Il senatore Dini e le province

Sul Corriere della Sera di ieri il senatore Lamberto Dini l’ha detto chiaro e tondo.
Schierandosi sulla linea di Padoa Schioppa, ha indicato le priorità, già per la prossima legge finanziaria: intervenire sulle spese. Alla domanda postagli da Enrico Marro che lo intervistava: ”Lei dove taglierebbe?” l’ex Presidente del Consiglio non ha avuto dubbi ed ha così risposto:

Si possono eliminare le province e ridurre il numero dei parlamentari, tanto per cominciare

Su questo sito da tempo abbiamo iniziato a dibattere l’argomento raccogliendo si qualche adesione, ma anche sollevando una levata di scudi da parte degli “addetti ai lavori”.

Organismi inutili, talvolta elefantiaci, sicuramente costosi che con una bella riforma costituzionale andrebbero cancellati al più presto. E’ urgente ed indifferibile ridisegnare un modello di organizzazione dello Stato più snello e funzionale, al passo con i tempi. Una volta si chiedeva di avere la Provincia per disporre di servizi e sportelli non troppo lontani da casa; oggi con le reti informatiche che avvolgono tutto il mondo si possono consultare le mappe del catasto del Queensland con un paio di clik o aggiornare l’anagrafe canina, restando seduti a casa.

Per restare alle Marche è ora di smontare gli assurdi antagonismi tra Fermo ed Ascoli Piceno dove, con due province, hanno voluto ognuno la loro Prefettura, i loro Uffici Finanziari (il Tribunale già lo avevano!) ed ove a breve ci sarà un altro consiglio provinciale con presidente, assessori, consiglieri e relativi gruppi politici, impiegati d’ogni tipo, nonché autisti ed uscieri a go-go.

Grazie oggi all’illustre esponente dell’Ulivo, grazie Presidente Dini.
Diciamo grazie fin d’ora ad altri esponenti di forze politiche, di associazioni, ai semplici cittadini che ci vorranno far conoscere la loro opinione in proposito.

25 pensieri riguardo “Il senatore Dini e le province”

  1. Son contento di vedere che anche Dini la pensa così… e son già diversi autorevoli esponenti di vari partiti a pensarla così! Ah se solo non ci fossero gli interessi delle poltrone locali da difendere!
    Paradossalmente si farebbe prima a continuare ad erogare le indennità ai vari presidenti di regione e consiglieri pur abolendo le province, così loro sarebbero contenti e ai cittadini, pur continuando a buttare i soldi in questo pozzo senza fondo della disorganizzazione amministrativa italica, si semplificherebbe la vita.

  2. il commento di Francesco Gasparetti qui sopra mi ha fatto pensare all’incirca alle famose ultime parole di Gerolamo Savonarola sul rogo. “Dio mio, Dio mio com’è possibile che il sistema riformi se stesso!“. Più meno cosi, citando a memoria.
    Malgrado tra me e lui (Gaspa) ci sia la distanza non trascurabile di una abbondante generazione resto sempre dell’idea che vale la pena combattere una, dieci, cento battaglie per questo nobilissimo scopo.
    Non mi sento certo Altiero Spinelli, ma pensare come lui all’Europa quand’era a Ventotene doveva essere molto più difficile che immaginare oggi un Italia senza province.

  3. Concordo con te Gianluigi ma comprendo benissimo quello che dice Francesco: come si fa ad avere fiducia in questo sistema?
    Le alte sfere nei palazzi romani dicono che le province non servono (giustamente) e, in provincia, negli stessi partiti si afferma il contrario trovando belle ma false motivazioni.
    Sarei contento di sentir dire, da chi di dovere, una cosa solo: “secondo me le province servono perchè nel partito abbiamo tanti nullafacenti a cui dobbiamo mettere una poltrona sotto il culo”.
    Almeno quella sarebbe onestà, cruda ma sempre onestà.
    Ma vista la disonestà dilagante in questo paese questo non avverrà mai a meno che la famosa pubblica opinione non si svegli; per questo plaudo ad iniziative come il referendum sulla legge elettorale (uno dei pochi referendum sensati degli ultimi tempi, a mio avviso).

