Domandare è lecito, conoscere è doveroso, condividere è opportuno. Almeno quando si tratta di questioni che coinvolgono le massime figure istituzionali. Alla vigilia dell’approdo in Consiglio Comunale del nuovo “Piano degli arenili”, vogliamo accendere i riflettori su uno dei suoi massimi sponsor, il Presidente del Consiglio Comunale di Senigallia, Enzo Monachesi. Fu suo l’annuncio in anteprima del Piano, addirittura prima dell’assessore all’Urbanistica. Oggi è anche il coordinatore cittadino esponente del partito di Antonio Di Pietro, quell’IdV che a Senigallia definisce la nuove previsioni urbanistiche degli arenili una “spinta propulsiva all’economia“.
A nome di Monachesi una semplice ricerca sul sito comunale fa emergere una dozzina di “atti” riguardanti la sua attività di imprenditore balneare, a partire dal 2004. In parte citati qualche tempo fa, essi giacciono negli archivi del Comune e rimangono pubblicamente visionabili da chiunque si colleghi al sito web istituzionale. Cosa emerge dai documenti?
Per esempio l’ordinanza n. 222 del 21 aprile 2006 ingiunge Monachesi al pagamento di una multa per una serie di 11 abusi edilizi per “occupazione abusiva di suolo demaniale senza titolo” e realizzazione di opere “in assenza di D.I.A. e di autorizzazione demaniale“. Di che si tratta? Delle mancate rimozioni in inverno di alcune strutture balneari, malcostume assai diffuso sulla spiaggia di velluto, come documentato nei mesi scorsi proprio da questo blog. Monachesi sembra non faccia eccezione, e le carte comunali lo descrivono pure recidivo. Infatti nel 2008, due anni dopo, lo stesso Servizio Urbanistica torna a sanzionarlo con le ordinanze n. 578 e n. 579 per “opere edilizie abusive (…) classificabili come opere in assenza di denuncia di inizio attività ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. 6/6/2001 n. 380 e successive modifiche ed integrazioni“.
Tutto qui? Non proprio. Monachesi sembrerebbe spingersi oltre, con la posa di opere che lì non dovevano stare, nemmeno d’estate. Nel 2009, insieme ad altri imprenditori, è il destinatario dell’ordinanza n. 115 del 17 marzo 2009 nella quale si segnala la presenza di opere abusive, in particolare di un “terrazzamento” costruito “in contrasto con le previsioni del Piano degli Arenili e con le concessioni demaniali rilasciate“. Durante la stagione estiva il suddetto terrazzamento (abusivo) è stato “utilizzato per il posizionamento di tavoli e sedie asserviti all’attività ricettiva denominata Mascalzone” e dunque adoperato “come ampliamento dell’attività del chiosco-bar per fini commerciali e non a servizio degli stabilimenti balneari come autorizzato“. In questo caso le violazioni contestate sono “assenza di permesso di costruire“, “assenza di autorizzazione paesistica” e “assenza di autorizzazione demaniale“. Continua, inquietante, l’ordinanza n. 115/2009: “Circa l’utilizzo da parte dell’esercente il pubblico esercizio denominato Mascalzone dell’arenile concesso ad altri soggetti” (tra cui Monachesi) “non risultano siano stati stipulati accordi tra le parti in forma scritta.“.
Crediamo sia lecito chiedere a che titolo Monachesi abbia rinunciato a parte della spiaggia a lui riservata, andando per questo incontro a multe, rischiando la revoca della concessione stessa, e forse persino procedimenti penali. Ha avuto qualcosa in cambio? Se si, cosa, e in che forma?
Il Comune ha persino diffidato Monachesi (insieme agli altri soggetti) a non continuare a permettere la “occupazione di porzioni di aree delle loro concessioni demaniali marittime (…) ad altri soggetti e/o ad altre attività non strettamente correlate con le concessioni demaniali marittime“. Così prescrive l’ordinanza n. 239 del 25 maggio 2009, che così continua: “Qualora si dovesse ancora rilevare l’abusiva sostituzione di altri nel godimento della concessione, si comunica che si procederà nei termini previsti dall’art. 47 del Codice della Navigazione.”
