Ospitiamo un intervento di Floriano Schiavoni, consigliere comunale a Senigallia, uscito polemicamente dall’aula nel corso dell’ultima e conclusiva discussione sulla cosiddetta “Variante Arceviese”. Avendo assistito alla seduta abbiamo chiesto a Schiavoni i motivi che lo hanno spinto ad un gesto così eclatante.
Pur avendo partecipato, in qualità di semplice cittadino, a pochissime commissioni urbanistiche (Alessandro Cicconi Massi rappresenta Forza Italia), ho potuto notare, pur non essendo di certo un urbanista, alcune operazioni contrarie al buon senso.
In una di queste commissioni avevo saputo dell’intenzione dell’amministrazione comunale di realizzare una strada, con successiva demolizione di un immobile fatiscente, del tutto inutile per i cittadini di Borgo Passera, viste le volontà future dell’amministrazione stessa.
Per tale motivo avevo presentato apposita osservazione alla variante urbanistica. Osservazione che aveva non solo lo scopo di evitare costi inutili, ma anche quello di permettere alle biciclette, tanto amate – a parole – dall’amministrazione comunale, di arrivare a Senigallia senza dover accedere alla pericolosa “Arceviese”. Non potendo partecipare – per legge – al dibattito, ho notato l’assoluta superficialità (con 9 secondi di media a testa era impossibile fare diversamente) con la quale il Consiglio ha esaminato e bocciato l’osservazione.
In altre osservazioni alla “variante Arceviese” avevo notato come queste permettessero la costruzioni d’immobili anche in zone soggette a “tutela integrale”, mentre altre – assolutamente identiche – non permettevano l’edificazione in zone “libere”. Per questo venerdì scorso ho pubblicato questo articolo.
In sede di discussione comunale ho notato che il comportamento della maggioranza (e la regola dei 9 secondi disponibili a testa lo dimostra) era quello di non discutere in modo appropriato ogni osservazione probabilmente per non far capire l’essenza della stessa.
La motivazione dei tempi stretti non trova giustificazione in quanto avevo personalmente proposto di iniziare i consigli comunali alle ore otto del mattino e proseguire per l’intera giornata. In questo modo, il maggior tempo disponibile e la mente più brillante avrebbero garantito al consiglio di chiudere la pratica entro il 29/03/08, e ai consiglieri interessati di esaminare in maniera adeguata ogni osservazione e di poter votare, conseguentemente, una cosa che si è capita. Ricordo che solo pochi consiglieri partecipano alla commissione edilizia – sempre che in commissione si sia discusso in maniera approfondita ogni pratica – e tutti gli altri hanno il diritto di capire.
Nella serata in cui sono “scoppiato”, pur avendo le osservazioni disponibili sul personal computer dove sono riportate in maniera sintetica le osservazioni e le controdeduzioni (sfido chiunque a capirci, in alcune, qualcosa), riuscivo con difficoltà ad aprire la scheda e già il Presidente del Consiglio (con una velocità da centometrista) proponeva la votazione.
La mia rabbia è esplosa nel momento in cui Paradisi Silvano ha rifiutato la mia richiesta di chiarimenti in quanto era pervenuta dopo i tempi. Il tempo che ho impiegato – ripeto – è quello intercorso dalla lettura del numero dell’osservazione a al momento in cui la scheda si è aperta sul mio personal computer. Figuratevi chi non aveva il personal computer (quasi tutta la maggioranza) o chi, come il buon Fiore Bittone, aveva l’intero fascicolo cartaceo sul quale, di volta in volta, doveva prima ricercare la pratica e poi sperare che qualche altro consigliere avesse preso la parola poiché altrimenti, al momento in cui tirava fuori la pratica, il Consiglio aveva già votato.
Il sottoscritto aveva tutti i diritti di parlare e capire anche perché potevo disporre di ulteriori 25 minuti ( per tutte le osservazioni rimaste) grazie alla successiva possibilità concessami (solo, attenzione, in virtù dell’assenza del consigliere Cicconi Massi).
Vistomi rifiutare la richiesta, per me legittima (e questo ha fatto traboccare il vaso), ho mandato”a quel paese” tutta la maggioranza e me ne sono tornato a casa.
Floriano Schiavoni