Caro ex sindaco Massimo Bello,
Mi scusi ma, appena letta la Sua esternazione sul Web, non ho saputo trattenere le risate.
Poi ho provato a sostituire la parola “indiani” con “ebrei” o “musulmani di Bosnia” o “istriani” o “tibetani”. E sono tornato serio.
Le scrivo seriamente, quindi, per capire qualcosa in più circa il Suo avvertimento. Le chiedo:
- Dato che l’espulsione… pardon… l’allegra rimpatriata riguarderebbe tutti gli indiani presenti in Italia, compresi quelli legalmente residenti, come farebbe capire a un indiano in regola che non è più gradito? E se quello, furbo, facesse l’indiano?
- Insomma, se questi indiani le valigie non le preparassero, Lei li andrebbe a stanare casa per casa? Mi permetto di sconsigliarLe soluzioni drastiche tipo buttarli a mare, come da altre parti autorevolmente proposto, sennò addio Bandiera Blu.
- Come gestirebbe la logistica? Voglio sperare non caricando la gente sui treni merci. Non crede che, dopo tutto, sarebbe un gesto carino da parte Sua pagare il biglietto aereo a tutti i 120 mila indiani in Italia?
- Wikipedia definisce pulizia etnica la “varietà di azioni atte a rimuovere forzosamente da un territorio la popolazione di un dato gruppo o sottogruppo etnico-culturale, [per] precise scelte politiche di governi e autorità, sulla base di discriminazioni etniche, religiose e ideologiche e su considerazioni di ordine politico e strategico”. Ci spiega la differenza rispetto a ciò che sottende il Suo avvertimento?
In attesa di una sua risposta chiarificatrice.
Distinti saluti.