Come è andata a finire? A giudicare dalla carte, il Presidente si dimostra, ancora una volta, recidivo. Tre mesi dopo la diffida, la Polizia Municipale certificata la presenza del terrazzamento con l’ordinanza n. 410 del 5 agosto 2009, nella quale si ricorda che “opere analoghe erano state già segnalate con verbale della P.M. n. 14/2003P del 27/06/2003″ (introvabile sul sito comunale, ndr) “e n. 36/2008 del 15/11/2008, poi rimosse.”
Domani il Consiglio Comunale, presieduto da Enzo Monachesi, si appresterà ad approvare una variante al Piano degli Arenili che, a quanto sembra, regolamenterà una serie di comportamenti fino ad oggi non permessi, permetterà “semplificazioni burocratiche e spazio all’iniziativa imprenditoriale“, farà in modo che ciò che abuso è, abuso non sarà più. Bene, potremmo essere d’accordo, anzi ci piace; ci piacciono gli obiettivi; ci piace che sia stato condiviso e approvato da molti (non solo dai sindacati dei bagnini). Ci piace ma ci resta un amaro in bocca, come quando una nuova norma, persino giusta, viene fatta con l’aiuto, con il sostegno, nell’interesse di chi non ha rispettato quella vecchia.
Forse Gaspa e Quilly si saranno un po’ allargati dal ristretto confine del “piano degli arenili”, ma non posso che apprezzare il dibattito avviato. Se mi è consentito aggiungere qualcosa di mio vorrei solo dire che gli amministratori dovrebbero avere idee precise sulle soluzioni. Cercare sempre di accontentare un po’ tutti seguendo i sondaggi d’opinione e per me una grossa cavolata. Però il più delle volte i politici pensano al consenso per ottenere la riconferma e la progressione della carriera. L’unanimita ottenuta in Consiglio Comunale ne è forse la riprova.
@Quilly: prima mi chiedi di farti degli esempi di altre città, ma quelli che ti faccio non vanno bene.
Poi mi dici di fare delle proposte, cioè caspita me lo chiedi tu, ma le mie proposte non ti vanno bene perché sono “fantamobilità”, anche se non ci spieghi cosa non ti piaccia (tranne il fatto che vanno a puttane tutti i tuoi discorsi ideologici sulla complanare).
Insomma chiarisciti un po’ le idee prima di scrivere, altrimenti si fa fatica a capire cosa tu voglia!
PS a Ferrara non hanno mai fatto una complanare, perché, a differenza di Senigallia, non hanno mai avuto una strada statale che attraversa la città.
Adesso enuncio il teorema di Gasparetti sul traffico: la quantità di traffico veicolare presente in una città non dipende dalla quantità di strade, ma solo dalla volontà politica di agevolarlo o limitarlo.
Sono contento della proposta-risposta ma semplicemente mi sembra (a me ripeto a me) una cazzata….magari il resto del mondo la ritiene una buona idea.
Non ho la verità in tasca.
Quindi bene la proposta ma dissento…o devo essere daccordo per forza a una puttanata (termine usato da te) come la Statale a senso unico?
Il teorema Gasparetti non tiene purtroppo conto della volontà della maggior parte dei cittadini a cui non interessa niente di agevolare o limitare il traffico (da ridurre no?) ma solo di arrivare ad un metro dal posto in cui debbono andare a bordo di una macchina. Punto.
Alla gente non interessa altro e quindi ogni amministrazione pubblica è presa di mira per qualsiasi intervento che riguardi i parcheggi a pagamento, la costruzione di nuove piste ciclabili o la sottrazione di parcheggi per fare luoghi di incontro o di socialità.
