Molte inaugurazioni, poche manutenzioni /2

Entusiasta di “Molte inaugurazioni, poche manutenzioni”, ho da poco percorso un paio di chilometri, nei pressi della mia abitazione, per fissare le immagini di situazioni del tutto similari. Stavolta non andiamo a fossi, ma restiamo sulle strade per dimostrare che senza manutenzione le strade, quand’anche nuove, piombano presto nel degrado.
L’aspetto più sconvolgente per me osservatore generico, sia pure con qualche lontanissima esperienza professionale in materia, è dato dal fatto che sulla pubblica via transitano un’infinità di persone.

Tra queste ad esempio gli stessi amministratori, i tecnici comunali e magari anche il cosiddetto “vigile di quartiere”. Il vigile vigilerà? Da come incancreniscono la gran parte delle situazioni si direbbe di no. Oppure diamo per scontato che lui “vigili”, ma gli altri che, subito dopo la segnalazione, dovrebbero provvedere alla specifica manutenzione non fanno il loro dovere. Supponiamo che magari sia così perché non dispongono di uomini e mezzi. Allora ha pienamente ragione Franco Scaloni che lascia intravedere come le risorse siano dilapidate anche in tantissime inutili e sciocche inaugurazioni.

Eccoci al primo esempio: siamo nella Strada delle Saline, nel tratto prossimo alla città. Questa importante via, che ha un fondo penoso, un colabrodo indescrivibile fino al Ciarnin, è stata da poco rinnovata con un manto d’eccellente qualità. C’è forse sfuggita l’inaugurazione, ma signori amministratori, l’asfalto è ancora nuovissimo e siete nei tempi per le celebrazioni che vi piacciono tanto. Se però dovete ancora saldare il conto prendete nota di quanto appare al primo colpo d’occhio. E’ possibile accettare un ristagno d’acqua di queste proporzioni, a ridosso della cordonata?

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Non avrete per caso già approvato il lavoro? Ne andrebbe di mezzo quanto meno la sicurezza di chi vi transita e per certo la durata dell’opera che, come recitano i capitolati, avrebbe dovuto essere “eseguita a regola d’arte”. Cioè, per primo su una strada, assicurando lo sgrondo delle acque meteoriche.
Basta poi proseguire per poche decine di metri sulla medesima strada e si piomba nel fango.

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Il fango è un’entità preziosa; è l’essenza stessa dei terreni agricoli, il substrato quindi della nostra produzione alimentare. A farlo fuggir via, a monte, ci pensa la trascuratezza e l’improvvisazione di non pochi pseudo agricoltori: costoro sono tiranneggiati dalla fretta e, per restare nei costi, trattano alla meglio i loro terreni, perdendo il meglio di giorno in giorno e di anno in anno, in maniera tragica. A valle però, dove arriva fango e terriccio, non ci sono scuse che tengano. Il fosso di guardia molto spesso è inesistente e quando c’è lo si trova vergognosamente ricolmo di detriti e sterpaglie. Come mai è impossibile una periodica manutenzione, così semplice che è possibile effettuarla solo con pala e carriola? Se anche costasse una non trascurabile cifra, caro assessore alle inaugurazioni, lei stesso si potrebbe consolare improvvisando una cerimonia periodica, una volta a Sud, una Nord e l’altra ad Ovest della città. A Est no, mi raccomando, da quella parte c’è il mare e la spiaggia, laddove dominano incontrastati i suoi amici bagnini, con i loro sogni proibiti.

Ancora ritornando a casa, dopo questo blitz mattiniero, m’è caduto l’occhio su una caditoia della Strada del Cavallo, all’incrocio con via della Mandriola. E’ noto che la caditoia serva a raccoglie le acque meteoriche che poi convoglia in tubi e fossati. Che razza di caditoia è questa se non può raccogliere l’acqua?

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Sarebbe difficile e costoso, molto e molto tempo prima di far scendere in pista le possenti macchine per lavori stradali (di cui anche il nostro Comune è dotato), se la tanto agognata pala e l’altrettanto famosa carriola venissero impiegate, anche qui, per togliere quel po’ di terreno con ciuffi d’erba che impedisce il defluire dell’acqua? Così accade che l’acqua resti tutta sulla sede stradale, con le molte conseguenze negative possibili.
Così si vede bene, intuitivamente, anche in questa immagine, ripresa a poche decine di metri dalla precedente. Ghiaia, terriccio ed altri residui si son accumulati sul ciglio della carreggiata.

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Anche qui, come su chilometri e chilometri della nostra viabilità, di fatto è ostacolato lo “sgrondo”. Il che, senza espressioni in gergo, significa, come tutti però intuiscono, che l’acqua invece di essere scaricata il più presto possibile ai lati della sede stradale corre sulla stessa. Di fatto così quando cadono anche poche gocce queste ruscellano sulla strada, fino a raggiungere scendendo volumi e proporzioni spesso preoccupanti. Ecco quindi che quando anche la strada sia stata costruita a dovere, come c’insegnavano a scuola con l’immagine intuitiva in sezione della “schiena d’asino”, finisce per comportarsi come l’alveo di un torrente. La prima conseguenza e che vengono trascinati a valle detriti spesso in quantità impressionanti.

Se fossi un po’ pratico di costi e di conti, specie di quelli legati al personale, metterei quattro numeri in fila per stimare quanto costa un operaio addetto a questo servizio. Tanta occupazione per un brav’uomo che pratichi, tutto l’anno, questi semplicissimi lavoretti. Sarebbero piccoli gesti che non solo allungherebbero i tempi di rifacimento d’intere opere stradali, ma che assicurerebbero il normale funzionamento delle strutture essenziali, come appunto sono le cunette, le caditoie, le scoline. Magari un lavoro marginale, quindi poco adatto alle “inaugurazioni”, ma di certo lungimirante ed essenziale per la nostra estesa (e quindi anche più onerosa) rete di strade comunali.

