Prendo spunto dalla discussione tra Andrea e Gianluigi per esporre qualche mia idea sul tema dello scontro tra religioni (o civiltà), molto attuale soprattutto dopo gli ultimi eventi di Londra.

[quote=andrea][…] perché da che mondo è mondo sono le civiltà più forti socialmente, economicamente e militarmente a tentare di sopraffare quelle deboli. Ora, dire che è in atto un tentativo di sopraffazione (leggi guerra di civiltà) ai danni della civiltà occidentale ha una parte di verità ma corrisponde ad una lettura unilaterale del fenomeno[/quote]

I conflitti tra nazioni sono stati, sono e saranno sempre causati, nella maggioranza delle occasioni, dalla religione (soprattutto dopo la fine delle altre ideologie). Chi conosce un pò di storia deve essere consapevole di questo fatto e non può sorprendersi ogni volta di ciò. Questo non toglie che l’evoluzione del genere umano sta portando a preferire la convivenza piuttosto che lo scontro frontale tra le religioni stesse.

Certo, le differenze religiose producono uno stato di "guerra fredda" che occasionalmente trova sfogo in determinati punti del globo dove la tensione è più forte per determinati motivi storici. I primi casi che mi vengono in mente sono:

• il conflitto israelo-palestinese, generato dall’immigrazione di milioni di Ebrei, in fuga dall’Europa, in un territorio superficialmente limitato e in un lasso di tempo brevissimo (diciamo dagli inizi del ‘900 fino al ’49, anno della prima guerra tra arabi ed ebrei, e che continua tuttora).

• Il conflitto tra protestanti e cattolici nell’Ulster.

• I conflitti tra cristiani e musulmani in vari paesi dell’Africa e dell’Asia.

• La guerra fredda (con escalation nucleare) tra India e Pakistan.

• Le guerre nel Caucaso (specie in Cecenia).

• il conflitto nella ex-Jugoslavia in cui si combatterono tra loro cattolici (croati), ortodossi (serbi) e musulmani (una parte dei bosniaci e molti albanesi) in una terra di confine da sempre teatro di conflitti etnico-religiosi.

Soffermandoci su questo caso: se consideriamo Bin Laden un super-terrorista (giustamente) per avere ucciso 3000 persone alle torri gemelle, che dovremmo dire di Milosevic, responsabile, direttamente o indirettamente, di eccidi come quello di Srebrenica o delle pulizie etniche verso gli albanesi (in gran parte musulmani) nel Kosovo? Ricordiamoci bene che gran parte di quelle vittime furono civili. Oppure cosa dovremmo pensare di Tudjman, che con l’avallo della Città del Vaticano (primo stato a riconoscere la sovranità della Croazia) compì anche lui i suoi bei massacri di musulmani nella zona di Mostar e fu in seguito autore di una bella pulizia etnica nei confronti dei serbi della Krajna e della Slavonia?

Possiamo affermare, quando un Tudjman stermina musulmani, che i cattolici hanno dichiarato guerra all’Islam?
Allo stesso modo, possiamo dire che cattolici e protestanti sono in guerra perchè nell’Irlanda del Nord i due gruppi si ammazzano da decenni?

In generale si può affermare, ma questa è una mia teoria, che all’aumentare dell’importanza della ragione cala l’imortanza della religione, fino a superare anche il vecchio concetto di "Darwinismo" (sociale o etnico o religioso). In fondo se gli americani usassero la legge del più forte potrebbero facilmente sterminare i musulmani o gli ortodossi o i confuciani. E questo anche senza nemmeno dover ricorrere alle armi atomiche. Pensiamo all’effetto di virus tipo Ebola, molto studiato dagli scienziati militari americani per il suo tasso di mortalità, se diffuso in città sottosviluppate e densamente abitate come Karachi o Teheran o Giacarta.

Insomma, ciò che io auspico è che la religione perda sempre più importanza a scapito della ragione nei rapporti tra gli stati.
In questo senso le dinamiche della storia sembrano darmi ragione:

• Se pensiamo alla situazione dopo la pubblicazione delle tesi di Lutero, che portarono gli stati europei a distruggersi reciprocamente per diversi secoli, possiamo notare che i rapporti tra cattolici e protestanti sono molto migliorati anche se esiste sempre l’Irlanda del Nord.
• Se pensiamo all’epoca delle crociate (XII secolo), alla battaglia di Lepanto (1571) o all’assedio turco di Vienna (1683), possiamo affermare che la situazione attuale tra cristiani e musulmani è quasi idilliaca (nonostante Bin Laden).
Lo stesso raffronto vale anche per i rapporti tra quasi tutte le altre religioni.

E’ altresì vero che se qualcuno ci attacca, "noi" abbiamo il diritto di difenderci, ma questo diritto è reciproco e vale anche contro l’Occidente.
E’ chiaro che se qualcuno invade l’Iraq (e parlo dell’Iraq, non dell’Afghanistan), gli iracheni e i loro amici avranno il diritto di difendersi nel modo che ritengono più opportuno. Essendo una guerra asimmetrica, non possiamo aspettarci che ci rispondano con le nostre stesse armi (visto che non le posseggono).

Anche il terrorismo non l’hanno inventato certo i musulmani. Mi viene in mente la figura di Guglielmo Oberdan, uno dei nostri eroi del risorgimento, che era solito piazzare ordigni esplosivi nei territori irredenti del Trentino, uccidendo magari degli ignari poliziotti croati o cechi che nulla avevano da spartire con la lotta di liberazione italiana dagli austriaci (non vi ricorda un pò Nassirya?). E non venite a parlarmi di dittatura, visto che americani ed europei (si, anche noi) hanno finanziato e sostenuto dittature altrettanto sanguinarie: mi vengono in mente Mobutu o Batista o 1000 altri, oltre agli stessi Saddam Hussein e Bin Laden.

In definitiva il mondo non è solo Bianco o solo Nero, Bene o Male, ma tutti hanno i loro scheletri nell’armadio.
La sintesi di tutto il mio ragionamento è questa: se nel rapporto tra due individui o Stati o qualunque altra aggregazione è prevalente la religione (o l’ideologia in generale) si arriva inevitabilmente allo scontro (se uno afferma di possedere la verità, è impossibile qualsiasi dialogo). Se invece prevale la ragionevolezza è possibile avere il dialogo e forse anche la convivenza pacifica.
Io almeno lo spero.