Geppi Rippa: il potere della non-violenza

Geppi Rippa - Quaderni Radicali - Il potere della non-violenza

Eravamo in una sala così fredda che se non fosse stato Geppi Rippa a captare tutta la nostra attenzione, ci saremmo accorti subito che eravamo al limite dell’assideramento.

Giuseppe Rippa, tutti lo chiamano “Geppi”, è uomo che comunica subito simpatia e cordialità. Giornalista, direttore di “Quaderni Radicali” e di “Nuova Agenzia Radicale”, già deputato e segretario del Partito Radicale, è dotato da madre natura di una oratoria così coinvolgente che affascina catturando tutta la nostra attenzione.

Non solo l’eloquenza però, ma la sostanza del suo dire è stata, anche stavolta, il 19 dicembre scorso ad Ancona, un’occasione di successo. Leggi tutto “Geppi Rippa: il potere della non-violenza”

Un paese che si assolve condannando

Mauro MelliniOrganizzato da Associazione Radicali Marche, l’occasione ci ha offerto una lucida, incisiva, articolata relazione dell’ottanduenne avvocato Mauro Mellini, deputato per quattro legislature nel Partito Radicale, antesignano delle fondamentali battaglie per  i diritti civili in Italia, fondatore nel 1966 e poi presidente delle LID (lega Italiana per l’istituzione del Divorzio).

Il tema della serata non poteva essere che quello della Giustizia visto che Mellini ci ha sempre offerto grandi testimonianze nella vita professionale e politica, nonché come scrittore di tanti libri e di una infinità di scritti su giornali e riviste (ora anche sul sito web giustiziagiusta.info). Leggi tutto “Un paese che si assolve condannando”

Libro giallo perchè.

stella giallaE’ giallo il colore del frontespizio del volume “La peste italiana”, ma “giallo” è soprattutto il suo contenuto. Giallo è da sempre il colore delle bandiere che segnalavano la pestilenza. Tal’è il morbo, davvero mortale, che ha già contagiato molta parte del mondo con il nazismo,il comunismo e gli altri totalitarismi e che ora si ripropone con una complessa e subdola “mutazione”. Aspetto questo che rende il fenomeno davvero molto insidioso per tanti regimi democratici. Si tratta infatti della degenerazione partitocratica e di questa situazione l’Italia ne è stata la culla in cui la malattia è cresciuta silente per ben sessant’anni. Le particolari condizioni del nostro Paese sono state un fertile terreno d’incubazione che hanno portato ad eccezionale successo del gravissimo fenomeno. Leggi tutto “Libro giallo perchè.”

Dalla parte di chi abolirà le province /2

Esistono partiti, o meglio deputati che hanno dato prova, anche nel corso dell’ultima legislatura, di fare sul serio? Sono stati promotori di credibili iniziative e/o hanno depositato proposte di legge chiare il tal senso? Lo hanno fatto soltanto i deputati socialisti (Rosa nel Pugno) Buemi e Villetti, con una eccellente proposta di legge costituzionale, la 2818 del 21 giugno 2007. Questa, di fatto solo assegnata alla competente commissione e per la quale non è mai stata iniziata la discussione, propone esplicitamente, modificando la Costituzione, una effettiva semplificazione del governo locale, attraverso l’abolizione delle province. Leggi tutto “Dalla parte di chi abolirà le province /2”

Blasfemo chi?

Quando, prima dei referendum sulla fecondazione assistita, vedemmo su un altare (laterale o meno, poco importa) della Chiesa delle Grazie di Senigallia un manifesto di propaganda per l’astensione, il parroco ci disse indispettito che era tutto regolare. Di che s’impicciano, ‘sti mangiapreti?
L’altra settimana abbiamo letto su La Voce Misena, settimanale della Curia senigalliese, una reprimenda dello stesso Padre Alberto contro i blasfemi. Lungi dall’imbarcarsi in concetti etici e in massimi ragionamenti, il Nostro non fa che indulgere in minimi slogan per tutto l’articolo, prendendosela addirittura con i bestemmiatori annidati a Radio Radicale.

Il ragionamento (si fa per dire) è questo:

1) Anche se in Italia (purtroppo) la bestemmia non è più reato, andrebbe ugualmente punita;
2) A Radio Radicale (gli hanno riferito) si bestemmia;
3) Togliamo i soldi a Radio Radicale e facciamo tacere una volta per tutte Pannella, Bonino e Capezzone!     