Per non parlare dell’inquinamento….
La mia proposta è molto più semplice ed è solo un inizio: Centro storico pedonalizzato. Tutto.
Chi entra in città paga….salato, i soldi incassati vanno reinvestiti in trasporto pubblico, soprattutto nel concedere tessere gratuite e sottolineo gratuite per chi si muove in autobus, per incentivare il car-sharing, il car-pooling e il bike-sharing.
Bisogna anche ritrovare un vecchio modo di muoversi collettivamente il taxi, magari dai nove ai dodici posti, e il taxi a chiamata.
Con le nuove tecnologie è possibile allestire una rete di trasporti condivisa e sostenibile ma c’è bisogno di soldi e di ricerca.
Certo asfaltare sette chilometri di campagna è tagliare qualche albero è più facile e porta più consenso ma SECONDO ME non risolve il problema.
Io comunque cari amici sono disponible a disfarmi della mia auto e a partecipare ad un progetto di auto condivisa con altre famiglie, dal momento che l’auto la uso pochissimo e nonostante tutto incide nel mio bilancio familiare con dei costi spropostiati.
Sarebbe bello che ci fosse un bel garage tipo sotto la coop in cui uno va, prende l’auto che gli serve e la riporta quando ha finito…..pagando ora per ora e non tariffe giornaliere, così se ti serve un furgone prendi un furgone, se ti serve una jaguar prendi una jaguar, se ti serve un Ape ti porti via l’Ape.
L’era della proprietà dell’automobile ormai è superata, non possiamo più permettercelo.
@Quilly: ancora non hai spiegato perché la mia proposta sarebbe una cazzata. Molto probabilmente lo è, lo ammetto io stesso, ma magari potresti spiegarci gentilmente il perché.
Non si riesce poi a capire per quale ragione il centro storico dovrebbe essere pedonale (e questo secondo te si può fare), mentre è impossibile fare quello che ho pensato io per il lungomare…
Io ripeto che per fare qualcosa serve la volontà politica. Guarda il caso di Ancona: c’era gente che si incatenava per strada contro la pedonalizzazione del corso. I commercianti si strappavano le vesti e piangevano miseria. Oggi il corso è pedonale, i negozi ci sono ancora, si passeggia rilassati e nessuno si ricorda più com’era la situazione due mesi prima.
Il tuo problema principale è che non credi in quello che affermi: io penso che limitare (o ridurre, sono sinonimi) il traffico renda migliore la vita dei cittadini. Solo che bisogna fargli provare un diverso modo di mobilità.
La stessa cosa è successa per la raccolta differenziata: mi ricordo i lamenti ed i piagnistei per il fatto di avere 4 bidoni, perché non sapevi dove buttare determinate cose, ecc… Dopo 2 settimane nessuno si ricordava più le abitudini precedenti.
Basta solo volontà ed un po’ di coraggio, dove li hanno avuti si vive molto meglio!
Accusi la mia proposta di essere Fantamobilità, ma francamente la tua è molto più fantascientifica della mia!
Altro che semplicità.
Per carità, va tutto bene e non vedo neanche una incompatibilità tra le due proposte. Ma a me la priorità sembra proprio di spostare il traffico della statale fuori dalla città.
Fatto questo si può ripensare la mobilità interna, non prima.
La conclusione mi sembra la solita frase fatta, letta in qualche libro dei nuovi guru new age. Sul lungo termine si può anche essere d’accordo, ma la transizione potrebbe essere molto lunga, più di quello che pensi tu. Certo sarei lieto di essere smentito.
Per quel che mi riguarda Monachesi è un politico che non risponde alle domande con l’aggravante di appartenere all’IDV i cui esponenti si ergono a paladini della trasparenza e legalità.
