Questa vignetta di Forattini riassume meglio d’ogni altra cosa quel 12 maggio ‘77.
Il fatto che in trent’anni non si sia stati capaci di una verità storica e politica la dice lunga sulla coscienza civile di questo Paese. Un Paese di smemorati, che non fa i conti con la propria storia, è destinato a riviverne i momenti peggiori.
E chi, invece, dei momenti peggiori conosce la verità, è destinato a farla franca: può permettersi di parlar d’altro, perfino di mentire, tanto nessuno gli chiederà conto di nulla.
2 Commenti
1. Gianluigi Mazzufferi (13 Maggio 2007, 9:20 am) :
Chiarissimo appare il post di Andrea e puntuale il momento: ottima occasione per riflettere. Mi chiedo però se si può fare di più, ognuno con i suoi mezzi e con le proprie attitudini.
Riproduco qui sotto la stessa vignetta di Forattini che, serigrafata come manifesto, facemmo affiggere nella nostra città i giorni della elezione di Cossiga alla Presidenza delle Repubblica (1985). Non è stato un impegno trascendente, ma almeno una precisa testimonianza dalla quale andrebbero tratte le logiche conseguenze, non vi pare?
Se invece eravamo in errore, almeno ditelo!
2. Comunicare e manifestare &hellip (16 Ottobre 2007, 3:41 pm) :
[…] nostra che quando c’era da criticare lo abbiamo fatto. Lo rivendichiamo, anche nei confronti di un Presidente delle Repubblica salito al Quirinale con la quasi unanimità dei […]
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