7 pensieri riguardo “Molte inaugurazioni, poche manutenzioni /2”

  1. La strada delle saline è indecente; tra l’altro è stato rifatto solo un tratto di asfalto, l’altro è nelle stesse condizioni praticamente da sempre.
    Il sindaco una volta disse che nel 2006 se non ricordo male quella strada, in vita dei lavori complessivi nella zona, sarebbe stata risistemata; altra frottola del comune.
    Un giorno, dopo la pioggia, da una macchina davanti alla mia è partito un ciottolo di asfalto che è andato a sbattare contro il paraurti di un’auto; se avesse preso un pedone?

  2. Bisogna segnalare però che una cosa è stata sempre ben fatta dal comune di senigallia. Con accuratezza e meticolosità nei mesi passati ovvero il continuo taglio e ritaglio dell’erba secca e semiverde dei giardinetti e dei marciapiedi di via Marche, viale dei Pini e zone limitrofe. Dove ho visto numerosi lavoratori immigrati facenti parte di una cooperativa di servizi verosimilmente incaricata dal comune.
    Chissà forse in quella zona abitano assessori o funzionari di peso, oppure le vie sono soltanto più visibili e transitat?
    Non si potrebbe invece dare agli stessi lavoratori l’incarico della manutenzione di altre strade dissestate periferiche forse meno visibili, nonchè la raccolta di immondizie, sacchetti abbandonati che vi abbondano. Come fatica, raccogliere o tagliare, siamo giù di lì. E per rendersi conto della situazione viaria di Senigallia periferia e della sporcizia cosa costerebbe se qualcuno uscisse dagli uffici per farsi un giretto , magari fino a san silvestro, e toccare con mano la realtà?

  3. Sono fermamente convinto come penso ormai molti a Senigallia che alcune zone della città siano totalmente trascurate a vantaggio di altre; questo è indecente perchè tutti e ripeto tutti i cittadini dovrebbero avere lo stesso peso, indipendentemente dalla zona in cui abitano.
    Le strade sono in molti casi pietose, quelle di nuova costruzione sembrano, a mio parere, fatte male.
    Già che siamo in tema, sicuramente avrete notato l’atro grande errore fatto nella stessa strada: per salire lungo la strada del cavallo, sulla destra, è stato posizionato un paletto su dei mattoncini che costringe ad una manovra quasi da formula uno; non ho capito bene il perchè si è voluto creare un simile ingresso.
    Io non sono nè un ingegnere nè un esperto, ma mi sembra che questi siano veramente dei lavori fatti a…. caso!
    Tralasciamo poi la questione della viabilità in via Giordano Bruno e del problema delle finte piste ciclabili, qui come altrove.

  4. Vedo queste cose e penso sempre alla famosa “coperta troppo corta”, e in parte anche alle spese mal fatte, o al risparmio (istantaneo) che compromette però la durata futura.
    Vedremo, intanto lasciamo sistemare: ma che l’amministrazione comunale faccia attenzione a non farci cascare il morto o il danno grave: in giro da un pò di tempo vedo spesso gente con i nervi a fior di pelle che si inc@##@ per nulla (e magari pretende pure ragione, e sono i più pericolosi ed incivili).

  5. Daniele Sole si riferisce alla “coperta troppo corta”, sono convinto anch’io che delle volte la coperta e’ corta, ma in qualche caso con questa misera “coperta” si coprono delle cose che non servono proprio a nulla. Nella rotatoria di via G. Bruno di fronte all’uscita dell’autostrada, ci sono 4 querce, una già secca, una quasi secca, e le altre due faranno la stessa fine nel giro di pochi anni. Il motivo di questo è dovuto al fatto che costruendo una rotatoria così alta (non si capisce perché) hanno riportato parecchia terra. Le querce, pero’, respirano anche attraverso le radici, e queste sono rimaste molto in profondità, percio’ la povera quercia ora muore per asfissia. Chi allora ha progettato quel lavoro (obbrobriose rotatorie) e chi doveva controllare (Comune) queste cose le avrebbe dovute sapere. Chiederete cosa c’entra questo con la “coperta corta”, vi spiego l’assurdità di cosa è stato coperto con questa “coperta” al posto di cose veramente necessarie come chiudere delle buche o pulire qualche cunetta nelle strade.
    Pochi giorni prima di Natale il Comune ha dato incarico ad una ditta locale di fare un impianto elettrico sotterraneo proprio sotto quelle querce che ho citato sopra, secche e quasi secche; all’interno dell’aiuola della rotatoria e sul prato alla base delle piante, sono stati istallati dei fari per illuminare queste “moribonde querce”; tutto cio’ doveva essere finito assolutamente prima delle festività natalizie. Tanta era l’urgenza di fare questo lavoro da costringere gli operai a lavorare anche sotto la pioggia caduta abbondante in quei giorni. Sono 10 giorni che questo impianto funziona, ma penso che nessuno si sia accorto che questo esista. Tutto questo alla faccia del risparmio, sia di denaro che energetico.
    Buon Anno a tutti
    Franco

  6. Ho notato quei faretti e penso siano davvero superflui (quasi non si vedono); per il resto la rotatoria ora viene “abbellita” con qualche faretto, quando quella strada, terminati i lavori, è stata per anni senza un’illuminazione decente.
    Forse perchè abito in zona ricordo bene che ci son stati degli investimenti di pedoni; fare lavori in quel modo è indecente oltre che senza un minimo di buon senso; tanto alla fine chi paga (in tutti i sensi) c’è.

  7. Pingback: Popinga

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