È un peccato che Ratzinger abbia rinunciato ad andare all’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza.
Gli studenti e i professori “ribelli” oggi credono di festeggiare una vittoria, in realtà sono degli ingenui. Per almeno tre ragioni.
Innanzitutto, si offre su un piatto d’argento la parte immeritata della vittima a chi vittima non è mai stato e mai lo sarà. E si presta il fianco alle tiritere contro il “laicismo” da parte dei vari Ferrara, Galli Della Loggia, teocon, teodem e compagnia bella.
In secondo luogo, perché da quel che dice il Papa nessuno ha da temere nulla; semmai solo i cattolici, che vorrebbero vivere la propria fede e quotidianamente la vedono schiacciata sotto i tacchi di un potere clericale ormai divenuto parastatale. Non dovrebbe far paura il Papa, dovrebbero far paura quei “laici” che traducono i precetti religiosi in leggi dello Stato.
Passa per fine teologo e grande intellettuale, in realtà Ratzinger è solo un artista dell’ipocrisia e della mistificazione, che talvolta non ha nemmeno il coraggio di assumersi la responsabilità di ciò che dice. Fa affermazioni pesantissime come quelle su Maometto e Galileo, ma sta ben attento a mascherarle da citazioni. Così, se lo contestate, lui può sempre giustificarsi: “quelle cose non le ho dette io, le ha dette quell’altro, non mi travisate”. Furbo, no?
Infine perché, di fronte all’escalation d’intolleranza cui ci hanno abituato le gerarchie vaticane, bisognava alzare forte e chiara la voce della tolleranza e della nonviolenza.
Si doveva lasciarlo entrare in aula magna, dargli la parola e dopo, semmai, contestarlo nel merito. Non è stato forse Ruini a dire «meglio una Chiesa contestata che irrilevante»?
E alla fine, prima dei saluti, dirgli la cosa più pesante di tutte: Santità, Lei all’Università è entrato, in nome della libertà, della tolleranza e della civiltà. Perché, invece, Piergiorgio Welby in chiesa non ce l’avete voluto?
Anche secondo me è stato un errore imperdonabile la contestazione anticipata di studenti e professori. Per di più l’intolleranza, in sede universitaria, è un insulto all’intelligenza.
Non nascondo però che molto malignamente ho pensato, senza avere alcun riscontro s’intende, che l’aver declinato l’invito del Rettore possa anche essere stata una “furbizia”, una scelta tattica di cui sono capaci le ben note gerarchie vaticane.
Va però detto, e sarebbe da cercare subito la conferma, che è molto probabile una “defaillance” delle nostre istituzioni repubblicane. Queste davvero fanno acqua dappertutto; sembra abbiano dichiarato di non poter garantire la sicurezza del Papa all’interno dell’Università! Se vero sarebbe gravissimo.
Furbata o non furbata quello che è successo è indecente.
Impedire ad una persona di parlare, in un paese che si chiama civile è veramente vergognoso.
Per di più, che piaccia o no, se non dal punto di vista dell’autorità morale che il papa rappresenta, lo si poteva vedere dal punto di vista intellettuale, perchè in fondo è un grande intellettuale.
Queste crociate contro la Chiesa a volte mi sembrano veramente ridicole.
Il risultato poi rischia di essere questo, ovvero l’intolleranza nei confronti di chi, solamente a parole a quanto pare, viene contestato e criticato perchè sembra essere il solo intollerante.
Per di più il fatto che ciò sia avvenuto all’interno di una università, prestigiosa come la Sapienza di Roma è ancora più vergognoso.
Come del resto vergognoso è il fatto che siano stati 67 firmatari circa, su un totale di alcune migliaia di professori a impedire ciò, quando la maggior parte dei professori e degli studenti avrebbe sentito volentieri il discorso del papa.
Insomma una minoranza tra professori e studenti che aveva paura delle parole di un professore universitario dentro un’università mi fanno solamente ridere.