Non credo che pedonalizzare il centro storico sarebbe un bene per il centro storico stesso, soprattutto se si desidera un centro storico vivo commercialmente. Sono finiti i tempi in cui si andava a comperare il pesce al Foro Annonario a piedi, perchè ormai la città si è allargata e le distanze aumentate.
Pedonalizzare non significa necessariamente togliere traffico, ma solo spostarlo ai margini della zona pedonalizzata. In Ancona si cammina tranquilli lungo il corso (che comunque era pedonale dalle 17:00 anche prima), ma le arterie che hanno assorbito il traffico che prima transitava lungo il corso sono un inferno.
Altra cosa che non mi piace sono i troppi sensi unici, che costringono a raddoppiare i percorsi, ci portano a passare tutti sulle stesse vie impedendo percorsi alternativi che diluirebbero il traffico e, nel caso di incidente, paralizzano la città. Inoltre costringono i ciclisti che non abbiano un tappone dolomitico nelle gambe a percorre tratti contromano, come detto in altro post.
Penso al traffico come ad un fluido che scorre in una serie di tubazioni: se alcune vengono chiuse o ne viene limitato il flusso, la pressione nelle altre aumenta.
La soluzione non è semplice, ma dovrebbe partire dal rendere il cittadino consapevole del fatto che andare in bici o a piedi o con i mezzi pubblici è più conveniente.
Per fare questo servirebbe un sistema di trasporto pubblico agile, magari composto non da colossi della strada, ma da minibus che coprano tutta la città con una certa frequenza.
Le piste ciclabili dovrebbero essere pensate prima della strada carrabile, altrimenti ci ritroviamo quelle che abbiamo che sono o marciapiedi o “scarti” della carreggiata principale.
Sui benefici della complanare sono ottimista, specialmente per il traffico pesante, ma non ho le conoscenze tecniche per dire ora se funzionerà. Però l’idea di un’arteria che evita a molti l’attraversamento della città non mi sembra male. Trovo molto più inutile consumare territorio per costruire case che non si vendono.
Non so se il car-sharing funziona, da qualche parte, ma conoscendo gli italiani e l'”attrazione fisica” che provano verso le loro auto, la vedo dura…
Ma vedo difficile, in generale, riuscire a tornare indietro quando i grandi interessi, economici e politici, vanno da tutt’altra parte e quando, per chi cerca di “resitere”, dieci punti in comune non sembrano essere sufficienti se ce n’è uno che li divide.
Ora il Gaspa sa anche quello a cui credo o non credo…
Inoltre non ho detto che la macchina non è indispensabile, ho detto che non è indispensabile la sua proprietà ma piu che altro per una questione di economicità.
A parte che poi quando un miliaro ulteriore di indiani e cinesi vorranno la macchina di proprietà non so con quale energia fossile le manderemo avanti e non so dove ci sarà spazio per gli umani…..ma questo è un discorso più a lungo termine.
Ovviamente Lorenzo la zona pedonale centrale va supportata da un adeguato sistema di mobilità pubblica altrimenti come dici tu si ingolfano a dismisura le aree interstiziali come è successo in ancona al centro.
Ovviamente le strade che spostano il traffico di attraversamento fuori dal centro servono…..per i primi due-cinque anni…come è successo in Ancona con la famosa camionabile…poi il famoso traffico “latente” ha di nuovo reso il centro sia di Ancona che di Falconara un diavolerio e anche la camionabile è diventata un lungo serpentone di auto specie nelle ore di punta.
Inutile ragazzi, ci sono esempi in tutta Italia.
Costruisci nuove strade costosissime e dopo massimo cinque anni ce n’è bisogno di nuove ancora.
Ultimo esempio il Passante di Mestre opera che è costata una cifra assurda, che ha creato degli scempi ambientali inenarrabili documentati da Report di Milena Gabbanelli e nonostante questo a due anni di distanza dalla sua realizzazione si pensa già alla progettazione di un altro passante a nord dell’Emilia e il Passante stesso è stato teatro del più grande ingorgo della storia d’Italia con oltre trenta chilometri di coda il 3 agosto 2009 con gente svenuta dal caldo e chiusura del passante stesso.
