Olio d’oliva: dalla leggenda alla scienza /6 (Neoplasie)

(segue) Fin dai primi studi di Keys sono emersi evidenti i rapporti fra VOO e neoplasie e la riduzione di neoplasie nei soggetti che seguivano la DM. Studi epidemiologici successivi hanno confermato che nelle nazioni in cui veniva seguita una DM come la Grecia, l’Italia e la Spagna nelle quali il VOO è il principale lipide usato nell’alimentazione, l’incidenza delle neoplasie era molto minore.

E’ stato inoltre evidenziato che dosi elevate di olio di mais determinano un adenocarcinoma nei ratti, fenomeno che non si verifica mai con il VOO anche a dosi più elevate, e che l’oleuropeina, il più abbondante dei fenoli delle olive e del VOO, mai tossico nemmeno a dosi molto elevate, oltre all’azione antimicrobica, antiossidante, ipotensiva e ipoglicemizzante, ha un’azione anti angiogenica. Per quest’ultimo motivo è stata studiata l’azione antitumorale su ratti albini che, con una certa frequenza, presentano spontaneamente dei sarcomi mortali singoli o multipli .
Ad alcuni di questi, una volta comparso il o i tumori, che potevano avere un diametro di oltre 2cm, è stata somministrata, diluita nell’acqua da bere, dell’oleuropeina all’1%.

E’ stata così evidenziata, a livello microscopico nei preparati istologici, una spiccata azione antineoplastica e, a livello macroscopico, la scomparsa entro 9-12 delle masse tumorali. Gli animali, ritornati alla normalità successivamente presentavano una vita normale e morivano di vecchiaia confermando così, sia pur nell’animale da esperimento, l’azione antineoplastica di un importante composto dell’olio d’oliva.

Una evidenza dell’attività chemio preventiva nell’uomo è stata ottenuta dal riscontro che in colture di cellule di adenocarcinoma del colon l’acido maslinico e oleanolico del VOO, senza evidenziare alcuna citotossicità, inibiscono la proliferazione di tali cellule e ristabiliscono l’apoptosi, processo di primaria importanza nel rimuovere le cellule che hanno assunto una evoluzione cancerogena.

Una ulteriore conferma dell’azione antineoplastica del VOO è stata fornita da vari studiosi soprattutto nel tumore del seno della donna.
Sono stati dimostrati i meccanismi metabolici fisiopatologici attraverso i quali particolari composti del VOO svolgono un’azione anti neoplastica su cellule dell’uomo prevenendo la loro trasformazione in cellule maligne e la formazione di metastasi .
Tali risultati non solo confermano i dati epidemiologici noti da tempo ma possono rappresentare una base di partenza per la messa a punto di farmaci ad azione antineoplastica. (continua)

4 pensieri riguardo “Olio d’oliva: dalla leggenda alla scienza /6 (Neoplasie)”

  1. Chissà…forse che gli olivi piantati al centro delle rotatorie senigagliesi serviranno anche a combattere le neoplasie derivanti dall’inquinamento del traffico ? Utili allora ed anche sicuramente belli…. ma visto quello che costa una pianta, falli essere pure brutti!!!

  2. Pingback: Popinga
  3. Gent.ma Signora Rosanna,

    una dieta corretta aiuta a prevenire molti tumori e, soprattutto l’olio di oliva extra vergine, è un importante coadiuvante nell’inibire l’insorgenza del cancro. Ovviamente questo si realizza soprattutto in seguito al suo uso continuo fin dalla prima infanzia.

    In particolare l’olio extra vergine d’oliva modula l’espressione di alcuni geni quali gli HER2 coinvolti nella proliferazione e differenziazione delle cellule neoplastiche dei tumori del seno.

    L’acido oleico, un corretto equilibrio omega-6 /omega-3 e vari composti minori l’olio extra vergine di oliva della dieta mediterranea, si rivelano pertanto efficaci non solo nella prevenzione ma anche favorendo l’azione di alcuni farmaci che si usano nella cura del tumore (es. l’Herceptin che interferisce con il recettore HER2, bloccando la proliferazione del tumore della mammella).

    Vi allego pertanto un PDF del 2008, uno del 2009 e una tabella con il corrispettivo PDF del 2010 dove potete trovare il razionale scientifico della mia affermazione (ho evidenziato le parti interessanti nella speranza che voi riusciate a vederle) e infine un mio recente articolo pubblicato sulla Rivista delle sostanze grasse in collaborazione con il Prof. Lercker chimico e Preside della Facoltà di Agraria di Bologna, nel quale da pag.154 alla fine, ho scritto la parte storica, gli aspetti nutrizionali e salutistici .

    Spero che il tutto vi sia chiaro.

    Vivissime cordialità.

    G. Caramia

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