«Non so voi, ma quando sento Pera parlare mi viene voglia di chiedergli: scusi, è una sua opinione o ha scoreggiato?»
(Daniele Luttazzi, “Adenoidi”, 2002)
«Non so voi, ma quando sento Pera parlare mi viene voglia di chiedergli: scusi, è una sua opinione o ha scoreggiato?»
(Daniele Luttazzi, “Adenoidi”, 2002)
Una citazione lapidaria Una citazione lapidaria come quella di Andrea, fosse anche la summa del pensiero di Pericle, di Kant o di Einstein non è il massimo per commentare il discorso di Marcello Pera. Certo anche io, per quel che ho sentito in diretta da Radio Radicale, e per qualche approfondimento leggiucchiato al volo mi sento perplesso, confuso, dispiaciuto. Non è il Pera che avevo letto tempo fa, ed anche apprezzato, ad esempio con il discorso al Senato, subito dopo l’11 settembre. La prima impressione, anche stavolta in occasione del meeting di Rimini come di recente in altri discorsi, è che il professore abbia deciso di lisciare il pelo alla platea di Comunione e Liberazione. Piuttosto male quindi. Non conosco Karl Popper, ma per quel che so la sua idea di democrazia coincide con la cultura occidentale, legata a doppio filo alla migliore tradizione liberale. Tanti secoli dopo partiamo comunque dal modello delle forme di democrazia greca e latina. Di fatto Pera ha peggiorato e di molto il suo discorso introducendo anche l’allarme per il meticciato, mentre a me il fenomeno sembrerebbe una grande ricchezza (dal punto di vista biologico senz’altro) ed anche, per analogia, lo dovrebbe essere dal punto di vista culturale. Pera ha sostenuto che è « segno di debolezza morale considerare uguali tutte le culture ». Aggiungerei che è anche segno di ignoranza. La nostra società, la nostra libertà, le nostre forme d’organizzazione civile, si basano sul fatto che tutte le culture hanno diritto d’esistere. Non siete d’accordo che questo sia senz’altro un principio superiore? Infine sempre a mio avviso va ribadito il concetto che quando altre realtà, mascherate sotto il nome di altre civiltà – tentano la sopraffazione violenta siamo di fronte ad un fenomeno gravissimo a cui abbiamo non solo il diritto, ma anche il dovere di opporci.
Citazione volutamente lapidaria La citazione voleva essere volutamente lapidaria e irridente. D’altronde è Luttazzi…
Certo che è segno di debolezza morale (oltre che di ignoranza) considerare uguali tutte le culture, ma non l’ho mai pensato.Il discorso andrebbe storicizzato e contestualizzato un po’.
Storicizzato, perché le nostre forme d’organizzazione civile, si basano OGGI sul fatto che tutte le culture hanno diritto d’esistere; IERI (solo mezzo secolo fa) questo non era vero. In questo, la Chiesa Cattolica ha responsabilità storiche enormi.
Contestualizzato, perché da che mondo è mondo sono le civiltà più forti socialmente, economicamente e militarmente a tentare di sopraffarre quelle deboli. Ora, dire che è in atto un tentativo di sopraffazione (leggi guerra di civiltà) ai danni della civiltà occidentale ha una parte di verità ma corrisponde ad una lettura unilaterale del fenomeno.
Re: La Pera di Marcello
Non vorrei monopolizzare la discussione, ma per fortuna gaspa oggi ha scritto un pezzo magistrale (su cui sono in disaccordo solo su alcuni esempi). Segnalo, anzi riporto, una lettera che copio qui sotto, tratta da Il Foglio di oggi, in quanto penso sia da considerare con un certo rispetto.
Lo dico anche a parziale revisione di quel che io stesso scrivevo ieri: la frase di Pera potrebbe essere presa com’è, letteralmente, senza enfasi particolari.
Leggiamola:
[quote=Aniello Greco, Turi (Ba)]Caro direttore – “In Europa la popolazione diminuisce,
si apre la porta all’immigrazione incontrollata
e si diventa meticci”. Queste le parole
del presidente Pera. E’ chiaro che è assurdo
parlare di razzismo e, pertanto, non era il caso di
scomodare – come ha fatto l’Unità – tale Lidio Cipriani,
antropologo e teorico delle politiche razziste
del regime fascista. Quello che Pera intendeva
dire è che un’immigrazione incontrollata (e
non integrata) potrebbe, nel tempo, determinare
una perdita dei valori fondamentali della nostra
civiltà europea, occidentale. Ci sono quelli a cui
questa eventualità non spaventa affatto e ci sono
quelli a cui invece un progressivo smarrimento
delle nostre radici a favore di una cultura altra,
preoccupa. Tutto qui.[/quote]