Suoli agrari e case coloniche

Processo avanzato di degradazione del suolo agrario nella collina marchigiana (Proposte e Ricerche, 1978) Demolizione di una «folignata», forma caratteristica e antica della viticultura nell’Umbria e nelle Marche (Proposte e Ricerche, 1978) Estesi vigneti industriali, di recente impianto, accanto ad un oliveto tradizionale (a sinistra) ed a seminativi nudi (a destra) (Proposte e Ricerche, 1978) Inizio di smottamenti su una collina argillosa completamente disalberata (Proposte e Ricerche, 1978)

Ho recuperato alla versione elettronica questo vecchio articolo che mi onoro di aver firmato, con tre insigni accademici, oramai tanti anni fa.
Oggi lo ripropongo all’attenzione di chi ha interesse per questi argomenti, in quanto e’ apparso da qualche giorno un comunicato che preannuncia una severa vigilanza in materia di tutela dei suoli agrari.

A questo proposito, dato che la notizia era disponibile su un sito web locale, m’ero permesso, forte di una qualche esperienza diretta, di aggiungere un commento. Ciò per manifestare qualche perplessità in materia di effettiva applicazione delle norme di legge e sui successivi controlli. Qualche “coraggioso anonimo” ha pensato bene di farne occasione di polemica ed ha espresso il suo disaccordo, con sarcasmo.

Vorrei solo aggiungere però che negli stessi giorni, proprio qui a Senigallia, e per di più in una zona divenuta oramai centrale (via della Capanna), è stata abbattuta, con un vero blitz e nel volgere di poche ore, una bellissima ed importante casa colonica, esempio classico di architettura rurale. L’edificio era addirittura stato censito da diversi studiosi e ricercatori (es.: L.Brigidi, A. Poeta, La casa rurale nelle Marche centrali e meridionali, C.N.R. “Ricerche sulle dimore rurali in Italia”, Firenze 1953 ), senza che nessuno, sottolineo nessun concittadino, associazione, club o pensatoio, ne facesse un cenno, mostrasse di accorgersene, spendesse una parola di critica e di dissenso.

Casa colonica abbattuta (Senigallia, via Capanna)
Casa colonica abbattuta (Senigallia, via Capanna)

Per di più si sente dire che tra gli amministratori, a livello di Comune, Provincia e Regione, non mancano uomini colti e che rivendicano valori di cultura e di memoria storica anche nella loro azione di governo. Davvero una profonda delusione!

Se fosse stato vivo Sergio, il prof. Sergio Anselmi, che all’epoca volle e firmò con noi questo articolo, sono certo che ciò non sarebbe accaduto. Ricordano forse i concittadini il clamore che lui riuscì a suscitare per la ”vecchia stazione di posta”, lungo la strada statale 16, proprio di fronte all’imbocco di via Annibalcaro, quando era minacciata da una grossa ristrutturazione? Forse la casa rurale di via Capanna era di minor pregio o di trascurabile memoria storica?

Vai all’articolo, pubblicato su Proposte e Ricerche.

2 pensieri riguardo “Suoli agrari e case coloniche”

  1. una mosca bianca

    ho appena letto la notizia di questa interrogazione al parlamento europeo. La riporto tal quale.

    Grazie Cappato, mi sembri una mosca bianca!

    Bruxelles, 15 settembre 2006

     

    • Dichiarazione di Marco Cappato, Eurodeputato radicale, Rosa nel Pugno

     

    La Commissione Europea ha risposto all’interrogazione predisposta dall’On. Marco Cappato in merito alla necessità e all’urgenza di giungere all’emanazione di una strategia tematica europea in merito alla protezione del suolo.

     

     

    “Nella risposta alla mia interrogazione la Commissione Europea dichiara che ‘La strategia è attualmente in fase di ultimazione e sarà adottata dalla Commissione nell’autunno 2006’.

     

    E’ certamente una buona notizia anche perché sono ormai quasi due anni che tale provvedimento avrebbe dovuto vedere la luce. Ora vigileremo sui tempi e promuoveremo iniziative affinchè gli Stati nazionali recepiscano al più presto le disposizioni europee. Il tema della protezione del suolo, del rischio di erosione, della perdita di fertilità e di sostanza organica, della cementificazione incontrollata che elimina per sempre decine di milgiaia di ettari all’anno dalle possibilità produttive, sono e saranno sempre più centrali nella vita dei cittadini europei e non solo.

     

    Per questo sono urgenti provvedimenti che sappiano dare il giusto peso alla salvaguardia della risorsa, individuando le criticità maggiori ed indicando in concreto le possibili soluzioni”.

  2. Pingback: Popinga

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