Il Classico feticcio

Se esistesse una specialità olimpica di sollevamento polveroni, Roberto Paradisi vincerebbe di sicuro la medaglia d’oro.
L’ultima battaglia in ordine di tempo è quella sul degrado del Liceo Classico “Perticari”.

Paradisi parte da una storia – la scomparsa dei quadri – indubbiamente grave e meritevole d’indagine. Poi però, come sempre, come al dottor Stranamore di Kubrick, gli scappa la mano e manda tutto in vacca: ed ecco servito il solito polpettone di iperboli, sputacchi, ideologia, superlativi, urla e anatemi.
Qualcuno potrebbe pensare che, parlando di «menefreghismo, insensibilità e lascivia culturale», Paradisi denunci la caduta verticale del livello di preparazione degli studenti (a Senigallia come in tutt’Italia), e lo sfascio della scuola pubblica dopo le riforme Berlinguer-Moratti.
A qualcun altro potrebbe tornare in mente l’episodio dell’anno scorso, proprio al Classico, quando uno studente bocciato alla maturità fece ricorso al TAR contro i professoracci cattivi. Non si può mai sapere, magari Paradisi ce l’ha con quel tizio che invece di studiare mise di mezzo un avvocato, facendo ridere mezza Senigallia.

Macché. La sciagure del Classico, par di capire, non sono culturali ma architettoniche. Come se la qualità d’una scuola si misurasse non tanto dalla capacità formativa quanto dal numero di stucchi sul soffitto.
L’importante è preservare la tradizione, pazienza se poi sui banchi siedono delle teste vuote. Vuoi mettere il gusto di farsi una canna sotto un cornicione neo-classico, invece che al cesso?
Più che un amore, per Paradisi il Liceo Classico è un feticcio.
Una volta era lui a vedere feticisti ovunque. Ce lo ricordiamo un annetto fa, quando, con la consueta sobrietà di stile, sparava a palle incatenate contro i difensori della Costituzione e del voto ai referendum. Non che gli importasse granché del merito della questione: l’obiettivo, allora come oggi, era alzare il polverone.
E adesso, per contrappasso, ha il suo bel feticcio pure lui. Un feticcio classico.

3 pensieri riguardo “Il Classico feticcio”

  1. Ecco qui sopra uno scritto in punta di penna, senz’altro di stile, ma calibrato esclusivamente dal tuo punto di vista, caro Andrea. Per certi aspetti, visto che si tratta dell’analisi dello stile, sembrerebbe più adatto ad un sito letterario piuttosto che al nostro Popinga. Infatti se Paradisi solleva dei “polveroni” va anche detto che non mi risulta possano essere impiegati con successo altri stili: la vicenda dei quadri (scomparsi, rubati, perduti?) avrebbe dovuto essere una preoccupazione delle Autorità costituite. Invece? Sembra che anche le denunce restino nel cassetto, alla faccia dell’”obbligatorietà dell’azione penale”.
    E’ vero che Andrea entra nuovamente nel merito del funzionamento della scuola. Parla della preparazione degli studenti ed insegnanti, dell’impegno per lo studio, delle capacità che si manifestano sui banchi del liceo. Purtroppo però – ed è questa una impressione immediata – anche lui gioca la carta del “polverone”. Usa un tono nient’affatto conciliativo, diciamo effervescente, oppure, visto che abbiamo a che fare con gente di formazione classica, si presenta con un indiscutibile “animus pugnandi”.
    Dal mio punto di vista, certo un po’ particolare, temo che tutti abbiamo perso una buona occasione per parlare dei contenuti, interessandoci prevalentemente del contenitore.
    In questo caso – cerco di spiegarmi – non parlo solo della qualità della scuola in quanto anche io sono sempre stato in sintonia con le severe reprimende di Andrea. Scommetterei, ad occhi chiusi, che sulle medesime linee, se ne discutessimo, avremmo l’assenso anche di Roberto Paradisi.
    Chi come me, in questa fase della vita, non ha problemi contingenti con figli o nipoti da mandare a scuola, potrebbe essere interessato ad un particolare della vicenda, niente affatto trascurabile. Vorrei tanto sapere, senza i continui omissis che fino ad oggi hanno caratterizzato la vita di questo palazzo che sorge nel cuore della città, dove andremo a parare. Quali sono gli appetiti che si celano dietro lo sfratto della scuola? A cosa porterà l’acquisizione di quella parte dell’immobile venduta, tra non poche chiacchiere, ad un noto immobiliarista? Temo davvero che resteranno grandi zone grigie, come per altre operazioni del genere, nella nostra Senigallia.
    Davvero un peccato! Se non vi offendete per il paragone avicolo lasciate che scriva così: abbiamo due galli di razza nel pollaio. Noi tutti restiamo indifferenti e li lasciamo litigare tra loro, mentre, come sempre avviene, la “gallina dalle uova d’oro” ci sfugge di mano.

  2. Credo di non sbagliare dicendo che ad Andrea non importa poi tanto degli “affarucci” immobiliaristi/urbanistici locali. Parla di massimi sistemi, toccando, da un po’ di tempo, le stesse corde…

    Parlare ora di Paradisi è un lusso inutile, sebbene non dannoso (come qualcuno teme). Con tutti i difetti (politici) che ha, senza dubbio Roberto svolge diverse opere meritorie e condivisibili, per esempio nella vicenda del Mezza Canaja, oppure a proposito degli sprechi di qualche dirigente comunale. Perche’ non aiutarlo invece?

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