la faccia.
  C’erano parecchi passanti, gente che si fermava, leggeva e fotografava.
  C’era chi non ha bisogno di parole per condividere un’idea.
  C’era chi lasciava una candela accesa e se ne andava via con gli occhi lucidi.
  C’era gente sconosciuta, normale e silenziosa, che non avevamo mai visto e forse non rivedremo più.
  C’eravamo noi, insomma.

6 pensieri riguardo “Il gioco non vale la candela. O forse sì.”

  1. Bravissimo Andrea!!
    Quando un articolo postato con questa semplicità che rasenta quella della “lista della lavandaia”, coglie il segno, smuovendo coscienze sopite (e la mancanza di commenti contrari lo dimostrano), sta ad indicare che colui che l’ha scritto, anche senza alcuna patente, può ritenersi “Giornalista” a tutti gli effetti.

  2. Non me ne voglia chi ha già commentato e chi magari pensa di farlo solo per complimentarsi con Andrea. Se dovessi anch’io mettere due righe per esternare, come in effetti penso, la mia approvazione per quanto scritto sulla manifestazione delle “candele proTibet” mi sentirei un po’ alla stregua di quelli che compaiono nella lunga lista nera, quelli che “non c’erano”.
    Si, è vero che io c’ero, ma posso dire che non mi sento appagato dal solo fatto di aver assicurato la mia presenza. Forse questo è lo stesso sentimento di altri, almeno lo spero. Ed allora la mia proposta, non un gran sforzo ma una azione che possiamo fare tutti noi blogger o semplici utenti Internet, è questa. Diamo continuità ed un piccolo grado di concretezza alla serata di giovedì scorso facendo sapere che cosa abbiamo fatto, dove siamo stati, perché, come e con chi. Facciamolo sapere a chi era assente o comunque a chi potrebbe ricevere una pur piccola sollecitazione dall’iniziativa. Penso subito al Ministro degli Esteri, oppure ai nostri Deputati e Senatori, meglio forse all’Ambasciata di Cina in Italia, al Sindaco Angeloni ed ai consiglieri comunali, alle varie (e poco utili) associazioni di amicizia Italia-Cina, ai nostri concittadini senigalliesi che magari sono anche giornalisti famosi.
    A chiunque lo si faccia sapere va bene, purché la notizia circoli e la piccola testimonianza sia diffusa. Questo mi pare che sia il passo giusto dopo l’eccellente scritto di Andrea. Dimenticavo pero: a condizione che lo si racconti poi, magari qui, anche perché spero che l’esempio sia contagioso.

  3. Per me l’impegno era che, dopo le candele nel Piazzale della Rotonda a Mare, si facesse qualcosa di tangibile. Non è molto, ma le mail alla Segreteria del Ministro Frattini ed ai tre sottosegretari io le ho spedite. Di seguito troverete il testo ed anche i quattro indirizzi mail, pronti da usare. Ovviamente per chi non abbia idee ed iniziative migliori di questa! Celiando penso che Andrea, che lavora tutta la settimana a Roma, potrebbe andare oggi stesso alla Farnesina con un bel cartello al collo. (G.M.)

    Onorevole Ministro,
    vorrei farLe conoscere, tramite i due link che qui inserisco, una piccola manifestazione di cui però il nostro Governo deve essere informato.
    http://scaloni.it/popinga/una-candela-per-il-tibet/
    http://scaloni.it/popinga/il-gioco-non-vale-la-candela-o-forse-si/
    Si tratta iniziativa di preminente valore simbolico alla quale hanno partecipato un discreto numero di miei concittadini ed anche molti turisti, presenti in questa città balneare per le vacanze.
    Assieme agli amici che l’hanno promossa e che vi hanno partecipato sarei molto lieto se Ella volesse, nel modo più opportuno, farne cenno alle autorità diplomatiche cinesi. Solo per evidenziare l’attenzione che anche noi semplici cittadini cerchiamo di prestare all’annosa vicenda del Tibet.
    Distintamente La saluto

    Gianluigi Mazzufferi

    St. del Cavallo, 88
    60019 SENIGALLIA (an)

    Seguono indirizzi mail del Ministro e sottosegretari:

    Segreteria del Ministro On. Frattini, e-mail: segreteria.frattini@esteri.it
    Segreteria del Sottosegretario di Stato On. Craxi, e-mail : segr.stefania.craxi@esteri.it
    Segreteria del Sottosegretario di Stato Sen. Mantica, e-mail : segreteria.mantica@esteri.it
    Segreteria del Sottosegretario di Stato Dott. Scotti, e-mail : segr.scotti@esteri.it

  4. Per non dimenticare e dare un filo di concretezza e continuità a quella iniziativa delle candele per il Tibet suggerisco di prendere in considerazione la seguente proposta.
    Cioè aderire all’appello (lanciato da anni) e partecipare all’Associazione facendo approvare l’ordine del giorno tipo al nostro Consiglio Comunale.Tutto è ben spiegato aprendo il link che si trova nel sito del Consiglio Regionale del Piemonte.
    Questo: http://www.consiglioregionale.piemonte.it/organismi/altri_org/tibet/index.htm

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