Ho concluso il mio precedente articolo sul crollo delle dighe di New Orleans lasciando aperto un dubbio: e’ stata colpa degli ingegneri o dei governanti?
Gaspa mi aveva fatto propendere per la seconda ipotesi. Nella sua replica aveva infatti affermato: “… sembra che alcuni centri scientifici, tra cui una vicina base della NASA (inondata anch’essa), avessero predetto tale catastrofe e richiesto già da anni degli stanziamenti per piani di messa in sicurezza degli argini.”
Tuttavia avevo ancora dei dubbi. Tali dubbi sono stati amplificati dalla lettura di un interessantissimo articolo di Leonardo Coen comparso su Repubblica il 7 settembre scorso e intitolato “Sfida alla violenza delle acque, gli Usa a lezione dall’Olanda”.
L’articolo inizia cosi’:
“Con molta umilta’ e con altrettanto imbarazzo gli ingegneri americani ammettono che sono indietro tecnologicamente sul fronte della prevenzione idraulica ed hanno ancora molto da imparare, a cominciare dalla vecchia bistrattata Europa. Parole inconsuete da queste parti. “Bisogna capitalizzare le esperienze dei paesi che sono stati capaci di contrastare efficacemente la violenza delle acque” ha dichiarato per esempio il professor George Z. Voyidis, capo della facolta’ di ingegneria civile della Louisiana State University.”
Un altro dato interessante che ho trovato nell’articolo e’ il paragone tra le altezze dei sistemi di protezione che io stesso avevo citato:
- Barriere mobili all’estuario del Tamigi: 20m sul livello del mare (quando sollevate al livello massimo)
- Argini olandesi del Piano Delta: 12m sul livello del mare
- Dighe di New Orleans: 6m sul livello del mare
Un dato che, senza essere esperti del settore, la dice lunga sull’inadeguatezza delle dighe di New Orleans.
In definitiva la dichiarazione del professor George Z. Voyidis mi fa pensare che, se anche ci fossero stati gli stanziamenti richiesti per la messa in sicurezza citati da Gaspa, questi non sarebbero probabilmente bastati a garantire una soulzione ingegneristicamente affidabile o per lo meno comparabile al livello di quelle europee.
Colpa degli ingegneri o dei governanti? Forse di entrambi.