Referendum elettorale: andate a firmare!

Stanno per scadere i termini per la presentazione dei quesiti referendari per abrogare un’OSCENA legge elettorale, ma ancora si è molto lontani dal raggiungimento delle 500.000 firme necessarie.
Pertanto invito tutti coloro che non l’hanno già fatto a firmare!
Io l’ho già fatto due settimane fa, in Piazza Roma a Senigallia, dove sarà possibile firmare per i tre quesiti il sabato e la domenica dalle 18.30 alle 20.00 fino al 24 luglio: info su 60019.it

Questo il sito ufficiale del referendum: http://www.referendumelettorale.org

Articolo di Beppe Severgnini sulla “Casta”, apparso oggi sulla sua rubrica on-line Italians:
Applausi alla Casta La nostra apatia le ha dato la vittoria“.

Firmare è IMPORTANTE!

8 pensieri riguardo “Referendum elettorale: andate a firmare!”

  1. Le ultime notizie sono abbastanza confortanti: mancano circa 15 giorni e ottantamila firme. Ma non sono questi i dati che fanno sperare bene in vista della mèta quanto il fatto che pure i media, pare, si siano accorti della mobilitazione in atto e stanno trascinando nel calderone mediatico anche l’iniziativa refendaria. Pochissimo rispetto a quello che servirebbe ma tanto se si rilegge la stampa delle ultime settimane dove, nel consenso generale, i tavoli per la raccolta firme non trovavano nemmeno lo spazio d’una riga.

    Il referendum propone tre quesiti: i primi due chiedono l’abrogazione della parte della legge elettorale che prevede la possibilità per i partiti di unirsi in coalizioni sia alla Camera che al Senato.

    In questo modo il premio di maggioranza nei due rami del Parlamento sarebbe assegnato alla lista più votata e non più alla coalizione, come è accaduto alle ultime elezioni. Inoltre si applicherebbero le soglie di sbarramento attualmente previste per le singole liste (4% alla Camera e 8% al Senato) e non più quelle di gran lunga inferiori previste per le liste coalizzate.

    Il terzo referendum chiede l’abrogazione delle candidature multiple, cioè la possibilità di candidarsi ed essere eletto in più circoscrizioni.

    L’invito per tutti è quello di abbandonare l’ombrellone cinque minuti prima e recarsi in piazza Roma a firmare…contro la casta.

    Cordialmente, anche verso la casta:)

  2. Mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo e preciso che le firme che mancano saranno circa il doppio di quanto scritto nel precedente post quindi…forza! Serve un impegno doppio: trascinate in Piazza Roma anche il vicino d’ombrellone ed il gioco è fatto!

  3. Amici del referendum elettorale,

    le motivazioni della vostra scelta referendaria sono sicuramente condivisibili:
    – superamento della legge elettorale vigente, definita porcata dal suo stesso autore, Roberto Calderoli,
    – superamento della eccessiva frammentazione dei partiti in italia,
    – infine, scarsa fiducia che il parlamento sappia o voglia realizzare una riforma elettorale di buona qualità.

    La vostra risposta a queste problematiche è la realizzazione di una riforma elettorale che, parole dal sito ufficiale del referendum, porterà ad un sistema bipartitico:

    “Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica.”

    Il vostro referendum poggia sulle ali di interesse dei partiti maggiori nel panorama italiano: il PD, che recenti sondaggi danno al 25%, si troverebbe in un sistema bipartitico a fare la parte del leone, e salirebbe virtualmente al 50%. Lo stesso dicasi per i due partiti maggiori del centro destra: AN e FI. Ma avete l’appoggio anche di partitini minori, come l’IdV, che con i 2.5% scarsi a disposizione e la mancanza di partiti con cui allearsi, verrebbe eliminata da un sistema a soglia, e preferirebbe dunque essere inglobata da un partito unico.
    Il vostro referendum poggia inoltre sulle ali della protesta popolare dovuta alla sfiducia nella classe politica e ai costi della politica, protesta giustissima, ma che il popolo associa univocamente alla frammentazione. A questo riguardo, francamente non capisco come un sistema bipartitico possa risolvere i problemi di sfiducia e di costi. Vedete, oggigiorno i cittadini non hanno molto potere per far rispettare gli impegni presi dai politici, se non quello, ben misero, di non premiarli con il voto alle elezioni successive. Con un sistema bipartitico anche questo potere è svuotato di significato. Alla votazione successiva, la possibilità sarebbe o votare per l’altro dei due partiti, in genere politicamente opposto e quindi scarsamente rappresentante delle proprie idee politiche, o non votare affatto, o votare per un eventuale terzo partito, atto che in america, a seguito di una secolare esperienza con un sistema elettorale bipartitico, viene saggiamente e giustamente definito come: ‘buttare via il proprio voto’.

    E’ infatti immediato, a questo punto, fare riferimento diretto a quello che è l’esempio maggiore di sistema elettorale bipartitico: il sistema americano. Del resto, in Italia si è creato da poco il Partito Democratico e il paragone risulta essere ancor più appropriato.
    Detto questo, mi sento di chiedervi, amici del referendum elettorale, se siete a conoscenza della affluenza elettorale in america. Alle ultime presidenziali, per le quali tutti i giornali hanno parlato di affluenza record e ben al di sopra della media, siamo arrivati a poco più del 50%. Di media, siamo sul 40%.
    40% di affluenza all’elezione dell’uomo più potente del pianeta, il presidente degli Stati Uniti d’America, farei notare.
    Il motivo maggiore di una così basa affluenza alle urne, come riportato da vari studi di centri americani e internazionali, è che il popolo americano si sente poco rappresentato dai due partiti, non si sente nella capacità di scegliere, e appunto, non sceglie.
    Del resto,anche in Inghilterra, con sistema strettamente maggioritario, e nel quale sono presenti 3 partiti maggiori anziché 2, non siamo a livelli molto diversi: nel 2001 e 2005 si era a meno del 60%.

