Ci uniamo con piacere, per una volta ancora, ad un coro. Il coro è quello partito dalla chiara voce di Franco Giannini che chiede risposte chiare a chi chiare risposte può e deve dare. Il tema è tutt’altro che “di nicchia”: si parla di assistenza agli anziani non autosufficienti.
Franco indirizza la seguente lettera aperta agli Assessori Regionali alla Sanità, Almerino Mezzolani, ed ai Servizi Sociali, Marco Amagliani, oltre che al Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca.
Gentilissimi Signori,
è da diverso tempo che seguo con interesse la petizione promossa dall’ANOSS, ed è appunto vivendo questo lungo tempo di stressante attesa che mi sono sentito nel diritto-dovere di portare a Vostra conoscenza il mio pensiero, che è, credo, anche legittima richiesta.
Il caso ha voluto che, quando prendevo questa decisione, si stava però entrando nel periodo elettorale, ed allora ho pensato bene di attendere ancora, onde evitare poi di essere tacciato di speculazione ai fini elettorali.
Chi Vi scrive è uno di quegli oltre 50 milioni di “azionisti” (quindi proprietari) di quest’Azienda che si chiama Stato, di cui la Regione Marche è una semplice Filiale, in cui Voi esercitate due ruoli: uno nella qualità anche voi di “azionisti” e l’altro, però, di nostri dipendenti.
E per questi due motivi doppiamente responsabili delle vostre azioni.
In una Azienda Privata ai proprietari quello che interessa sono solo ed esclusivamente i risultati.
Se non li si raggiungono, si prendono subito in esame i problemi e immediatamente i provvedimenti del caso. Ho usato le parole Subito ed Immediatamente, perché, sottolineo, nelle Aziende Private la sola parola Burocrazia è già sinonimo di Fallimento.
Avrete compreso che ho due grandi difetti: la concretezza abbinata alla mancanza di Diplomazia. Signori, i risultati, a quel che sembra, non sono né negativi, nè positivi, c’è il classico ” Campa cavallo….” del devastante immobilismo dei comunicati stampa.
La Petizione Vi è stata illustrata di già, a suo tempo, dall’ANOSS e CAT in maniera – chiamiamola – Istituzionale e particolareggiata.
A me, quindi, in qualità di semplice cittadino, in maniera strettamente personale, grossolana, da sprovveduto, soprassedendo volutamente ai cavilli burocratici, ai tanti riferimenti a leggi, commi, e quant’ altro, sono a chiederVi brevemente e concretamente quanto segue:
Può un’anziana/o, non autosufficiente, secondo voi, con una pensione di 500/1000 €, ricoverato in una struttura come una Casa Protetta, pagare una retta di 1400 € mensili, senza dover elemosinare un aiuto ai suoi famigliari?
Perché altre Regioni del Nord danno contributi doppi rispetto ai miseri 16 € giornalieri pro capite, che la Regione Marche dà?
Immagino già la risposta, che ventilate nel comunicato stampa della Regione Marche ed apparso su Vivere Marche del 15/02/08: Ragioni di Cassa. Come se fosse una peculiarità che le altre regioni non hanno!
Nelle Marche, da quello che leggevo sul Resto del Carlino del 19 Aprile c.a.,“.. il costo medio di una giornata di ricovero è pari a 819 €, vale a dire il 21,5 % in più rispetto al valore medio nazionale di 674 €…” ed ancora “…il voto complessivo dato al Servizio Sanitario pubblico nelle Marche si accosta malapena alla sufficienza, in linea con il voto medio nazionale, ma è comunque inferiore a quello di regioni vicine come Umbria e Emilia Romagna…”
A me, nei vostri panni, verrebbe da chiedermi: non è che tutto questo dipenderà da una mancanza di capacità gestionale?
Fatto è che in una Azienda Privata, in simili frangenti ci sarebbe una prima lettera di richiamo e. se senza gli auspicati miglioramenti, un’altra di sollecito e poi la definitiva di licenziamento.
Qua invece, a quel che pare, intervengono leggi, commi ad aiutare l’ Amministratore, con lo spolverare questioni di numero di posti letto, di ore di assistenza pro-capite da destinare all’ Ospite… ecco appunto a proposito della parola “Ospite”: un po’ come il “Cornuti e Mazziati”
Se si fosse trattato di “Cliente”, a quanto sarebbe lievitata la retta?
Signori, basta con le parole, decisioni concrete e risposte brevi, sincere, fatte di si, no, non lo sappiamo.
Si può sperare di avere dei contributi? E se si, in quali termini monetari ? E se si, in quali termini di tempo?
Ho perduto ormai la cognizione del tempo trascorso dalla prima lettera inviataVi. Dovete sapere, però, che le persone interessate a questa risposta, e che altro poi non sono che i figli di quegli Ospiti, anche loro anziani, anche loro con pensioni misere, non hanno più tanto tempo a loro disposizione legati, come sono, a quei dati anagrafici che segnano a tutti il corso della vita.
Allora, sono a chiederVi a stretto giro di posta, semplici risposte fatte di SI, NO, NON lo Sappiamo.
Le lunghe giustificazioni burocratiche non mi interessano.
Le leggi dovrebbero essere fatte per facilitare le cose, di conseguenza se con l’esperienza derivata dall’uso nel tempo, si riscontrano errate o quanto meno ostacolanti i normali iter, vanno modificate se non addirittura cambiate.
Ma mai, come mi sembra venga fatto nel suddetto caso, prendere l’interlocutore per “stanchezza”, parola che in questo specifico è usata come un’eufemia.
Comprendo bene di aver usato un linguaggio non uso a chi si avvicina a Voi, e per questo me ne scuso, ma vorrei restare fiducioso che il mio intento sia servito a rendere più comprensibili le mie richieste, e nel contempo speranzoso che le Vostre risposte siano altrettanto chiare, veloci, e visto che l’ottimismo aiuta a vivere e nulla costa, positive.
RingraziandoVi per l’attenzione fin qui prestata, rimango in attesa di un Vostro cortese riscontro, pregandoVi di accettare i miei distinti saluti.
Franco Giannini
www.lospigolatore.blogspot.com