“1984” di George Orwell

Winston è un ingranaggio nella grande macchina di un sistema politico che governa l’Inghilterra secondo i principi del Socing (abbreviazione di socialismo-inglese).

Questo sistema è guidato dal “Grande Fratello”, una sorta di dittatore onnipotente che controlla tutto tramite i “teleschermi” ( dei televisori bidirezionali che ricevono e trasmettono allo stesso tempo), che spiano ogni casa, e tramite la “psicopolizia” che punisce ogni persona che contravvenga le sue leggi.
Il principio fondamentale è l’ortodossia del pensiero: tutti devono pensare allo stesso modo del Grande Fratello; non è ammesso avere opinioni diverse ed anzi lo scopo del regime è proprio di eliminare il “pensiero” per eliminare “l’individuo”.

Ad un certo punto Winston si rende però conto che il mondo in cui è immerso lo opprime e cerca la sua liberazione disobbedendo alle leggi ed alle costrizioni impostegli dal sistema.
Questo percorso lo porta a cercare altre persone che la pensino come lui e così conosce Julia, un’ altra “dissidente”, che per la prima volta gli fa conoscere il vero amore spingendolo ancora più alla ribellione.
Questa impari lotta tra il sistema e l’individuo è però persa da Winston che sarà costretto a ritornare entro gli argini in cui tutti sono relegati.

Libro di straordinaria preveggenza ed attualità, centra dei temi che vengono ancora oggi dibattuti:
-La tecnologia come mezzo di controllo della popolazione.
-La guerra come entità che nutre sé stessa e che serve a sviare l’attenzione della popolazione dai reali problemi della società.
-La propaganda martellante che fa passare per vere le menzogne più grandi e palesi.

Tutto questo in un romanzo, che travalica i confini della fiction rendendo esplicito il messaggio politico di Orwell: la sua avversione ai regimi totalitari in cui l’individuo è annullato e che sono sorretti, più che dalle armi o dalla polizia, da un male endemico in ogni gruppo sociale: l’indifferenza.

Uno dei capolavori della letteratura del ‘900.

“La passione di Artemisia” di Susan Vreeland

La storia di una “donna in carriera” ante litteram ambientata nel mondo pieno di pregiuzi del ‘600 italiano.
Artemisia è una pittrice che deve usare tutto il suo talento per emergere in una ambiente chiuso e maschilista e profondamento avverso alla donna che tenta di svincolarsi dalle semplici mansioni in cui è relegata.
Finalmente l’arte è mostrata dal punto di vista dell’artista ed è interessante notare come l’espressione artistica sia strettamente correlata con le emozioni vissute.

Il quadro storico è descritto con dovizia di particolari sia per ciò che riguarda la vita quotidana dei personaggi, sia per il background che include figure del calibro di Galileo Galilei.
La biografia stessa di Artemisia è abbastanza rispettosa della verità storica (anche se il ruolo della quasi “eroina” è ovviamente accentuato).
Di particolare interesse appare la sua relazione con il padre, Orazio Gentileschi, che pervade la storia dalle prime pagine fino alla conclusione e che risulta essere il vero filo conduttore della vicenda.

“Tsugumi” di Banana Yoshimoto

Banana Yoshimoto - Tsugumi

Prendi un gruppo di ragazzi, mettili in un paesino del Sol Levante, aggiungi un pizzico di sentimento, cattiveria, nostalgia, problemi adolescenziali.
Mescola tutto in una storia a tratti abbastanza inverosimile ed ottieni una puntata di Melrose Place ambientata in Giappone.

Un libro che fa riflettere…
o meglio, fa riflettere il fatto che sia riuscito a vendere centinaia di migliaia di copie!
Una lettura da ombrellone.
(se Rita legge questa recensione non mi rivolge più la parola).
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