“Senigallia NO”: la sezione del “verde”

Una consistente componente associativa degli aderenti alla neonata associazione aveva sempre mostrato spiccata sensibilità per i temi più strettamente naturalistici. Basterebbe citare l’esempio de “Il Fischietto”, una associazione di poche persone, costituita alla garibaldina alla metà degli anni ’60, per contrastare il fenomeno del degrado della spiaggia e quello, allora macroscopico, della distruzione delle dune litoranee.
Questa mostra, di cui stiamo riepilogando fatti e momenti salienti, fu chiaramente incentrata sugli aspetti più strettamente urbanistici di Senigallia. Però una intera sezione venne dedicata al “verde” e fu corredata da dodici immagini. Queste erano una selezione delle evidenze del momento e quindi non venne fatto ricorso al pur fornito archivio in materia.
Dodici immagini di alberi deturpati ed inutilmente martoriati; le fotografie di mostruose capitozzature tanto inutili ed abnormi, quanto gravi per l’ipoteca che questo tipo d’intervento barbarico pone poi sulla stabilità futura delle chiome.

La prima fotografia ha per oggetto alcuni alberi di alto fusto all’inizio della strada per S. Angelo. Questo è un luogo dove certe barbare usanze si ritrovano – seppur mitigate – nel tempo. A distanza di decenni, gli interventi sono proseguiti per opera stavolta della Provincia, essendo la strada di competenza di questo ente. La didascalia chiedeva se fossero “alberi o obelischi”.

Bivio per S. Angelo. Alberi o obelischi?
Bivio per S. Angelo. Alberi o obelischi?

La medesima situazione di quelli dell’allora Campo Boario. Qui il commento del professor Paci ironizza se questo “angolo di verde” si sia trasformato addirittura in “una foresta pietrificata”. Non a caso in quell’area verde c’era anche uno dei più noti dancing del dopoguerra: il “Dado Verde”.


Campo Boario. Potature come queste trasformano un angolo di verde in una foresta pietrificata.

Le foto denuncia non si limitano però alle macroscopiche violenze sui “piani alti”, ma scandagliano anche la base degli alberi per evidenziare come – l’esempio in questo caso è colto lungo via Verdi – ”quando non basta la forbice gli alberi vengono strangolati dall’asfalto”.

Via Verdi. Quando non basta la forbice gli alberi vengono strangolati con l'asfalto.
Via Verdi. Quando non basta la forbice gli alberi vengono strangolati con l’asfalto.

Si va dalla città alla campagna: le immagini esposte evidenziano poi come sia elevato lo stato di degrado anche delle antiche ville nobiliari, le residenze di campagna alle spalle dell’abitato. E’ riportato il caso della “Benedetta”. Sono anche documentati gli insulti del tutto gratuiti conseguenti all’abbandono allo scoperto dei sacchetti di plastica a perdere, un prodotto che già prendeva piede in quegli anni. Questi, trascinati dal vento, andavano ad intrecciarsi tra i rami delle siepi dando l’impressione di una massiccia “fioritura di plastica”. Ora qui viene appunto pubblicata una immagine che documenta quanto succedeva lungo la strada del Ferriero, a ridosso della ben nota discarica comunale.

Strada del Ferriero. Una fioritura di plastica.
Strada del Ferriero. Una fioritura di plastica.

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