    Una democrazia nella quale vota il 40% degli aventi diritto è una democrazia malata, concordate?
    Una riforma elettorale che obbliga la gente a
    1) scegliere i soliti noti,
    2) scegliere un terzo partito,reso incapace dal sistema elettorale di avere potere e rappresentare fattivamente i propri elettori,
    3) non votare

    è l’unica risposta che sapete dare alla attuale pessima legge elettorale espressa dal centro destra negli anni scorsi?
    Spero che ci riflettiate.

  4. Molto brevemente, per mancanza di tempo (ma ci tornerò presto sull’argomento), un motivo che spinge molti referendari ad essere tali è che non si digerisce il fatto che omuncoli di qualsiasi schieramento (Mastella salterellando da una parte all’altra può tiassumerli tutti nell’unica sua persona), rappresentanti dei componenti della propria famiglia o, per essere ottimisti, con percentuali da prefisso telefonico possano ricattare continuamente le meggioranze di cui, all’occorrenza, fanno parte. Se poi per democrazia si intende la possibilità di far pesare sugli italiani tutti gli umori del Sindaco di Ceppaloni (è di lui che si sta parlando), o di coloro i quali si trovano in Parlamento con più sedie di quelle effettivamente ottenute dalle urne (in virtù di una legge elettorale che prevede un premio di maggioranza spalmato su tutte le liste della coalizione maggioritaria), allora trovo legittime tutte le perplessità legate alla lettura dei quesiti proposti da questo referendum.

    P.S. Il Ministro della Giustizia è ormai diventato un feticcio trasversale per i referendari e riporto quanto m’è pervenuto: un gruppo di miei “amici” di Roma ha portato un tavolo per la raccolta firme sotto le finestre di Ceppaloni…onore al merito!

    Cordialità…referendarie

  5. Questo referendum elettorale non sarà di certo la soluzione a tutti i problemi che il sistema elettorale e politico presenta, tuttavia rappresenta un correttivo ed un miglioramento.
    Bisogna smetterla di avere non so quante decine di partiti che rendono ingovernabile un paese o un ente locale, partiti che col loro 1,5-2% fanno lievitare i costi della politica rendendo necessaria un’attenta e oculata divisione e moltiplicazione delle poltrone.
    Come mai i vari governi e il governo Prodi in particolare toccano i picchi massimi di ministri e sottosegretari?(mentre nel resto dell’europa siamo a meno della metà!)
    Perchè il voltagabbana mastella col suo 1% o giù di lì vuole una poltrona (una delle tante che ha anche a livello locale), altre vanno a rifondazione, ai comunisti italiani, ai verdi, ai ds, alla margherita, alla neonata sinistra democratica, alla rosa nel pugno, all’italia dei valori e… forse ne dimentico qualcuno.
    Se la soluzione a questi problemi è avere un bipartitismo vero, con 2 grandi forze che si affrontano, entrambe moderate o “tendenti alla moderazione” diciamo così, sono contento che ciò avvenga.
    Sul fatto che questo possa voler dire scontentare i cittadini e disaffezzionarli alla politica, attualmente siamo al record maggiormente negativo in materia di affezzionamento ai politici e alla politica da parte dei cittadini e a mio avviso i motivi sono proprio questi: politici che dall’alto del loro micropoartito governano la politica e non la società, fregandosene del buon governo ma guardando solo a che gli amici o i compagni abbiano un posto da qualche parte, siano essi ministri, assessori, presidenti o semplici impiegati.
    Secondo me Francesco hai ragione a dire che non risolverà molto, ma attualmente non vedo una soluzione migliore e a portata di mano per questo ti invito a firmare come ho fatto io.

  6. …profittando della Festa de l’Unità in svolgimento a Senigallia e date le parole con cui il sindaco aveva tenuto a battesimo il comitato referendario cittadino (il sindaco diessino, nonostante l’omogeneità del tavolo, s’era scagliata, essendo prossime le elezioni provinciali, contro la pessima legge elettorale partorita dal centrodestra esortando i suoi “sudditi” a firmare per cambiarla: non avevo abbandonato il tavolo, nonostante le parole “un pò” dure, poi riprese dai giornali “un pò” di parte, per spirito di lealtà verso i due rappresentanti della Margherita ai quali avevo assicurato il mio impegno) m’aspettavo la ressa al tavolo referendario. Nella stessa giornata di ieri, col banchetto in Piazza Roma, abbiamo raccolto 100 firme (cinque moduli completi) e, purtroppo, non accettato coloro che non erano residenti nel nostro comune: una ventina. Alla Festa de l’Unità (io tra le magliette del Che e le bandiere dell’olio d’oliva!!!!) i firmatari sono stati….16!!! Che il nascituro partito democratico abbia timore di non superare le soglie di sbarramento previste per Camera e Senato?
    Cordialmente dubbioso

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