Intervista a Luisa Gasbarri

Pubblichiamo con piacere l’intervista che Luisa Gasbarri, l’autrice del romanzo L’istinto innaturale, ha rilasciato a Lino Faraone.
Luisa sarà ospite del Club Popinga nella riunione del 26 agosto; l’incontro sarà pubblico e si terrà alle ore 21.30 presso l’Auditorium San Rocco di Senigallia. Siete tutti invitati a partecipare! Leggi tutto “Intervista a Luisa Gasbarri”

Viaggio a Corfù

Questo viaggio non doveva essere fatto a Corfù bensì a Copenhagen. Per cause tecniche non ho potuto fare i 4040 Km andata e ritorno in macchina per la capitale danese. Comunque per una coincidenza fortuita ho colto l’occasione di un viaggio via mare per Corfù.

Fortuna vuole infatti che Luca, un mio amico in partenza per Corfù, fosse in cerca di una quarta persona per riempire un appartamento e condividere le spese di alloggio per dormire in un appartamentino in quel di Barbati, circa 20 Km a nord di Corfù.

Insieme a Luca sono partito con Andrea e Paolo il 13 pomeriggio e il viaggio, con passaggio-ponte su traghetti della Minoan lines, è stato bello, anche se all’andata, causa caldo ed eccitazione da partenza, ho dormito poco, mentre al ritorno, causa stanchezza, sono sprofondato in un sonno ristoratore.

Appena arrivati a Corfù, dopo aver fatto un cambio di nave a Igoumenitsa, mi sono accorto che c’erano molti italiani in vacanza e che i corfioti erano una esigua minoranza. Nella settimana seguente ho avuto conferma di tutto ciò: l’isola pullulava di italiani, le insegne dei negozi sono in italiano e tutti parlano la nostra lingua.

La casetta a Barbati era veramente comoda e carina sia come arredamento che come posizione. Avevamo anche un tavolo all’aperto dove fare colazione la mattina, api permettendo, e cenare a lume di candela la sera.
Per gli spostamenti abbiamo utilizzato un suzuki samurai: si tratta di un piccolo fuoristrada.

Mare limpido e pulito ovunque, le spiagge passano da quella sabbiosa, simile a quella vellutata di Senigallia, per arrivare a quelle sassose. A nord l’isola si presenta prevalentemente montuosa ed è dominata da un monte di circa 900 m di altezza; andando verso sud l’isola si restringe e diventa più pianeggiante.

Consiglio di visitare la spiaggia di Sidari al nord e la baia di Glifada, al centro sul lato occidentale. Ovviamente anche il centro storico di Corfù merita di essere visitato sia di giorno, con il caos legato ai turisti e vita normale di una grande città, sia di notte quando complice la notte il dedalo di vicoli stretti e tortuosi diventano un labirinto dove è facile perdersi. Il centro ricorda Corinaldo con i sali e scendi dei vicoli, solo che è 10 e passa volte più grande ed è in condizioni peggiori poiché molti palazzi sono fatiscenti.

Aspetto gustoso è il mangiare, i piatti che ho provato sono una decina, ottima è la gyros pitta, simile alla nostra piadina come forma e paragonabile alla nostra pizza come snack da fare ad ogni ora del giorno. Si tratta di una simil-piadina arrotolata con dentro patatine fritte, pomodori, yoghurt, cipolle e gyros (questa è carne di maiale cotta alla brace)… in effetti è una piccola bomba calorica.
Ovviamente l’insalata greca è ottima.

I corfioti (abitanti di Corfù) sono disponibili e gentili, grazie alla loro ospitalità il viaggio è stato ancora più bello.

Un ristorante carino dove mangiare bene a due passi dal mare, immersi in un atmosfera rilassata, è la taverna di Nikolas presso il paesino di Agni, a nord.

Le strade sono pericolose e mai come in questa vacanza ho pregato così tanto on the road!

La sera si è usciti sempre e abbiamo avuto modo si vedere la vita notturna, anche se la maggior parte dei posti sono ad uso e consumo dei soli turisti. Molte sere le ho passate presso un pub irlandese (tenuto da irlandesi) chiamato “dirty Nellies” lungo la spiaggia di Ipsos, altrimenti nota come Little Italy, data l’enorme presenza di connazionali partenopei.

Nel complesso è stata una bella vacanza e tenendo conto di tutto si è arrivati a spendere sui 500 € a testa, viaggio+vitto+alloggio+macchina+spese extra.

Il fascino oscuro della guerra

Le premesse di una guerra e le conseguenze per coloro che ne sono coinvolti sono descritte in modo coinvolgente e preciso.
Un libro che si legge velocemente ma che aiuta a riflettere su quali possano essere i pericoli nel nostro futuro descrivendo gli errori ed orrori del passato prossimo.

Possiamo fidarci di Chris Hedges. È stato nei posti peggiori e ha visto le cose peggiori. Così dobbiamo ascoltarlo quando sostiene che la guerra è una droga che uccide, che il nazionalismo è sempre pericoloso e che dobbiamo svegliarci e renderci conto di quanto il mondo attuale sia terrificante. Michael Ignatieff
Facile dire che la guerra è sinonimo d’inferno. Ma per molti di coloro – sia civili che militari – che la provano, la guerra è un’esperienza intensa, emozionante e persino gioiosa. La guerra inebria, dà un obiettivo, una motivazione, una soluzione: Chris Hedges la conosce bene. Per il “New York Times” è stato nei Balcani, in Medio Oriente, in America Centrale e ciò che ha visto lo ha sconvolto: amici, nemici, colleghi intossicati e quasi drogati dallo scontro. Partendo dai classici, da Omero a oggi, in questo libro Hedges affronta una triste verità e un mito antico: il legame d’amore fra gli uomini e la guerra, l’attrazione fatale tra il rischio e la gloria, la seduzione della battaglia e la perversione del conflitto.