Le Brigate Rosse vanno via come il pane

Quando infuriava l’influenza dei polli, era sufficiente vedere una gallina razzolare nell’orto con l’aria un po’ stanca, e già si informava l’Ufficio d’Igiene, la Digos e le truppe d’assalto.
Adesso è arrivato un imbecille a scrivere «Paradisi muori» sui muri della palestra, ed ecco serviti i seguenti titoli a nove colonne:

MINACCE DI MORTE FIRMATE BR (“Il Corriere Adriatico”, 20 febbraio 2007)

LE BR MINACCIANO PARADISI (“Il Messaggero”, 20 febbraio 2007)

Il diretto interessato, pur non «lasciandosi intimorire», dà la colpa al «clima di odio che si respira, creato a regola d’arte dalla sinistra». Espressione un tantino esagerata, più adatta al triangolo rosso d’Emilia che ad un paesone di quarantamila abitanti come Senigallia.
Ma la stampa non ha dubbi: si tratta delle Brigate Rosse. Mica di quattro scemi con la bomboletta spray: no, proprio delle BR.
Sarà mica che in questi giorni le BR vanno forte in edicola e sui tiggì, e quindi conviene “pompare” la notizia, battere il ferro finché è caldo?
L’informazione in Italia è così: rapine in villa a gogò quando c’era l’emergenza sicurezza, pedofili a reti unificate, stragi familiari e schizzi di sangue dappertutto all’epoca di Erica&Omar, pollo a colazione pranzo e cena ai tempi dell’aviaria. Poi, passata l’“emergenza”, più nulla, tutto a posto.

Con un’informazione del genere, viene da chiedersi: chi sono i polli?

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