Lettera aperta agli amici di “Patto per Ostra Vetere”
Cari amici di “Patto per Ostra Vetere”,
nel farVi i complimenti per il nuovo logo scelto, mi permetto di rappresentarVi qualche perplessità. Innanzitutto, l’eccessiva personalizzazione del logo. Siamo – è vero – nell’epoca dei partiti personalistici e la gran parte dei movimenti politici ha nel simbolo il nome del leader. Ma un esplicito accenno a vicende personali o ad episodi di vita vissuta non s’era mai visto.
E così quel “Boia chi molla!” rischia di non essere capito dagli elettori.
Perché inserire in un simbolo politico la vostra avversione per i gavettoni di Ferragosto? E perché apostrofare con quel “boia” un giovanotto che vuole solo divertirsi con qualche bombetta d’acqua in spiaggia?
E se per caso vi foste trovati nella traiettoria d’un innocente schizzo d’acqua, che sarà stato mai? Non siete stati ragazzi anche Voi?
Insomma, cari amici, quel “Boia chi molla!” l’ho trovato un tantino esagerato.
Capisco che lo facciate per ricordare un “passato che è nei vostri cuori” (presumo il fattaccio risalga a questo Ferragosto, tanto viva ne è la memoria), apprezzo l’assenza di spirito vendicativo verso i teppistelli (“non vi molleremo mai”).
Ma perché mettere tutto ciò sui manifesti elettorali, oltretutto precludendovi il voto d’una larga fetta di bagnanti?
Vi saluto cordialmente auspicandomi (o auspicando? Scusate, ho avuto poca dimestichezza coi verbi fin dalle elementari) che possiate migliorare il vostro stile comunicativo.
Da notare lo stile comunicativo che mette insieme il “buonismo” di una stretta di mano con il motto “cattivista”: “boia chi molla”. Chi sa poi cosa non molleranno, una scorreggia?