Ci abbiamo fatto il CAL

Quel cancro in metastasi chiamato partitocrazia prosegue la sua opera di devastazione, a tutti i livelli.
Dopo le Province, l’Unione delle Province, le Comunità Montane, l’Unione delle Comunità Montane, le aato, l’Associazione dei Comuni, la Conferenza dei Sindaci e le Circoscrizioni, diamo il benvenuto al Coordinamento delle Autonomie Locali (cal).
Prossimo passo sarà il ccal (Coordinamento dei cal), ma si sta già pensando al cccal (Coordinamento dei ccal) e non è escluso che, per assicurare un ampio decentramento, valorizzare il territorio e venire incontro alle esigenze dei cittadini, nasca il ccccal
Esaurite le poltrone, le sedie e gli strapuntini, per appoggiare il culo da qualche parte van bene anche gli sgabelli pieghevoli.
Immediate le proteste. Per l’ennesimo organismo inutile? Per lo spreco di denaro? Per la moltiplicazione assurda dei centri di decisione e di coordinamento, a discapito dell’efficienza della macchina amministrativa?
Macché. Qualcuno, tutt’al più, fa i capricci perché la presidenza del cal se l’è arraffata la banda partitocratica x, invece che la banda partitocratica y.
La situazione, come avrete capito, è grave ma non è seria.

3 pensieri riguardo “Ci abbiamo fatto il CAL”

  1. Caro Andrea ti diranno che bestemmi! La Costituzione lo prevede e quando si dice “la Costituzione” tutti tacciono. Ti diranno poi che è una grande opera di razionalizzazione; te lo urleranno citando un elenco, quasi interminabile, di abrogazioni legislative (che non potevano assolutamente evitare).
    Però alla fine… hai sempre ragione tu.
    O meglio abbiamo ragione noi. Noi che da tempo crediamo sia urgente una sostanziale riforma costituzionale, per arrivare almeno all’abolizione delle Province e delle Comunità Montane. Un sogno poi sarebbe quello di ridisegnare le Regioni per avere, in questo terzo millennio, finalmente delle “macroregioni”. Un sogno però!

  2. Un altro sogno? Ho strabuzzato gli occhi nel leggerla, col mio incedere sono andato alla favolosa Saeco che possiedo da sei anni e che fà un caffè degno di qualsiasi bar figo di Senigallia e dopo il caffè delle 22:00, ma solo dopo quello, ho letto le parole che vi propongo in link:
    Nonostante il caffè… continuerò a sognare.

  3. Riforma costituzionale? Ma siamo impazziti? La Costituzione, frutto della resistenza, del lavoro dei nostri padri, della ritrovata libertà non si tocca.
    Specie in quella seconda parte che con tutto questo non c’entra assolutamente nulla.
    Spero sia chiara l’ironia; però provo un certo fastidio nel sentir parlare quei signori che, pur di pararsi il didietro e non far perdere ai colleghi di partito (e a loro stessi) qualche poltrona, parlano di immodificabilità della Costituzione.
    E invece ne parlano sempre da anni.
    Il sistema costituzionale va rivisto a cominciare dall’alto, ovvero dal Presidente della Repubblica, figura attualmente inutile, dal mio punto di vista, che però sembra costare alla collettività diversi, anzi tanti soldini.
    Riforma dei poteri del premier (di modelli ce ne sono tanti) e del parlamento; operazione chirurgica di asportazione degli enti locali in massa, province in primis.
    E molto altro andrebbe detto.
    Il referendum ha bocciato la riforma del vecchio governo che qualcosa di positivo lo portava anche se non era perfetta (e non è solo mia opinione ma anche quella di diversi costituzionalisti anche vicini alla sinistra); ma anche quella volta ricordo degli spot in tv con i partigiani, la guerra di liberazione, ecc.
    Tutte cose sacrosante ma che non c’entravano nulla con l’argomento.

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