Le politiche sulla mobilità come dice Lorenzo però debbono essere indirizzate su scala nazionale…..
Incentivo della rotaia e delle autostrade del Mare e disincentivi per la gomma.
Nei paesi scandinavi si paga una tassa di proprietà dell’automobile pari al valore dell auto stessa….
C’è da ragionare, da mettersi attorno a un tavolo, da cercare di conciliare le varie posizioni perchè anche i commercianti hanno delle esigenze e anche i cittadini.
Io sono pronto ad organizzare un incontro su questi temi con relatori di varie scuole e pensiero.
Conosco molti esperti a supporto di queste tesi da Guido Viale stesso, a Marco Passigato, al professor Gelmini, e altri che hanno realizzato in varie città italiane sistemi di mobilità unanimemente riconosciuti.
Non conosco invece alcun esperto a sostegno delle tesi contrarie se non Confindustria e l’ex ministro Lunardi, Spacca o Baldassarri….
Ho letto molto attentamente tutti i vs commenti,i vs confronti spesso aspri e a volte quasi personali come sa tra alcuni di voi ci fossero vecchi rancori o se qualcuno avesse problemi o facesse difficoltà a mettere a fuoco la vera questione oggetto dei vs commenti: questa bella ricerca fatta da Marco Scaloni.
Perchè la chiamo “questa bella ricerca?”
Perchè trasparenza ed integrità morale oltre a dover essere la strada principale di tutti devono sicuramente essere i capisaldi di chi ricopre ruoli istituzionali per intuibili ragioni legati all’esempio e alla gestione della cosa pubblica.
Da quanto si evince dalla documentazione messa a disposizione da Marco Scaloni risulta che sono parecchi anni che l’amministrazione comunale sanziona taluni signori tra cui il sig Monachesi e gli stessi soggetti sanzionati continuano indisturbati ogni anno a svolgere le stessa attività reiterando gli stessi illeciti.
Dai documenti risulterebbe anche che l’ufficio demanio (di cui ormai è competente il comune) nel 2009 diffida tutti i soggetti nel continuare in questo tipo di illeciti e che la stessa amministrazione (uff.urbanistica) dopo solo qualche mese concede agli stessi soggetti autorizzazioni per aiutarli a continuare a svolgere attività per le quali li ha sempre sanzionati.
Insomma risulta un bel papocchio a quanto pare.
Ma i soggetti coinvolti, Monachesi,l’attuale assessore all’urbanistica, l’ex assessore all’urbanistica (attuale sindaco) non hanno proprio nulla da rispondere?
Sottoscrivo pienamente il bel commento di Sena24 aggiungendo che, sembrerebbe di capire, col nuovo piano degli arenili, tutti quei comportamenti sono oggi consentiti.
Monachesi è stato sanzionato per abusi edilizi, poi viene approvato questo piano per cui l’Idv esulta e, guarda caso, quelli che prima erano abusi oggi non lo sono più.
Tutto ciò a prescindere dalla bontà o meno del nuovo piano.
Per quanto si possa diffidare delle decisioni prese all’unanimità. non si può non tenere conto della rarità dell’evento. Un così facilmente “cavalcabile” conflitto d’interessi è stato accantonato per far posto ad un generale plauso al piano degli arenili, che ha riscosso l’approvazione (leggevo sul Corriere Adriatico di qualche giorno fa) anche dei commercianti e dei gestori di attività collegate al turismo.
Non ho letto il piano perchè sul sito del Comune non sono stato in grado di trovarlo, ma da voi che, evidentemente più abili di me, lo avete fatto, vorrei conoscere gli aspetti negativi.
A meno che non sia composto da un articolo unico che recita:”Tutti gli abusi per cui è stato sanzionato Monachesi sono adesso autorizzati”.