Apro il volume: subito il risguardo di copertina mi fa sapere che l’autore Paolo Pejrone, architetto, si è “laureato con molta noia e difficoltà”. Interessante! Leggendo poi capiremo bene che la vita professionale dell’Autore si svolge con grandi soddisfazioni non solo in Italia, ma in moltissimi paesi europei. Ha lavorato e lavora anche in Nord e Sud America, con ulteriori, diverse esperienze in alcuni paesi arabi.
Intervistato per un quotidiano, da Nicoletta Barberini Mengoli, Paolo Pejrone dichiara come abbia avuto origine la sua passione per le piante: “E’ nata in un orto, quand’ero ancora bambino ed il mio primo amico era un vecchio giardiniere”. Da questa premessa appare davvero logica e consequenziale la definizione che lui stesso fornisce della sua attività professionale: un “filosofo delle piante”. Non a caso anche l’ultimo recentissimo lavoro, sempre per i tipi della Feltrinelli, s’intitola: ”Il vero giardiniere non s’arrende”. Come appunto ha sempre fatto lui, nelle sue terre in Piemonte, tra Pinerolo e Saluzzo dove possiede e coltiva un grande e vecchio giardino.
Leggere Pejrone non è come scorrere le pagine di un manuale, di un qualsiasi libro di ricette, di norme, di consigli per riempire le aiuole di colori e frastornare il paesaggio con fioriture mozzafiato. Anche dal sottotitolo “Diario di un giardiniere curioso” si scoprirebbe subito, ma comunque ce se ne accorge dopo aver letto qualche pagina, che il libro aiuta a scoprire le armonie che la natura ha in se. Con moltissima pazienza, ed assai spesso con non pochi insuccessi, sempre però con molti amici inseparabili. Prima di tutto gli uccelli che popolano i giardini e, per il nostro Autore, anche il cane, un meticcio, che Paolo Pjrone fa scorrazzare nel giardino. A qualche risultato superlativo infine si arriva ed il “giardiniere paziente” viene ripagato con grande soddisfazione dell’occhio e della mente.
Una idea di fondo, per diversi e concomitanti motivi ripresa più volte, è quella che l’Autore sottolinea come la sua firma, un marchio di fabbrica. L’orto, anche semplicemente solo alcune specie di ortaggi e verdure, possono essere il cuore del giardino. Infatti tra camelie rarissime, rose preziose, peonie di eterea leggiadria, effimere magnolie, lillà démodé accade di incontrare prezzemolo, il basilico, le fragole profumate e le insalate. Lattughe di ogni tipo così ben descritte da suscitare sensazioni in cui prevale sull’aspetto botanico, l’istinto del buongustaio o quello del pittore, come se fosse una tavolozza di colori.
Ecco come il “diario” di Paolo Pejrone diviene piacevole da leggere, da rileggere e da consultare. Da consultare per abbreviare i tempi, sempre troppo lunghi della propria esperienza professionale. Per un dilettante anche nel giardinaggio, le attese sono alle fine incompatibili con il ciclo biologico dell’esperienza di una vita.
Dulcis in fundo tre capitoli dai titoli ammiccanti: Il Bello della Polemica, Giardini Offesi e quello sui Libri. Spaziano dal verde stradale mal fatto a quello eccellente, dalle vittime delle potature insensate agli orti in città, fino ad una serie di commenti su alcuni libri. Queste ultime pagine chiariscono, ancor più se ce ne fosse bisogno, la interessante personalità del nostro Autore.
“In giardino non si è mai soli” di Paolo Pejrone
197 pagg., edizioni Feltrinelli, 2002