Quasi quarant’anni fa due senigalliesi decisero di partire per l’Africa.
Uno di questi ero io che feci i bagagli assieme a Don Enzo Formiconi. Giungemmo nel cuore del continente nero, ad Est dell’immenso bacino del fiume Congo, nella regione dell’Ituri, tra i Pigmei, per prestare la nostra opera presso la missione cattolica di Nduye. Il progetto in cui eravamo coinvolti prevedeva l’impiego di nuove risorse umane, dopo la grande tragedia della guerra civile, le uccisioni, le distruzioni, la fuga e l’abbandono. L’impegno primario sarebbe stato nel campo della formazione scolastica e professionale, presso l’Istituto “Bernardo Longo”, l’unica occasione di questo tipo per ragazzi in età scolare nel raggio di 800 chilometri. Questa scuola era ed è tutt’oggi dedicata al missionario che l’ aveva realizzata e che era stato trucidato dai ribelli soltanto pochi anni prima.
Da allora, anche dopo la scomparsa di Don Enzo, molti tra noi senigalliesi hanno sempre mantenuto un importate collegamento con la missione nel suo complesso. In particolare però ciò è avvenuto grazie a Padre Silvano Ruaro, un religioso dehoniano come Padre Longo. Costui, già un anno prima del nostro arrivo era impegnato sul posto, e fino ad oggi senza mai abbandonare le attività intraprese, ha fatto crescere in maniera mirabile, le strutture e gli uomini di questa regione a cavallo dell’equatore. Così è stato, con un impegno generoso e costante, anche superando le più recenti lacerazioni della guerra (Kiwu, Rwanda, etc) e dell’esodo di intere popolazioni. Padre Silvano ha fatto in modo che in quelle missioni lui fosse sempre presente, anche rischinado più volte la vita, nei momenti più tragici; così c’è stato un effettivo sostegno alle opere intraprese che hanno permesso di realizzare, con efficacia, la promozione sociale, religiosa e culturale delle popolazioni.
Domenica prossima, 16 novembre alle ore 17.30, si terrà a Senigallia, presso la sala del Centro Sociale Saline, in via dei Gerani 8, un incontro aperto a tutti con Padre Silvano Ruaro. Leggi tutto “Dal Congo a Senigallia, e ritorno”