Sui cieli di Francia

Il logo de “Gli Adriatici”(segue…) Avremmo voluto effettuare un solo volo, fino a Montpellier, ma causa vento e probabili dirottamenti da parte dell’ATC decidiamo per La Mole, che di fatto è l’aeroporto di Saint Tropez. Sono solo 42 minuti, ma è tutto mare e non ci dispiace indossare i salvagenti.

Qui non atterrano proprio i poveracci come noi, i clienti fissi hanno un conto aperto per pagare tasse e rifornimenti dei loro jet. Tutto ciò mentre se ne vanno, con autista, a bordo di BMW o Lexus mentre c’è chi si cura del resto. Facciamo rifornimento, e poi prendiamo anche qualcosa da bere.
Dal conto del bar ci viene il dubbio che la benzina e le tasse non siano da meno! Raggiunto l’FBO. Carlo cerca di usare tutto il suo fascino e Guido lo aiuta sfoggiando un galante francese, quasi madrelingua, per cercare di avere uno sconto dalla giovane impiegata. Nel frattempo uno dei tanti VIP passa per firmare i suoi conti; sfila una carta di credito superluccicante, e ci sembra che non abbia neanche dato un’occhiata all’ammontare del conto.

Allevamenti di gamberi alla foce del fiume Rodano


Ripartiamo da Saint Tropez molto più poveri! Decolliamo e ci rendiamo conto che anche l’aeroporto deve essere stato progettato per mezzi di un certo livello… se non hai un rateo iniziale di almeno 2000 ft/min potresti non uscire dalle montagne. Che sia una sorta di “selezione naturale”?

Raggiunto il mare, invece, tutto è più rilassante. Una rotta VFR con informazioni registrate e trasmesse di continuo sulle frequenze pubblicate ci ha portato ad attraversare Marsiglia in maniera semplice e sicura, seguendo le isole sulla costa.

A Monpellier ci fermiamo per la notte. Abbiamo attraversato i due tratti di mare più preoccupanti e siamo soddisfatti.

L’indomani ci aspetta il primo sorvolo della Spagna. Fin dal primo giorno, siamo in contatto e-mail ed sms con i “padri fondatori” (mio padre Gianluigi e il com. Alberto de Marchis, padre di Carlo) che costantemente ci hanno aggiornato con metar e taf, oltre a simpatici messaggi come il seguente:

Finalmente volano le aquile oltre gli angusti confini della penisola. L’Italia, sempre in piedi, orgogliosa delle ali littorie saluta l’impresa degli ADRIATICI e segue con trepidazione la fase pirenaica. Certi dell’avvenuto ricongiungimento con le indomite pulzelle romanamente saluta da quota 108, collina del Cavallo, sponde dell’Adriatico

Il manipolo dei padri fondatori

Il ricongiungimento con le “truppe di terra” è previsto per la sera a Montflorite (Huesca).
Da Girona decolliamo per Benabarre, una pistina sperduta tra i Pirenei in rotta per Montflorite.
Deve essere stata la curiosità a spingersi in posti inesplorati a farci seguire rotta per Benabbare. Non riesco a ricordare nessun altro valido motivo.
Atterriamo e, appena spento il motore, sprofondiamo nella pace più assoluta. Non ci sono altri aerei, non ci sono auto sulle strade, l’unico hangar e la pista sembrano inutilizzati da lungo tempo.Prima di atterrare a Girona

Scendiamo per sgranchirci le gambe, ma dopo due minuti siamo già seduti in posizione con il motore acceso rullando verso la pista deserta.

Lo scherzo

Con la coda dell’occhio noto qualcosa nel mezzo del piazzale dove eravamo parcheggiati pochi secondi prima. Guido aveva dimenticato il suo zaino. Lo facciamo scendere con l’aereo ancora in moto e, mentre si allontanava verso il puntino blu nel mezzo del piazzale deserto, ci guardiamo con Carlo: “Che facciamo, lo lasciamo qui?” Con un ghigno da bambini maliziosi diamo tutta manetta e stacchiamo le ruote da terra.

Un 180° con virata “sfogata” e puntiamo dritti a Guido che con zaino in spalla si avvicina al bordo pista, volo rasente a mò di saluto e ci infiliamo dietro le colline.
Povero Guido! Presi dal rimorso, ma soddisfatti dello scherzo anche con un bell’effetto scenografico, con motore al minimo, torniamo indietro planando tra le colline e toccando lievemente le ruote sulla pista. Lo imbarchiamo di nuovo. (continua…)

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