Lanfranco Pace: un individualismo intelligente

Lo scorso 17 novembre, a Senigallia, si è tenuto un dibattito sul tema “Meritocrazia e opportunità, generazioni a confronto sull’eredità del ’68 e la realtà di oggi“. All’incontro, promosso dalla FIDAPA, hanno partecipato Lanfranco Pace, giornalista de Il Foglio e La 7, Riccardo Paradisi dell’Indipendente e Maria Teresa Bianciardi del Corriere Adriatico; moderava Massimo Morici.

Dopo il primo intervento di Riccardo Paradisi, ecco quello di Lanfranco Pace. Ne seguiranno altri.

Avremo bisogno di un paese più libero da vincoli, da barriere. In Italia per essere giornalista bisogna fare un esame di stato, mentre altrove basta che la metà del reddito provenga dalla professione giornalistica: se uno ti paga per fare il giornalista significa che vali come giornalista e quindi sei un giornalista professionista. E’ così in Francia, è così in Germania, in Inghilterra non se ne parla nemmeno, in Italia ci vuole un esame di stato.

Altre professioni richiedono esami di stato e quindi di barriere ce ne sono tante. Ci sono poi barriere strutturali, nel senso che in Italia il lavoro garantito è sempre più garantito, e quello meno garantito sempre meno garantito.

Questa è una frattura che esiste dagli anni ’70. Mi ricordo di “Le due società” di Alberto Asor Rosa, un professore che non raccoglieva tutte le mie simpatie; lì era contenuta, però, un’osservazione puntuale e lucida. C’erano due società, e quella meno garantita era appunto una società violenta.

Superata quella fase la società non garantita è rimasta appunto non garantita; si continuano a fare accordi sulle pensioni, accordi contrattuali sul mercato del lavoro in funzione della tutela di chi sul mercato già c’è ed ha le sue protezioni. Questo esclude i giovani.

Detto questo però c’è, a mio parere, un problema di rivoluzione culturale; cioè di non rifare quello che fece la generazione del ’68, il cui unico errore fu quello di mettere il cappello del marxismo e/o del leninismo, ma di darne tutte le caratteristiche di novità dirompente che dovrebbe avere.

Un cambiamento di mondo, quello a cui noi stiamo assistendo. Non è vero che queste sarebbero le generazioni più povere del dopoguerra; per esempio chi si trovò a fare una guerra mondiale sicuramente uscì dalla guerra più povero di come c’entrò. In effetti questa che sta avvenendo è una guerra mondiale, anzi planetaria, per fortuna incruenta, i cui effetti, però, sono gli stessi. Distruggono ricchezza e creano i presupposti per creare nuova ricchezza, ma di segno diverso.

Questa è la sfida che i giovani italiani dovrebbero riprendere, fregandosene un po’ delle conseguenze sociali, personali e delle difficoltà frapposte dalle istituzioni, dalla storia, dalla pesantezza e dagli affarismi sindacali e politici. Non perché non ci siamo e non vadano combattute, ma perché il modo più proficuo oggi per combatterle è esattamente quello di trovare un individualismo intelligente e, sulla base di questo individualismo intelligente, ricostruire forme di aggregazione.

Non ripetendo gli errori del passato, non rifacendo il bertinottismo di sinistra che fa ridere i polli. Che è un po’ come occuparsi della tappezzeria dell’ultimo vagone quando il treno è fermo perché la locomotiva non funziona. Quindi rifarsi ad una cultura nuova che è basata su una grande mobilità, una grande curiosità, ed alla consapevolezza della forza che ogni giovane ha. Grazie ai mezzi di produzione nuovi (informatica, computer), grazie all’uso delle lingue, si spera (abbiamo sentito l’esempio della Cina), chi sa, chi vuole fare ed ha passione per fare oggi può fare, anche se in Italia il merito è riconosciuto meno che altrove. Vincere questa battaglia ci vorrà molto tempo, ed i giovani di tempo non ne hanno.

3 pensieri riguardo “Lanfranco Pace: un individualismo intelligente”

  1. In merito alla meritocrazia vorrei dire due parole.
    Mettendo da parte la schizofrenica situazione italiana, vorrei, invece, afforntare questo argomento da un punto di vista più generale e fare l’avvocato del diavolo.

    Domanda: cos’è la “meritocrazia”?
    Domanda: che cosa si intende per “meritocrazia”?
    Domanda: in che modo si misura la “meritocrazia”?

    Perchè la questione non mi sembra affatto scontata…

    In meritocrazia ciò che va premiato è il “merito”… bisogna però vedere quale “merito”…

    Faccio alcuni esempi:

    – un magnate della finanza intraprende attività finanziarie spregiudicate, specula in borsa, sposata capitali da un parte all’altra del mondo, compra e smembra aziende, fregandosene della sorte dei lavoartori… e grazie a tutte queste attività fa un sacco di soldi e per tutta la vita lui e tre generazioni dopo di lui potranno campare di rendita.
    Dove sta il merito?

    – un imbecille qualunque partecipa ad un famoso reality show, vince, possibilmente umilando se stesso, e guadagna un milione di euro.
    Dove sta il merito?

    – una pornostar si dà allo stakanovismo pronografico, intraprende tutte le forme possibili ed immaginabili di accopiamenti sessuali, con qualsiasi cosa, che respiri o no poco importa, e guadagna così tanto da non saper più come spendere i soldi.
    Dove sta il merito?

    Perchè non nascondiamocelo…. nel sistema economico-sociale che governa il mondo oggi, queste sono le attività premiate…. quelle che riscuotono maggior “successo”….

    In realtà, e tengo sempre al di fuori la situazione italiana, dove in effetti un po’ di sana meritocrazia non farebbe male…, ciò che oggi si sente propagandare così tanto e a tutti i livelli… è in realtà una falsa idea di “mertotocrazia”.

    Vi invito a leggere l’interessante osservazione che viene fatta su Wikipedia a proposito del concetto di meitocrazia: http://it.wikipedia.org/wiki/Meritocrazia.
    Dove senza mezzi tremini si dice che, in realtà, il tanto sbandierato concetto di meritocrazia si rifà piuttosto a quello ben diverso di “plutocrazia”….

    Osservazione pienamente condivisibile.

    Nei sistemi politici, economici e sociali occidentali, ma non solo, oggi viene premiato chi è più bravo a svendere se stesso al mercato della prosituzione globale.

  2. …come al solito nei miei post ci sono errori di battitura… me ne scuso e chiedo a chi può di correggerli… visto che chi scrive commenti non può modificarli…
    (ma non si può inserire un’opzione di editing per i propri commenti? Grazie)

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