Chissà a cosa si riferiva don Gesualdo Purziani quando, in occasione dell’incontro del Vescovo coi giornalisti per il loro patrono San Francesco di Sales, ha parlato di «impegno etico». Non è neppure chiaro cosa intendesse per «valori di riferimento» de La Voce Misena, settimanale di cui è direttore editoriale.
Spero che l’etica giornalistica e i valori di riferimento non siano quelli che il sottoscritto ha intravisto qualche mese fa: La Voce Misena ha pubblicato un corsivo, ha censurato la replica di un lettore (io) a quel corsivo e infine ha pubblicato la contro-replica del corsivista.
Per questo genere di “impegno etico”, in qualunque giornale, il giornalista e il direttore si vergognerebbero e chiederebbero scusa. Nei Paesi a cultura anglosassone, poi, questo “impegno etico” verrebbe premiato con una bella cacciata a pedate dalla redazione.
Dalle parti di Via Cavallotti, invece, fanno pure gli offesi…
1 Commento
1. Gianluigi (31 Gennaio 2006, 9:20 am) :
confermo: “quando il giornalismo va a farsi benedire”! Conosco bene questi fatti. Sono come esattamente li ha descritti Andrea.
Il mio stupore – si “stupore” e non mi vergogno ad usare questo termine – discende dal fatto che il Direttore predica bene e razzola male.
Ho riletto il Suo editoriale sul numero 2 di Voce Misena. Quando parla di “giornalismo dalle unghie tagliate”, di “salvaguardia della democrazia” è davvero ineccepibile. Però quanto accaduto non si giustifica con una svista conseguente alla calura estiva. Nessuno mette un po’ di impegno per toglierci di testa l’impressione che l’azione quotidiana non corrisponda ai principi declamati.
Come leggevo poco fa, proprio a commento della recente Enciclica Papale, bisogna prendere atto che anche questa è “una soglia che la Chiesa cattolica non ha ancora superato”. Esagero forse scrivendo “la Chiesa Cattolica”? Si, diciamo allora che il problema resta circoscritto alla locale redazione del settimanale curiale.
Alla fine però, per noi senigalliesi, non cambia molto!
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