Amati: si alle province ma con moderazione

Continua il dibattito sugli enti locali, avviato oramai da diversi mesi su “Popinga”.
Quest’oggi ospitiamo l’intervento della sen. Silvana Amati responsabile dipartimento Enti Locali DS.

In Italia gli Enti Locali rappresentano una risorsa e non un peso, un valore e una indispensabile rete di relazioni, il primo, se non l’unico livello di confronto e di risposta ai cittadini.
Percorrere la strada della domanda di cambiamento che investe il sistema politico e istituzionale italiano è possibile, seguendo la strada dell’innovazione senza però cedere agli impulsi tecnocratici e alle insidie dell’antipolitica.
Questo si sta facendo nella discussione e, speriamo presto, nella approvazione del nuovo codice delle autonomie.

Si ridefiniscono le funzioni fondamentali proprie degli Enti Locali, si eliminano le sovrapposizioni di intervento, si attivano le città metropolitane, sostituendo gli enti che esse comprendono territorialmente.

Sulle Comunità montane si sta proponendo una drastica riduzione, una corretta definizione sulla base della vera montanità del territorio, rendendo anche impossibile che esistano contemporaneamente queste e le associazioni di comuni in sovrapposizione.
Si propone una riduzione nei numeri dei consiglieri e degli assessori di queste e di altri enti derivati, pure in via di riorganizzazione.

Non credo si intervenga invece sulle province che oggi, come ieri, svolgono un ruolo importante.
Altra cosa è pensare ad un aumento di numero, così come alla transumanza di comuni da una regione all’altra.

Silvana Amati
responsabile dipartimento Enti Locali DS

3 pensieri riguardo “Amati: si alle province ma con moderazione”

  1. Beh c’è poco da dire… oltre ad avere un comunicato bello e buono su popinga da parte della direzione centrale di un partito come i ds (forse Davide questa cosa non ti andrà giù 🙂 ) la questione è sempre la stessa.
    Più si continua ad insistere che enti inutili servono e più si alimenta l’antipolitica.
    La senatrice ha confermato quanto avevo sentito tempo fa dal ministro Lanzillotta, cioè una possibile istituzione delle città metropolitane; cosa particolarmente inutile (anche se leggo che andrebbero a sostituire gli enti ora presenti nel medesimo territorio).
    Perchè creare ancora più confusione aggiungendo un nuovo e diverso ente (città metropolitane)?
    Già in Italia ci sono troppi conflitti tra i vari enti per le relative attribuzioni (e grande colpa qui c’è l’ha il centro sinistra vista l’indecenta riforma, dal punto di vista giuridico, fatta nel 2001 agli art.117 e 118 della Costituzione); creare un nuovo e diverso ente significherebbe aumentare questi problemi.
    La soluzione è semplice: aumentare le competenze di regione e comuni e abolire le province (che tra l’altro un tempo nemmeno esistevano) e, perlomeno, bloccare nel frattempo tutte le nuovo province che si vogliono istituire (vedi Fermo).
    Già il fatto che in provincia non si hanno competenze legislative (a differenza di regione e stato) la dice lunga sull’utilità di questo ente!
    Svolge una mera attività amministrativa, che non giustifica la presenza di presidenti, assessori e consiglieri, tutt’al più può giustificare qualche dirigente e qualche impiegato.
    Comunque ora conosco la posizione dei ds in merito, cioè il mantenimento dell’ente provincia (e la costituzione delle città metropolitane).

  2. Quando si parla di abolire qualche poltrona vengono sempre fuori gli stessi discorsi: demagogia, antipolitica, ecc…

    Sembra quasi che la politica sia la cosa più importante in Italia.

    Si possono tagliare i finanziamenti alla sanità, alla scuola, alle pensioni, alla ricerca scientifica, alla famiglia.

    Tutto può essere tagliato, ma non la politica.

    In fondo “chissenefrega” se un vecchietto campa con 400 euro al mese, lui mica versa il 25% del suo stipendio ai partiti!

  3. Oggi si preferisce tagliare ovunque e opprimere chi è commerciante, libero professionista ecc. (e non parlo di quelli che guadagnano cifre da capogiro, ma semplici “stipendi”) prendendosela e additando queste persone come la causa di tutti i mali del paese… Non pagare le tasse è causa di un male collettivo senza dubbio, essere costretti ad evadere per cavar fuori uno stipendio a fine mese e non chiudere un negozio o un’attività è ben altra cosa (chi ha un negozio, una piccola attività sicuramente sa a cosa mi riferisco).
    Però la colpa è solo loro, non della politica che non taglia se stessa dove può ma continua a chiedere sacrifici agli altri, nascondensodi dietro scuse e, come dicevi tu Francesco, tirando fuori l’antipolitica e la demagogia.

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