Treni: ritardi e cavilli

Stavolta vi parlerò di ferrovie, orari, sovrapprezzi, biglietti e cavilli. Avete preso treni di recente? No? Peccato… ma ci sono io a dirvi cosa vi siete persi!

Immaginate di voler andare da Torino a Senigallia pagando il meno possibile (23,50 euro, su treni Interregionali): il nuovo orario 2006 vi farà passare per Piacenza, dove dovrete cambiare treno con una coincidenza di appena 15 minuti. Beh, direte voi, 15 minuti sono abbastanza e da Torino a Piacenza ci sono appena 180 km, pochi per accumulare ritardi addirittura di 15 minuti… Dite? Stavolta devo smentirvi, giacchè venerdì scorso il ritardo fu di 20 minuti! Si scrive coincidenza, si legge lotteria.

E pensare che fino a Piacenza il ritardo accumulato era “solo” di 10 minuti, fisiologici direi. Eppure, con le mura della città immobili a destra, restiamo fermi altri 10 minuti alle porte della stazione. Voi penserete: vabbè, sicuramente il treno per Senigallia ha aspettato la coincidenza. Sicuramente? Macché. Sceso finalmente a terra 20 minuti oltre il previsto, scopro che l’Interregionale per Ancona è già partito. Ovverosia, per evitare di attendere appena 5 minuti (cinque), non ha atteso la fatidica coincidenza. Addirittura sapendo che il treno da aspettare era già a Piacenza, li ad un chilometro, fermo alle porte della stazione. Misteri.

Adesso che si fa? In casi come questi si sale sul treno successivo, ovvio; a me il destino riserva addirittura un Intercity Plus, che mi porterà a destinazione mezz’ora dopo il previsto. Sarà li fra un’ora, non troppo, visto che trascorro metà del tempo in coda alla biglietteria: la coda del vicino è sempre più veloce, recita il detto, ma soltanto nella stazioni dove mettono una coda per ogni sportello aperto, e quella di Piacenza è una di queste. Qui l’efficienza può attendere.

Al bigliettaio presento il mio tagliando logoro e usato per metà, già timbrato e bucato. Espongo la situazione e mi faccio consigliare: non resta che salire sull’Intercity Plus e pagare la differenza di prezzo, in totale 9,28 euro comprensivi di 2 euro per la prenotazione obbligatoria del posto.
Non faccio in tempo ad ingoiare il rospo che scopro con terrore di essere in buona compagnia, visto che il treno ha già tutti i posti riservati. Il flemmatico bigliettaio si arrende: il suo computer non può rilasciarmi alcun biglietto, semplicemente perché ad ogni biglietto deve corrispondere un posto a sedere, e di posti liberi non ve ne sono. Logico!

Epperò io voglio arrivare a casa! Vi prego, ditemi come devo fare!! Semplice. Lo stesso impiegato allo sportello mi consiglia di salire comunque sul treno, perché il biglietto potrà farmelo direttamente il controllore a bordo al prezzo di “soli” 8 euro in più. È questo il (sovrap)prezzo che i profughi incolpevoli come me devono pagare.
Dunque ecco a voi il conto finale: 7,28 euro di differenza tra Intercity Plus e Interregionale (ma non avevo scelto il treno meno costoso?!), più 2 euro per la riservazione obbligatoria del posto (quale posto? Appena salito a bordo mi tocca scavalcare almeno 10 persone accampate nel corridoio) sommati ad altri 8 euro di sovrapprezzo (dove non poté il computer arrivò l’umano capotreno). Il totale arriva a 17,28 euro, che tradotti significano un aumento del 73% sul prezzo stabilito alla partenza: un vero affare! E tutto non certo per una mia volontà o colpa. Dopo il danno del ritardo anche la beffa dell’aumento del prezzo!