Tra l’altro, non per far polemica, ma quegli studenti si schierano da una parte politica ben precisa, diciamo alla sinistra del pd e non ho sentito un esponente di quelle zone periferiche dire che hanno sbagliato perchè la Costituzione, da loro tanto sbandierata a proprio comodo, all’art. 21 dice che tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
Quindi queste forme di “censura” sono vergognose.
In America Ahmadinejad (forse sbaglio a scrivere) può parlare liberamente nelle università e in Italia non può farlo il papa.
Che vergogna!
Ci definiamo liberali e democratici, addirittura quella parte dei Professori e degli alunni contestatori è solo una minima percentuale di tutta l’Università, quindi alla fine dei conti, i soliti pochi e chiassosi hanno prevalso sui tanti silenziosi.
E’ una situazione tutta italiana, come nel caso dei pacifisti dove i casinari e i teppisti sono pochissimi, ma fanno grandi danni e tanta notizia negativa a tutti, dove nel napoletano chi protesta civilmente contro il problema rifiuti è spodestato da quattro scemi che incendiano i cassonetti, attaccano i vigili del fuoco ecc…
Non è possibile che il movimento di pochi possa prevalicare e decidere con arroganza sulla vita di tutti.
In questo caso poi il Vaticano è passato come vittima dell’inciviltà e costretto a farsi da parte per l’intolleranza.
I politici poi non aspettavano altro per distogliere i media dai veri problemi dell’Italia e concentrare il tutto sui “grandi valori della democrazia” e della “libertà di espressione”.
Demagogia pura ma che serve a parlare, parlare e a continuare a non fare niente per il paese.
Un’aula come la Camera dei Deputati invece di approvare leggi oggi dedica una giornata al dibattito sul Papa e la Sapienza, poi si dice che il parlamento non fa le leggi e cadono i decreti…..ma per favore….
Dimenticavo… anche nel nostro governo se un senatore con un proprio partito decide di far casino e tolie il voto cade la maggioranza e il buon Prodi…. questo è un paese molto, troppo strano e particolare.
Ma non è un lato buono, anzi una caratteristica veramente vergognosa e deleteria per tutta l’Italia.
Il Papa avrebbe dovuto parlare e poi solo dopo avrebbero potuto piovere le critiche…se fossi il Rettore andrei a casa sbattendo le porte e niente inaugurazione, anzi manderei tutti i “sapientini” a studiare cosa vuol dire libertà, democrazia e laicità dello Stato !!!!
Io l’ho trovata come la risposta equivalente al “non possumus” su tante questioni umane, alla negazione del voto al referendum sulla legge 40, quella vergognosa fuga di fronte alla libera scelta degli elettori, e alle chiusure di un papa del ‘600, il più ideologico dell’era moderna.
Anche queste sono negazioni della libertà e della democrazia, eppure le subiamo da anni senza che si levi una voce da una sinistra “laica” che non esiste più, tutta presa a far convivere il diavolo e l’acquasanta.
All’inaugurazione dell’anno accademico non sarebbe stata possibile una contestazione efficace “nel merito”, non poteva funzionare, così ha avuto molta più visibilità.
Si è parlato di vergogna, per me la vergogna è vedere le città coperte di rifiuti e nessuna testa rotolare fra il pattume, la testa di qualche esponente di questa sinistra sbiadita e pigliatutto.
L’unica nota lieta è l’accalcarsi di tutti nell’elogiare la mossa “tattica” del papa: se le sue mosse possono essere oggetto di valutazione vuol dire che non è più infallibile.
Nel suo piccolo è qualcosa.
Concordo nel dire che, purtroppo, l’esito principale di questa vicenda molto “italiana” sia l’ulteriore spazio che si sono presi i vari G.Ferrara GDLoggia teo-con/dem vari… dico molto “italiana” perché solo nel nostro paese il massimo rappresentante di una confessione religiosa avrebbe potuto essere chiamato ad aprire l’anno accademico (che, formalmente, è l’atto più importante per l’università stessa) con una Lectio Magistralis.
