Ci siamo ritrovati quest’oggi a Senigallia nell’accogliente casa di Ferruccio Ferroni.
Eravamo davvero tanti; vecchi amici e giovani estimatori, di ogni età, di ogni provenienza, venuti anche da altre città.
L’occasione è stata fornita dall’inaugurazione della sala per l’esposizione delle fotografie del Maestro. Una ricca raccolta che consente di percorrere i sessant’anni della vita fotografica di Ferroni con una visione complessiva dell’opera ed emozioni suggestive come le immagini di questo meraviglioso bianco e nero sanno dare.
Ferruccio Ferroni è restato sempre con gli ospiti, assieme alla moglie Lidia ed alla figlia Annalisa ed ai parenti più stretti.
Seppur provato da qualche problema di salute con cui ha dovuto rapportarsi in questi ultimi mesi, Ferroni ha accolto, salutato e conversato con gli ospiti come sempre discutendo appassionatamente le varie particolarità delle immagini, la loro genesi, tutti gli aspetti tecnici di cui è stato e resta sempre esperto profondo e minuziosamente preparato.
Ancora una volta abbiamo gustato i racconti, visitato i ricordi, vissuto il piacere di condividere e confrontare idee con un grande artista. Un uomo, Ferruccio Ferroni, che ha fatto della discrezione, della modestia, del garbo intrinseco nella parola come nelle immagini la sua regola di vita. Lui, “l’indiscusso erede di Giuseppe Cavalli”, non ha certo assorbito le spigolosità del carattere di chi gli ha fornito, come una regola religiosa, i primi rudimenti della fotografia e l’educazione estetica che hanno così profondamente segnato tutta la sua opera.
Per concludere due note ed un auspicio: una riguarda la possibilità che Ferroni, che ha avuto sempre una grande predilezione per il ritratto, possa e voglia recuperare gli inediti che conserva in archivio. La seconda che questa bella esposizione possa migliorare, alla prima occasione, gli aspetti relativi all’illuminazione che, come si sa, per gustare appieno le foto sono davvero essenziali.
L’auspicio riguarda l’occasione offerta da queste immagini: speriamo che molte persone, non solo di questa terra, possano e vogliano trovare l’occasione per conoscerle, gustarle ed ammirarle.