Giunto finalmente a casa mezz’ora dopo il previsto, accuso un senso di insoddisfazione che sul momento non inquadro bene. Ma siccome la notte porta consiglio, il giorno seguente accendo il computer e digito www.trenitalia.com. Ed ecco quello che scopro leggendo l’Articolo 11 delle Condizioni generali di trasporto della nostra compagnia ferroviaria di bandiera:

Quando in seguito al ritardo di un treno viene a mancare la coincidenza con altro treno (…) le FS possono autorizzare il viaggiatore a valersi d’altro treno immediatamente successivo per cui il biglietto non sarebbe valido, senza pagamento di alcun sovrapprezzo. (Articolo 11, § 4)

L’articolo 11 è chiaro, anzi direi quasi-chiaro: infatti il sovrapprezzo che mi hanno fatto pagare (in totale 17,28 euro) sembrerebbe ingiustificato, e questo perché in biglietteria si sono guardati bene dall’applicare il regolamento (ma dico! bisogna farsi fare il biglietto dal proprio avvocato?).
Nonostante ciò non tutto è completamente chiaro: che vuol dire infatti la frase “le FS possono“? Forse che l’applicazione della regola è discrezionale, forse che in certi casi “le FS possono” e in certi altri (quali?) le FS non possono?

Il cavillo è in agguato, si nasconde tra le righe, la regola è sfuggente, ma del resto neanche acchiappare un treno bello grosso, di questi tempi, è cosa da tutti.

5 pensieri riguardo “Treni: ritardi e cavilli”

  1. Le mie disavventure sui treni!

    Per confermare la totale chiusura mentale dei dipendenti delle nostre FS, racconto alcuni episodi a me capitati qualche anno addietro.

    1-Ero andato qualche giorno a Cupramontana nel periodo che va tra Natale e Capodanno, ma, siccome la sera di Capodanno io dovevo lavorare mentre gli altri rimanevano qualche giorno in più, ho preso il treno dalla stazione di Castelplanio.

    Ebbene quel giorno, il 31 dicembre, la biglietteria della stazione era ovviamente chiusa, ma era anche chiuso ogni bar ed ogni edicola nelle vicinanze, quindi non avevo la benchè minima possibilità di acquistare il biglietto.

    Quando il treno è arrivato, ho parlato subito con il capotreno spiegandogli la situazione e questi mi ha detto di salire perchè mi avrebbe fatto il biglietto lui stesso.

    Già, ma quando si è arrivati al momento del pagamento, ho avuto la gradita sorpresa di pagare 5.000 lire (c’era ancora il buon vecchio conio) per il tragitto da Castelplanio a Senigallia, PIU’ 10.000 lire di multa per aver fatto il biglietto sul treno!

    Insomma ho pagato il 300% del prezzo stabilito, nonostante avessi più volte spiegato al ferroviere la mia impossibilità ad acquistare un biglietto a terra.

    2-Qualche anno dopo, dovendo andare a Treviso in maniera rapida, ho acquistato il mio primo biglietto di Eurostar per la tratta da Bologna a Venezia, mentre fino a Bologna ho preso un comune interregionale.

    La sfortuna ha voluto che a Bologna, proprio in quel giorno, crollò una parte del ponte Stanislao (o qualcosa del genere) e tutti i treni che passavano lì sotto furono fatti deviare per i campi intorno alla città.

    Dopo due ore a girar per campi, siamo arrivati ad una stazioncina di periferia in cui era fermo un altro treno, guarda caso proprio l’Eurostar diretto a Venezia.

    Al che ho pensato: meno male!, due ore di ritardo ma almeno ho trovato il treno e posso accomodarmi sulla mia bella e comoda poltrona prenotata.

    Macchè, al mio posto trovo seduta una gentile signorina che, quando le faccio notare che quello era il MIO POSTO PRENOTATO, mi dice con l’aria di chi la sa lunga: guarda che per prendere un posto prenotato devi arrivare entro 15 minuti dall’orario di partenza.

    Già la cosa mi sembrava strana, ma io le faccio notare che il treno è circa 2 ORE in ritardo perchè la stazione di Bologna è completamente chiusa dal lato Sud.

    Lei gentilmente mi dice che infatti molti treni per Venezia erano stati annullati e tutti i passeggeri erano stati fatti salire su quel treno che in pratica era declassato.

    Non avendo voglia di continuare ulteriormente la discussione, la mando a quel paese e mi faccio tutto il viaggio in pedi maledicendo  i soldi spesi per il supplemento, le ferrovie, la sfiga e la gentile signorina!

    3-L’ultimo e più recente episodio mi è capitato andando a Poggio Rusco, un ridente paesino della pianura padana al confine tra Lombardia ed Emilia.