  4. Ma il senatore Dini conosce l’Italia ? Tanto per fare un esempio a quale entità analoga alla provincia di Belluno farebbe capo tale territorio totalmente montano se questi enti venissero aboliti? Poi è davvero ridicolo che un uomo, la cui “forza politica” fa parte della maggioranza che governa il paese, si esprima attraverso gli organi d’informazione e non nelle sedi deputate. Si vergogni e se ne torni a casa.
    Sta facendo solo danni,le architetture istituzionali si possono pure riformare ma con proposte e persone serie non chi crea confusioni per far sapere che esiste. Anche il senatore Bordon la faccia finita e faccia il serio.
    Eugenio Padovan
    un cittadino incazzato

  5. Dini chiedendo interventi sacrosanti si è schierato contro gli interessi della maggioranza dei politici,andando contro i loro interessi personali che sono l’opposto dei bisogni degli italiani.
    Portare gli stipendi dei politici e i costi della politica a livello degli stati europei come la Spagna ad esempio e tutto il resto.
    Io sono pressoche…:non so se dire infuriato o deluso,di questa politica.
    Penso che su molte promesse fatte in parole : come la riduzione dei ministri;eliminare le province; una sola camera, che decida con la quantità dei deputati in rapporto alla popolazione e tante altre cose dette in trasmissioni televisive.Non si faranno,alle prossime elezioni non andrò a votare.
    Perchè da come ho capito,mi sembra che la politica italiana a parte una piccola parte,è come una cosca,che vada uno o l’altro a governare non cambia niente.
    Spero di sbagliarmi.

    Dopo che ho maturato la pensione dopo 40 anni di contributi.Ho aperto una attività come ditta individuale,per consulenza e progettazione,aiutando le piccole imprese in difficoltà per mancanza di esperienza.

    Dalla pensione ogni anno mi scalano circa uno 0.2% dell’inflazione perchè supero i 1300,00€.
    Per il lavoro come ditta individuale ho fatturato €.21.000,00.
    Il mio lavoro richiede aggiornamenti sofware; coputer da rinnovare banca ;commercialista e tante altre spese necessarie per il mio lavoro. Per un costo di circa la metà del fatturato €.10.000,00.
    Ho calcolato che sulla rimanenza €.11.000,00 dovrei pagare il 38% Irpef il 16% Inps e il 4.25% Irap totale 58,25% Da €.21.000,00 lavorati mi rimangono €.4592,5.
    Cosa ne pensate?
    Cordiali Saluti

  6. Le Provincie hanno un gran numero di competenze, che vanno dalla viabilità, alle scuole, al sociale, all’ambiente, promozione, programmazione, insomma fanno da supporto e guida per tutti quei comuni, che non essendo capoluogo di provincia non hanno la struttura per reggere il passo con le crescenti esigenze. Non si può pensare che una dozzina di comuni con meno di 10.000 abitanti per gestire una strada, ogn’uno ripara o asfalta il proprio pezzo quando più gli aggrada, serve un unico coordinatore. Giustamente bisogna risparmiare, ma se lo Stato, per risparmiare, passò la gestione delle strade Anas alle Provincie, e se queste vengono chiuse, queste strade ex Anas chi se le prende, lo Stato, le Regioni? Qualcuno per tutto questo asfalto da mantenere dovrà pagare! Inoltre i dipendenti delle Provincie passerebbero alle Regioni, che notoriamente elargiscano stipendi più alti, quindi più costi per il personale.