Ecco perché condivido in pieno la lettera dei professori. Cos’altro avrebbero potuto fare per far sapere la loro posizione? Il confronto in quella sede era impossibile, la claque di ciellini adoranti era già schierata e i mass media pronti, come sempre, a far da cassa di risonanza alle parole del papa. Di sicuro le occupazioni (successive e forse tardive visto che la lettera era di un paio di mesi fa) sono esagerate e anche, e soprattutto, tatticamente sbagliate. Adesso è passato il messaggio che al papa è stato impedito di parlare. Mossa tattica del vaticano (da quelle parti ci sanno fare…)
Penso che basterebbe invitare il papa ad un confronto, ad un libero scambio di idee fra la sua teoria e quelle degli altri, ma forse, mi rendo conto, è chiedere troppo.
PS per inciso quando gli americani invitarono alla Columbia University lo tempestarono di domande e lo contestarono vivacemente…non sarebbe stata la stessa cosa.
La contestazione chiassosa ed irriverente, atto di vigliaccheria, alla fine si è rivelata una vittoria per la chiesa. Anch’io sarei stato per un confronto diretto post Lectio ma non penso che sarebbe stato possibile. La Chiesa ultimamente (quasi 2000 anni :-)) è abituata a dire la sua senza accettare critiche, quindi secondo voi, Ratzy, avrebbe accettato un confronto?
A Marco Santo:
Il confronto con Ratzinger & C., abituati a parlare ex cathedra, non ha senso e sono loro i primi a non volerlo.
Io non speravo in un confronto: ma avrei pagato qualunque cifra pur di vedere la faccia del Pastore tedesco sommerso dai fischi di metà aula magna, al termine del suo discorso.
Io sono di origini sarde, e per i sardi l’ospitalità è sacra, ma sai che bella zingarata! 🙂
Anche questo prova la miseria della nostra università, però: che tutti questi cattedratici non abbiano compreso che avrebbero fatto una figura da lupini… 🙁
Sembra che lo abbia detto quest’oggi il card. Bagnasco, un uomo che sa gestire in buona dose la virtù della prudenza.
Infatti su RaiNews24 infatti leggo.”Annullando la visita all’università La Sapienza il Papa non si è tirato indietro, ma ha compiuto una rinuncia che “si è fatta necessariamente carico dei suggerimenti dell’Autorità italiana“.
Quindi ognuno di noi “aggiorni” come vuole le considerazioni sull’argomento!
A Roma, sull’Appia antica, c’è una chiesetta.
Secondo la tradizione questa chiesa è fondata sul luogo in cui a Pietro, che stava fuggendo da Roma a causa delle persecuzioni dell’imperatore Nerone, apparve Gesù Cristo.
Pietro sbigottito domandò a Gesù: “Domine,quo vadis?”
E Cristo gli rispose: “vado a Roma a farmi crocifiggere di nuovo”.
Pietro comprese l’insegnamento e tornò a Roma incontro al martirio.
Considerando che Ratzinger è il successore di Pietro, la differenza di comportamento è evidente.
Il pericolo davanti a Ratzinger sembra davvero molto minore di quello affrontato da Pietro (e io ritengo che per Ratzinger l’unico pericolo sarebbe stato quello dei fischi) e quindi l’unica cosa che salta all’occhio è la codardia di questo pontefice e la sua scarsa volontà di portare la parola di Cristo anche a coloro che la avversano.
Giovanni Paolo II aveva risposto ai fischi degli universitari con il sorriso, dimostrando una fibra umana e morale che questo piccolo (in tutti i sensi) tedesco non possiede neanche lontanamente!
Non voglio neanche dilungarmi sulla “libertà di espressione” della Chiesa, dato che tutti i giorni, sui vari TG, dobbiamo sorbirci le prediche di qualche porporato e le invettive dello stesso pontefice (che è solito scagliare il sasso e ritrarre la mano).