Il fantasma dell’opinione pubblica

Il 4 dicembre, presso la sala del Consiglio Comunale, s’è svolto il Forum “Riforme & Istituzioni”.
L’invito è per le 17:30; arrivo alle 17:45 pensando di essere in ritardo, ma non si inizia prima delle 18.

Sul banco degli oratori siedono: il Presidente del Consiglio Silvano Paradisi, il Sindaco Luana Angeloni, l’On. Renato Galeazzi, il Coordinatore Nazionale dei Presidenti dei Consigli Comunali Maurizio Cesarini (a che servirà mai ‘sta figura di coordinatore?). L’On. Carlo Ciccioli non è presente, ha telefonato che arriverà in ritardo.

Alle ore 18:00 sono presenti in sala:
– Due consiglieri di maggioranza: il capogruppo dei DS Schiavoni ed il Consigliere della Margherita Belardinelli.
– Sei consiglieri di minoranza: Massaccesi, Girolimetti, Schiavoni, Bittoni, Cameruccio ed uno di AN di cui non ricordo il nome.
– Il presidente del Consiglio Comunale di Fermo.
– Un consigliere comunale e presidente degli artigiani di un Comune dell’entroterra (non ho capito quale).
– Tre consiglieri di vari Enti del nostro comune (che conosco di vista, non di nome)

Visto l’argomento trattato, istituzioni e costi della politica – temi che dovrebbero interessare tutti – mi sarei aspettato una sala stracolma di cittadini, oltre che di giornalisti. Macché: di giornalisti manco l’ombra; di cittadini ce n’è UNO: io, e basta. Un solo semplice cittadino pensionato deluso.
Inizia il Forum e in sala ci sono 17 persone, compresi gli oratori.

Introducendo il dibattito, Paradisi difende l’operato del Comune e afferma:

«Il nostro comune è dal 2000 che ha ridotto il costo della politica, riducendo il compenso degli amministratori del 10%»

e critica la proposta del governo:

«Riducendo gli assessori non si risolve il problema, occorre affrontare in maniera seria il costo della politica»

senza specificare dove secondo lui stanno gli sprechi.

Il Sindaco interviene brevemente e poi, scusandosi, lascia il convegno. Fra le altre cose dice:

«Il costo della politica è un tema caldo, il problema è esploso dopo che i media l’hanno portato in evidenza, specie a seguito della pubblicazione del libro “La casta”. Io non mi sento toccata dalla finanziaria, noi abbiamo già ridotto da anni il nostro compenso, e abbiamo anche eliminato l’indennità di missione, la mia auto blu ha quasi 250.000 km, in molte delle nostre società partecipate i componenti vengono retribuiti solo con il gettone di presenza, eliminare le circoscrizioni è sbagliato specie come da noi che non costano nulla».

Ore 18:17: prende la parola Cesarini, coordinatore nazionale dei Consigli Comunali:

«Bisogna mantenere i costi della politica nelle istituzioni dalle Regioni in giù, specie nei Comuni, perché oggi il consigliere comunale, visto il misero compenso, non lo fa per i soldi. Si sentono presi in giro da questa finanziaria se ridurrà ancora le loro indennità; in tal modo non si troverà più nessuno che farà il consigliere comunale».

Cesarini è per ridimensionare le Comunità Montane («oggi costano 170 milioni di euro ed è troppo e bisogna ridurle») e per ridurre i costi delle Province («le Province oggi hanno 56.000 dipendenti e costano troppo per le poche competenze che hanno»). Poi, aggiunge, «l’Aato è una struttura che va soppressa e le sue competenze devono passare alla Provincia».
Uno degli oratori più coerente con il problema sprechi.

Ore 18:30: si apre il dibattito, con 11 presenze in sala più 3 oratori (Massaccesi, Girolimetti e Floriano Schiavoni se ne vanno, forse perché sanno che Ciccioli non arriverà).
Chiede la parola il presidente del Consiglio Comunale di Fermo.

«Il risparmio sui consigli comunali è irrisorio, investire sulle istituzioni comunali non è un costo ma un investimento»

Sulla provincia afferma:

«Io voglio spezzare una lancia a favore delle province, perché per coordinare specialmente i piccoli comuni sono indispensabili, se si vuole dare un taglio alla spesa pubblica si deve partire dalle regioni in su».

«La provincia di Fermo è stato un bene per i 40 comuni che ne fanno parte. Per lui le province non devono essere soppresse».

Ore 18:40: rimangono 10 presenze in sala, 3 gli oratori, Ciccioli ancora assente.
Interviene il capogruppo DS Stefano Schiavoni, difendendo il ruolo del Comune. Secondo lui i tagli vanno fatti, ma non sulle istituzioni locali come il Comune. Non specifica dove esistono gli sprechi.

Ore 18:50: interviene il consigliere comunale dell’entroterra e presidente degli artigiani, concentrando il discorso sull’evasione del lavoro in nero, un grosso problema per gli artigiani che lavorano in regola. Sostiene che oggi, con l’aspettativa di una pensione bassissima e rimandata negli anni, conviene a molti lavorare in nero non pagando né tasse né contributi previdenziali.

Ore 19:00: prende la parola Galeazzi (Ciccioli sempre assente).
il suo intervento è stato esclusivamente concentrato nell’illustrare e difendere la prossima finanziaria. (come oratore vale poco)

Ore 19:20: la seduta si scioglie (senza Ciccioli), con 12 presenze in sala compresi gli oratori, 11 addetti ai lavori e un cittadino (io), con l’invito ai presenti per un piccolo ricevimento in sala giunta.

Vista l’ora, guadagno l’uscita e mi avvio verso casa senza partecipare al rinfresco (che, a voler essere pignoli, è anch’esso un piccolo “costo della politica”).
Sarebbe potuta essere un’opportunità per tutti: per i cittadini di avere un contatto diretto con chi li rappresenta, su un problema di grande attualità; per i giornalisti di far domande e raccontare le cose in presa diretta, una volta tanto, invece di fare il copia-incolla dei comunicati stampa.
Invece è stato un buco nell’acqua, un evento semiclandestino, che è come se non ci fosse mai stato.
E rimane l’impressione che una massa di cittadini indifferenti si merita quello che ha, e che in fondo noi elettori non siamo migliori di chi ci rappresenta.

Un commento su “Il fantasma dell’opinione pubblica”

  1. Impressionato dalla terribile cronaca non commento in quanto sarei, forse inutilmente, ancor più feroce.
    Solo sulle ultime due righe devo comunicare una mia impressione: l’unico “elettore“, quindi “migliore di chi ci rappresenta“, è stato Franco che era sul posto. Se avessimo partecipato, non dico in tanti, ma solo qualcuno più dei soliti professionisti della politica, di certo li avremmo “seppelliti con una risata“.

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