  7. Riformare il sistema nel suo complesso si può e si deve.
    Qualche precisazione: prima degli anni 70 le province nemmeno esistevano e si viveva lo stesso; i tempi cambiamo e bisogna aggiornarsi.
    Nel 2007 creare un apparato statale efficiente, se c’è la volontà di farlo, non dovrebbe essere poi così complicato.
    Se paragonati agli altri paesi europei, noi italiani abbiamo il più alto rapporto tra numero di cittadini e numero di enti locali.
    Ridisegnare il sistema nel complesso, tagliando gli enti inutili (ricordo per chi parlava del territorio montano di Belluno che in Italia abbiamo anche la bella trovata delle comunità montane) è possibile.
    Ridisegnare significa anche allocare le funzioni al livello più logico ed efficiente, accorpare enti e funzioni.
    Avere una provincia che ha competenza in materia di caccia, pesca, animali e poche altre cose (edilizia scolastica ecc) a me sembra inutile.
    Soprattutto avere una provincia che per svolgere queste limitate funzioni debba avere un presidente, degli assessori, dei consiglieri è ridicolo (tanto che per la provincia non si può parlare nemmeno di “legislatura”, non potendo questa adottare altro che atti amministrativi).
    Della provincia può al più residuare qualche ufficio tecnico, chiamiamolo così, che continui ad occuparsi dei vari permessi per la caccia, la pesca e il resto.
    Molte funzioni potrebbero passare alle regioni e ai comuni.
    E la provincia potrebbe diventare un ufficio incorporato nella regione; in questo modo eviteremmo di avere più o meno 120 presidenti di provincia, qualche centinaio di assessori, qualche migliaio di consiglieri provinciali, che allo Stato costano diversi soldi.
    Per non parlare della maggiore efficienza e delle minori lungaggini burocratiche.
    Tra l’altro i dipendenti, se dovessero passare a regioni o comuni costerebbero lo stesso, perchè a parità di mansioni penso si applichi lo stesso contratto collettivo di lavoro.
    Quello che probabilmente è sbagliato riguarda il fatto di scagliarsi solo contro le province; queste probabilmente sono l’ente maggiormente inutile che abbiamo in Italia ma, come già detto, il sistema va riformato nel complesso, da quel famoso “colle” romano, passando per le 2 camere, arrivando fino ai piccoli comuni.
    Anche l’idea di accorpare la gestione dei piccoli comuni sarebbe una cosa logica; in questo modo si eviterebbe di avere 2 comuni di 500 abitanti l’uno che per erogare il medesimo servizio occupano 2 impiegati ecc.
    Tra l’altro non si farebbe altro che prendere atto di una tendenza che si verifica già nella realtà; ad es. molti piccoli comuni gestiscono in comune alcuni servizi, ad es. i servizi sociali, perchè da soli non sono in grado di garantirli.
    Sono spinte che arrivano dalla realtà, ciò che manca è solo la volontà politica.
    Ma in fondo sembra che questo paese, oltre a lamentarsi, non sappia fare molto di più.

  8. Vedo, con piacere, che il dibattito riprende.
    Interventi diversi di cittadini anche fisicamente distanti tra loro, ma tutti con una sensazione comune, mi sembra. Affoghiamo sempre più in una palude e quindi, senza il coraggio di sostanziali e concrete riforme, grosse modifiche e non pannicelli caldi, rischiamo di andare a picco!
    Questo tema delle provincie doveva essere al centro delle attenzioni anche del nostro sito, ma invece lo abbiamo tralasciato un po’. Anche le promesse di qualche contributo di qualità, da firme autorevoli, tardano a concretizzarsi.
    Riprendiamo noi il dibattito: Popinga assicura lo spazio e la dignità di un post a chi vorrà contribuire. In attesa, grazie!

  9. Completamente d’accordo con il senatore Dini. La necessità della abolizione delle Province dopo la nascita delle Regioni è apparsa chiara fin dai primi momenti e le proposte, anche di autorevoli esponenti politici, sono cominciate decenni fa. Nel tempo la richiesta è stata reiterata sempre più frequentemente in modo trasversale da più settori della società determinando di fatto un largo consenso. Incredibilmente fino ad oggi non vi è stata traccia di proposte concrete. In assenza di iniziative più qualificate di teorici preposti, per passare dalle parole ai fatti, dal lamento continuo alla proposta, un gruppo di semplici cittadini, notte dopo notte, con il contributo di specialisti e di amici che intendono metterci del proprio per cambiare le cose, ha messo a punto una proposta concreta, con un percorso preciso per arrivare alla Abolizione delle Province A tal fine è stato pubblicato un blog (www.aboliamoleprovince.it) che Vi prego di visitare, sostenere, diffondere. Se i preposti ora sembra si siano svegliati troveranno tutto pronto in http://www.aboliamoleprovince.it. Basta che facciano copia e incolla e se la votino. NOI SAREMO FELICI DI DIVENTARE INUTILI. Saluti. Lorenzo Furlan

  10. Correggo un errore dovuto alla confusione di questi giorni… prima del 70 erano le regioni a non esistere e non le province.
    Il discorso resta comunque lo stesso: c’è una sovrapposizione inutile che prima non c’era, dunque immaginare un quadro diverso era e lo è ancor più oggi, possibile.

  11. coordinamento di tutti i piani territoriali regionali e locali,viabilità edilizia pubblica, genio civile,ambiente caccia pesca anagrafe zootecnica,formazione professionale ,consorzi agrari, industriali, associazioni volontariato, cultura musei biblioteche turismo…. pensate davvero che i comuni o piccole unioni di comuni possano gestire da sole queste competenze? e le regioni? creerebbero tanti enti burocratici a non finire, e per il buon funzionamento? le asl insegnano, non devo dire altro….