    Ebbene, alla partenza, ho fatto un biglietto di andata e ritorno da Senigallia a Poggio Rusco, solo che, al ritorno, i miei amici mi hanno lasciato alla stazione di Gonzaga, che sarà a 20 Km da Poggio Rusco, ma si trova su un’altra linea ferroviaria (una è la Bologna-Verona, l’altra la Modena-Mantova).

    Quando il controllore ha guardato il biglietto, mi ha fatto notare che la linea era sbagliata e dovevo pagare un supplemento, però, mentre la differenza chilomentrica era di circa 30 Km (e quindi pensavo di dover pagare solo tale importo), il capotreno mi ha addebitato l’intero importo tra Gonzaga e Bologna!

    Ho chiesto spiegazioni, ma il tizio ha affermato che se la linea è diversa il biglietto non è valido (anche se entrambe le linee sono gestite direttamente dalle FS) e io, come al solito, ho pagato anche la cosa mi puzzava parecchio!

    In conclusione la morale è questa: io sono particolarmente sfortunato, ma quando si è con l’acqua alla gola, le ferrovie prima di gettarti un salvagente ti mettono la testa sott’acqua per estorcerti più denaro possibile e questo IMHO è un comportamento criminale soprattutto quando le disfunzioni dipendono da loro.

  2. Ciao! Ma perché…

    Ciao !

    Ma perché queste spiacevoli disavventure non le denunciate al CODACONS ?

    Magari non otterrete nulla, però sarà sempre una denuncia in più dei disagi causati dalle ferrovie, che sommata alle altre alla fine, forse, può dare qualche loro qualche problema…. (vabbè utopia)

    A metà dicembre mi è capitato uno spiacevole inconveniente in autostrada, niente di grave, però ho avuto un problema al casello di Fano: venivo da Senigallia e sono uscita a Fano, ho scelto lo sportello automatico, quello che permette anche il pagamento in contanti, perché era libero e mi son detta "così faccio prima"..

    Ma lo sportello non funzionava, era bloccato: non riuscivo ad infilare il biglietto. Così ho premuto il pulsante di richiesta di aiuto…. Aiuto….seee!!!

    Quando ho cercato di spiegare il mio problema al dipendente della centrale operativa, questo non mi dava retta ed era anche pittosto scortese…Insisteva nel farmi pagare l’importo del veicolo che mi aveva preceduta, perché la macchinetta era bloccata, ovviamente, sul pregresso importo!

    Oh, non c’è stato verso di farglielo capire. Mi si è messo pure ad alzare la voce!

    Alla fine ho dovuto fare marcia indietro e spostarmi al casello con il casellante umano! Manovra non molto agevole e sicura. E per fortuna che volevo fare prima!!

    In quel momento ero arrabbiata nera….ma nera…..

    Così il giorno dopo, non subito perché non ero molto sicura, ma alla fine mi sono decisa…il giorno dopo sono andata sul sito della Società Autostrade, ho trovato l’indirizzo e-mail e ho scritto una lettera di reclamo. Ho descritto loro con precisione la mia disavventura, pur non avendo alcuna ricevuta, con i relativi estremi, che dimostrasse il mio passaggio in autostrada….

    Oh, sembra impossibile, ma mi hanno risposto!!

    Non subito, dopo Natale, però mi hanno fatto le loro più sentite scuse e hanno promesso maggiore attenzione nei confronti del personale…

    Non avrò ottenuto chissaché, però questo prova che è meglio non tacere e che quando c’è qualcosa da dire va detta e quando c’è giustamente da protestare bisogna farlo.

    Sennò questi si approfittano!

    Poi ovviamente i vostri casi sono più gravi…. io non ho perso denaro.

    Mi sono registrata Marco!!

    Valeria Bellegamba

  3. W le ferrovie!

    Ebbene anche a me è capitato di dover subire ritardi e treni soppressi, comunque mi sono capitate anche situazioni favorevoli e piacevoli grazie a Fs ora Trenitalia. Da pendolare molte volte mi è capitato di riuscire a prendere il treno per arrivare a casa dopo una giornata di studio o lavoro perchè il treno era…in ritardo!

    Quindi non tutti i mali vengono per nuocere. Un episodio sgradevole di recente si è verificato per due serate di seguito, quando il treno che dovevo prendere era in ritardo di ben 70 minuti.

    Comunque l’unico consiglio che posso dare è..avere molta, molta pazienza e attendere, prima o poi un treno arriverà!

    ciao

    Matteo

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