La tradizione cristiana tramanda che Gesù, arrivato sul Monte degli Ulivi, alla vista di Gerusalemme, abbia pianto, perché sapeva che gli Ebrei non lo avrebbero riconosciuto come il Messia. Il luogo è quello che oggi abbiamo visitato, non senza imprevisti: il Dominus Flevit, a Gerusalemme Est.
Per sbadatezza e poca informazione, alcuni di noi si sono presentati troppo svestiti per poter entrare nella zona del Dominus Flevit: spalle scoperte per le donne, calzoncini corti per gli uomini. Pare che il ginocchio sia il limite invalicabile scoperto il quale lì non si è ammessi (nessun problema, invece, in altri luoghi sacri, nemmeno al Santo Sepolcro). E il solerte custode per questo ci ha respinti, con forza.
Quelli di noi rimasti fuori erano stanchi, spazientiti e sinceramente dispiaciuti di dover rinunciare ad una visita così rara e distaccarsi dal gruppo, per un motivo francamente incomprensibile. Alcuni, approfittando di un momento di disattenzione dei custodi, erano riusciti ad entrare sebbene avessero “abbigliamento poco decoroso”. Con gli altri la discussione si stava scaldando, rischiando addirittura di arrivare alle mani: il custode era fuori di se, e urla di insulto religioso iniziavano a fare la loro comparsa.
A questo punto sbuca il secondo custode, che cerca di essere più accomodante. Ad ognuno di noi offre un lungo pareo, gonne che noi uomini indossiamo incuriositi, e forse un po’ umiliati. Il “servizio” ci costerà 5 Shekel (1 euro) a testa, che il custode poi pretenderà con insistenza. Non sappiamo quanto costassero quelli in vendita appena accanto all’ingresso.
Morale n. 1: qui a Gerusalemme l’ortodossia significa anche denaro
Morale n. 2: qui a Gerusalemme i litigi, quale che sia la causa scatenante, fanno presto ad assumere contorni religiosi
C’è una vecchia canzone di Guccini che dice : dai preti d’ogni religione libera non domine… Quando tornate, se volete ve la metto in un CD.
Riguardo a quel che faccio voglio dire che il messaggio mi è arrivato mentre ero a ceno con alcuni amici di montagna a Fano. poi ho fatto il (gas)olio per domenica per quando cioè andrò a celebrare.
Sono lieto che Enrico, e spero anche Silvana, stiano collaborando a Popinga anche perché forze nuove propongono e fanno cose nuove. Nevvero?
Per quanto riguarda i sollecitati commenti non ne faccio perché rovinerei con la mia solita prosa l’atmosfera, questa sì, quasi mistica, dei vostri racconti. Meglio leggerli meditare e tacere.
haereticus