  12. si possono abolire i consigli provinciali, quello si e sostituirli con i sindaci di tutti icomuni, ma l’ente… le sue funzioni, e poi la riforma sarebbe costituzionale ci vorrebbe un referendum per legittimarlo, quanta leggerezza vedo in questo amato e martoriato paese.

  13. Le funzioni che oggi sono di competenza della provincia, comuni e regioni sarebbero in grado di gestirle con costi minori.
    Se poi si vuole negare che la provincia svolge solo funzioni tecniche e che quindi il consiglio regionale coi suoi consiglieri, la giunta con i suoi assessori e il presidente abbiano una funzione di esclusiva allocazione di poltrone, allora non so che altro dire.
    L’ente provincia per come strutturato è oggi assolutamente inutile.
    Alcune funzioni hanno una certa rilevanza, altre sono irrisorie (es. la caccia).
    Quello che veramente importa è capire come le tante risorse che oggi vengono assorbite dalle province, non parlo di quelle che poi andrebbero comunque spese come i soldi stanziati per il mantenimento delle strade (provinciali) se fosse ridisegnato il quadro complessivo, diminuirebbero; ci sarebbe in questa ottica un possibile taglio della famigerata “spesa pubblica” e una diminuzione in molti casi di passaggi burocratici inutili.
    Almeno si abbia l’onesta di dire che l’attuale apparato provinciale, ripeto fatto di consiglieri assessori e presidenti, è eccessivo.
    Per svolgere funzioni tecniche servono dirigenti e funzionari, non persone elette.

  14. allora rispondete a questo… tanto bravi.. c’era una volta la sanita’ statale e non andava bene, poi vennero le ulss locali, antenate delle attuali unioni di comuni, e FALLIRONO miseramente, oggi c’e’ la sanita’ regionale… prendete una cartina geografica e guardate l’abruzzo, la regione sta cercando di ridimensionare la asl provinciale quella che da piu soldi, cioe teramo a favore esclusivo di pescara e l’aquila, e noi qui a subire lo smantellamento del nostro tessuto sanitario e sociale,gia’… ma come dite voi?.. le regioni sono piu utili

  15. Qui non c’è un problema di utilità o inutilità dell’ente regione (a mio avviso utile); quello di cui si parla nel commento precedente è un problema di efficienza, altro rispetto al tema delle province.
    Le regioni svolgono prevalentemente atitvità legate alla sanità, tanto che circa il 70% delle risorse di cui dispongono vengono spese in questa.
    Se poi una regione come l’Abruzzo spende male i suoi soldi (non conosco la questione quindi non mi esprimo in merito, non essendo nemmeno la mia regione) il problema e le responsabilità presumo siano da addossare agli amministratori regionali dell’abruzzo.
    La questione della quale si parla da diverso tempo anche qui su Popinga, ripeto, riguarda le province.
    Hanno delle funzioni importanti ma che possono essere trasferite e delle funzioni irrisorie che creano solamente inutili lungaggini burocratiche (es. in materia di caccia).
    Ripeto ancora una volta, col rischio di essere noioso, le conpetenze attribuite alle province richiamo funzioni meramente tecniche, per le quali non sono assolutamente necessari degli eletti ma come dice il termine stesso servono tecnici (funzionari, dirigenti, ecc.)
    In un incontro la stessa presidente della provincia di Ancona disse che “infatti per la provincia non si può parlare nemmeno di legislatura, ma di consiliatura”.
    Se dunque la provincia non può legiferare, ma adottare semplici provvedimenti, a cosa serve un apparato di consiglieri, assessori e presidenti?
    Non si venga perfavore a parlare della vicinanza col cittadino perchè le province non sono vicino al cittadino; per quello esistono già i comuni.

  16. non servono infatti consilieri , serve pero’ un consiglio provinciale composto da tutti i sindaci, o meglio presidenti dei consigli comunali,non prenderebbero altre indennita’, nominerebbero un presidente e coordinerebbero tutti gli uffici tecnici che non e solo caccia(quella l’abolirei) ma ato,asl,piani territoriali,edilizia pubblica ,(ve lo immaginate un piccolo comune a cercare fondi x le scuole e altro) consorzi locali,

  17. Io immagino che i piccoli comuni possano essere accorpati tra loro per la gestione in comune dei servizi più importanti; a livello di sindaci mi sembra esista già la conferenza dei sindaci.
    Le funzioni più importanti secondo me potrebbe gestirle direttamente la regione; questa sarebbe semplificazione e riduzione della spesa pubblica.

