La privacy è fuori legge nelle Marche

Sono corsi in questi giorni veri fiumi d’inchiostro per l’iniziativa dell’ex vice ministro Vincenzo Visco e dell’Agenzia delle Entrate.

Sarebbe inutile scrivere una riga in più se non fosse assolutamente necessario ricordare, proprio qui nelle Marche, che da oltre un decennio accade qualcosa diametralmente opposto. Viene violata la legge sulla trasparenza dei patrimoni dei manager pubblici e nessuno se ne accorge. O forse meglio, nessuno dà segno di curarsi del problema che alla fine è il rispetto di leggi in vigore.

Nessuno se ne è accorto. Quindi più di un anno fa ho preso io stesso carta e penna per chiedere a chi di dovere di rispettare la legge. Null’altro che pubblicare, anno per anno sul Bollettino Regionale, lo stato patrimoniale degli amministratori regionali e dei dirigenti pubblici. Mi sono rivolto al Presidente del Consiglio Regionale in quanto a lui spetta questo adempimento. Il Presidente Raffaele Bucciarelli, anche lui secondo la miglior tradizione delle “casta”, deve ancora degnarsi di darmi un formale cenno di riscontro. Di conseguenza sono approdato all’ultima spiaggia possibile per un cittadino: il Difensore Civico Regionale. A lui ho indirizzato un formale esposto. L’avvocato Samuele Animali si è subito attivato ed ha faticosamente raggiunto, solo dopo alcuni mesi, un primo tangibile risultato: la pubblicazione, in diverse riprese, dei dati relativi agli introiti ed ai patrimoni dei Consiglieri regionali. Così la casta propriamente detta si è piegata, ma di fatto la casta occulta, lasciatemela definire cosi, ha ancora una volta avuto la meglio ed ha tranquillamente perseverato nella abitudine oramai più che decennale di far quello che vuole! Cioè restare nell’ombra almeno per questo aspetto.

Cosa resta da fare a questo punto? Cosa fare per senso civico e per coerenza?

Oggi avrei pensato di scrivere al Procuratore della Repubblica. Magari ci vado anche di persona, se trovo chi m’accompagna, al “palazzaccio”. Vorrei avvertirlo che ho intenzione di commettere un reato. Quale, come e perché? So che navigando su Internet si può accedere ai famosi files dei contribuenti italiani divulgati lo scorso 30 aprile dall’Agenzia delle Entrate. A detta del Garante della Privacy sarebbe illegittimo farlo; un atto grave sanzionato con 3.000 € di ammenda e non so anche se con altre conseguenze penali.

La mia scusante sarebbe questa: mi limiterei a farlo per i soli nomi dei manager pubblici delle Marche. Ciò in quanto è legittimo conoscere quello che la legge impone di pubblicare, ma che la furbizia o la pigrizia dei nostri amministratori regionali colpevolmente ci nega. Ancora una volta così perché il potere, quello vero, è nella mani di questa “casta occulta“.

Nota finale. Eccola con un link, al blog dell’avvocato Animali ed in particolare al post con il quale approva (lui è del mestiere!) la decisione di Visco relativa alla diffusione via Internet. Mi permetto solo un consiglio avvocato: linki Lei i dati che sono in rete, relativi ai nostri manager. Così prendiamo due piccioni con una fava!

Un commento su “La privacy è fuori legge nelle Marche”

  1. Il consigliere civico oltre ad essere del mestiere diciamo che è vicino all’ex vice ministro Visco, una vicinanza di partito.
    La tua battaglia Luigi è sacrosanta; questo è veramente un paese strano:viene violata la privacy di tanti comuni cittadini come ultimo ignobile atto del signor Visco e, d’altro canto, a quei comuni cittadini non è dato conoscere ciò che spetterebbe loro.

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