Scriviamo questa nota sull’argomento relativo alla gestione dei rifiuti a Senigallia (e nell’ambito del CIR33) dopo le due precedenti, da poco pubblicate, e prima di altri interventi sempre in materia.
La scriviamo per ammettere subito di coltivare diversi dubbi, non avendo un quadro organico e complessivo dell’intero complicato scenario dei rifiuti. Abbiamo però la consapevolezza che per successiva approssimazioni, e soprattutto con il contributo dei nostri appassionati lettori/commentatori (perché no, speriamo, anche con qualcuno degli addetti al settore!) arriveremo ad un quadro complessivo, ragionato e convincente.
Anche dopo la visita agli impianti (Cavallari Group a Casine di Ostra ed a quello per il compostaggio a S. Vincenzo di Corinaldo) l’impressione ricavata è che il singolo macchinario, una specifica fase funzioni magari a dovere, ma che l’intero processo presenti comunque costi crescenti, forse spropositati. Soprattutto abbiamo da tempo la percezione che si richiedano al cittadino una serie di oneri, nei fatti sono veri “costi occulti”, che non sono stati quantificati e tanto meno studiati ed analizzati.
Eppure, avendo scelto la “raccolta differenziata” sarebbe utile, quanto meno tranquillizzante, offrire dei termini di paragone. Noi abbiamo chiesto lumi a diversi soggetti, ma non abbiamo avuto, per il momento, risposte convincenti.
Siamo perplessi anche perché nessuno ha mai smentito nei fatti – per prendere un preciso esempio – la valenza del sistema THOR. Cioè di quel processo che ha avuto qualche tempo fa il suo momento di notorietà sui media nazionali e che abbiamo avuto l’occasione, l’anno scorso, di presentare qui a Senigallia. Per di più discutendone con “l’inventore” in persona che, quale ricercatore del CNR, non può essere di certo la longa manus commerciale di lobby o società del settore.
Oggi che torniamo di nuovo sull’argomento rifiuti è troppo tornare a chiedersi perché mai nessuno ci ha contraddetto? Come si spiega questo strano silenzio?
Franco Scaloni
Gianluigi Mazzufferi