  18. CONCORDO CON ANTONIO GIAMPAOLO ED EUGENIO
    CONOSCERE PER PARLARE, E POI GLI IMPIEGATI ANDREBBERO IN REGIONE A GUADAGNARE DI PIU’ LE FUNZIONI NON SI POSSONO CANCELLARE.
    I politici non si taglieranno le palle da soli 4000 politicanti a spasso e tante clientele in meno.

  19. bravo giuseppe
    qui si smantella e il brodo che viene fuori è un caos,
    vedi il famoso porcellum che ha creato un inutile governo che ci ha sprecato due anni per peggiorare le cose perchè la gente voleva il mondo bello di Prodi.

  20. Basta additare le Province come mangia soldi, 13.mld di euro di risparmio da loro soppressione, cosa sono vicino a 1200 dipendenti del quirinale, tutti i benefit dei pensionati parlamentari, le auto blu, i commessi prendevano solo nel 1990 5 milioni al mese alle camere, tutte le sedi periferiche del parastato di inps tesoro, finanze ecc, e ministeri vari con 4 gatti dentro. Lo spreco viene dal centro E poi che facciamo riformiamo il titolo V della costituzione per tornare indietro dopo qualche anno?
    facciamo nel frattempo nuove province? non sapete ne hanno proposte già altre due in questa legislatura???? la regione è venuta dopo ed è il carrozzone della sanità, cosa togliamo????’ La provincia ha tradizione Napoleonica e mi pare se non sbaglio che la Francia non ha regioni Ma dipartimenti che sono 99 e non sono regioni.

  21. Se posso permettermi espongo una sola valutazione: soltanto in Italia ci sono quattro livelli di governo (Stato, Regioni, Province e Comuni). Se la prolifica commentatrice Lara, benvenuta nel dibattito, non vuole abolire le province, come a me sembrerebbe logico, dica lei stessa in che maniera propone di semplificare l’organizzazione dello Stato. Semplificare per modernizzare, rendendolo efficiente, ed al passo con i tempi.

  22. Appunto cara Lara, la Francia ha le province (o dipartimenti), ma NON HA le regioni!
    Noi italiani siamo gli unici in Europa ad avere i due livelli CONTEMPORANEAMENTE!
    Siccome non ci sono più tanti soldi da sperperare e siccome non riesco a capire l’utilità di una assemblea politica (che, tra l’altro, non è legiferante) per adempiere a compiti puramente tecnici, penso che le province debbano essere abolite.
    Allo stesso modo, le regioni devono essere rese più efficienti e sperperare meno soldi (magari tramite un vero federalismo fiscale) e questo dovrebbe avvenire anche nelle istituzioni dello stato centrale.
    Le suddette riforme possono essere realizzate contemporaneamente ed una non esculde affatto le altre.
    L’obbiettivo è quello di avere una amministrazione statale più efficiente e meno dispendiosa.
    Il programma di Berlusconi l’ho riportato in un precedente commento, non ci resta da vedere se sapranno realizzarlo.

  23. Vedi Lara, io non farei un discorso di tradizioni in questo caso; anche la nostra forma di Stato e di governo ha la sua tradizione ma non per questo è perfetta, anzi andrebbe superata.
    Tra l’altro il nostro modello di organizzazione dello Stato ha dovuto molto al modello napoleonico ma oggi, nel 2008, pensare di essere ancora appesantiti da un simile sistema è da pazzi.
    L’amministrazione è lenta semplicemente per il moltiplicarsi dei passaggi; i troppi livelli di governo di certo non aiutano.
    Poi dovrebbe anche farci riflettere, come tu dici, che in Francia hanno 99 dipartimenti (ma come già detto non hanno le regioni) su una popolazione di circa 60 milioni (più o meno la nostra); da noi le province son andate ben oltre le 100 e spuntano come i funghi; di questo passo nel 2060 ci sarebbero più province che comuni!
    E guarda caso se non l’unico, uno dei pochi argomenti su cui le parti politiche sono sempre d’accordo (a livello locale) è proprio l’istituzione di una nuova provincia nel loro territorio.
    Prendi la provincia di Fermo nelle Marche: sogno voluto dalla precedente amministrazione di centro sinistra poi portato avanti da quella di centro destra; una strana convergenza.
    Vorrei aggiungere al dibattito un particolare semplice ma che sostiene questa piccola grande battaglia; abolire le province significherebbe anche avere una votazione in meno in questo benedetto paese che ci vede più o meno andare alle urne una volta l’anno, con conseguente risparmio (notevole) di denaro pubblico nonchè maggiore produttività in quanto non si perderebbe una giornata lavorativa.

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