1) «È vero che una serie di sentenze della Cassazione e pronunciamenti della Corte costituzionale hanno svuotato di certe difese il nostro codice penale».
Siamo in attesa che la Chiesa si faccia, in quanto tale, promotrice di proposte di legge verso lo Stato italiano: non manca molto, basta dare un’occhiata al documento della Conferenza Episcopale delle Marche sul lavoro domenicale. Nel frattempo, una curiosità: qual è il codice penale di cui Padre Alberto ha nostalgia? Forse il codice Rocco?
«Bestemmiare non è lecito sia che si offenda il nome di Dio in chiave biblica o cristiana sia che si offendano altre espressioni della divinità, sia pure di modesta invenzione umana».
Condanno anch’io la bestemmia, ma lo Stato italiano l’ha depenalizzata. È un bene o un male? Siamo sempre lì, alla distinzione tra peccato e reato. In attesa che la CEI faccia reintrodurre il reato penale, un’altra curiosità: quali sarebbero le altre espressioni della divinità, sia pure di modesta invenzione umana? Forse i simboli delle altre religioni? Padre Alberto, glielo va a spiegare Lei agli ebrei e ai musulmani che il loro Dio è una modesta invenzione umana? E come la mettiamo con quegli inventori giocherelloni buddisti o induisti?   

2) Che a me risulti, a Radio Radicale non si bestemmia né più né meno di quanto si bestemmi al “Grande Fratello”. Ci sono momenti di apertura agli interventi telefonici del pubblico, senza filtri, e dunque è qui che si possono sentire volgarità.

3) Radio Radicale «usufruisce di generoso finanziamento pubblico perché trasmette in modo integrale le sedute parlamentari. OK; ma a chi interessano le sedute parlamentari? Noia infinita e dibattito scontato».
Padre Alberto, tra uno sbadiglio e l’altro, perché la CEI non propone di abolire, se non ancora le sedute parlamentari, almeno la trasmissione dei dibattiti? Le sembrerà impossibile, eppure quelle sedute noiose, quei dibattiti scontati sono l’esercizio della rappresentanza popolare, incarnano l’essenza stessa dello Stato democratico. Pensi che orrore: c’è addirittura una maggioranza e un’opposizione…!!!
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Chi un mese fa invitava all’astensione ai referendum facendo appello alla maturità del popolo italiano, adesso con aria di sufficienza snobba l’interesse di quanti vorrebbero seguire le loro istituzioni. Di grazia, Padre Alberto, quali sarebbero i canali “leciti” e non noiosi dell’informazione politica e parlamentare?

Per inciso, il generoso finanziamento pubblico a Radio Radicale per la trasmissione delle sedute parlamentari sta solo nell’immaginazione di Padre Alberto. Radio Radicale è vincitrice di un concorso pubblico (aperto a chiunque) per la fornitura delle radiocronache dei lavori parlamentari: per tale servizio le viene corrisposto il prezzo stabilito in fase di appalto.
È piuttosto la Chiesa ad usufruire di un generosissimo finanziamento pubblico da parte dello Stato, tramite l’8 per mille. E Padre Alberto non ci venga a raccontare che quello è denaro donato volontariamente da ogni contribuente con la dichiarazione dei redditi, non ci parli come il card. Ruini di democrazia fiscale. Perché lui dovrebbe sapere che la Chiesa si becca non solo quasi tutti i soldi di coloro (i due terzi dei contribuenti) che non esprimono alcuna preferenza, ma anche la metà dei soldi che vanno espressamente allo Stato. E non ci dica nemmeno che quei soldi vanno per le “opere di carità”, perché l’80% prende altre strade.
Come punizione per i blasfemi, tra il serio e il faceto Padre Alberto propone di «togliere a Radio Radicale mille euro per ogni bestemmia trasmessa. Vediamo se riescono a farsela finita», o in alternativa «di abrogare con referendum i signori Pannella, Bonino e Capezzone» (sempre che arrivi al quorum, aggiungo io…).

Sono d’accordo: togliamo a quegli sporcaccioni dei radicali il diritto di trasmettere le sedute parlamentari. Chi le vuole ascoltare vada a Roma. Le scelte – Padre Alberto concorderà – devono essere consapevoli e volontarie. Allora aboliamo anche l’8 per mille, giacché a me dà fastidio che chi non esprime preferenza sia d’ufficio buttato nel calderone di coloro che finanziano la Chiesa cattolica. E mi disturba soprattutto un sospetto, che ancora non riesco a confermare ma neppure a diradare: che il mio 8 per mille sia stato usato direttamente o indirettamente per la campagna astensionista agli scorsi referendum. 
È proprio il caso di dirlo: mai flatus vocis fu migliore investimento. Forse Padre Alberto si riferiva a se stesso.