Il sole era spietato: un calore secco ma intensissimo, la luce accecante delle pietre, in contrasto con il nero degli ortodossi impegnati nella preghiera.
Le donne a destra, confinate al margine, gli uomini a sinistra, sia fuori che all’interno della Sinagoga. Impressionante la profondità del muro, visibile interamente tramite due pozzi coperti da una lastra di cristallo.
Eterogeneo il flusso delle persone giunte li a pregare: dal bambino elegante della scuola rabbinica al militare col fucile a tracolla. Molti i turisti che li circondano, li fotografano, li filmano: sono tollerati, ma il contrasto stride con la sacralità del luogo più sacro per tutti gli ebrei.