Stasera il Consiglio Comunale torna ad occuparsi delle riprese audiovisive dei lavori consiliari. Questione secondaria, dirai, visto che sarà il Comune a video-pubblicare le sedute, in diretta su Internet a partire da gennaio. Tuttavia la modifica del regolamento, oggi all’Ordine del Giorno, ha un’indubbia importanza: anche la politica locale sta ragionando sull’impatto che le nuove forme di comunicazione hanno sulle Istituzioni.
Dai dibattiti interni al Consiglio emerge la preoccupazione di sapere chi sta riprendendo le sedute in un dato momento. Si parla della necessità di una “autorizzazione” o “accreditamento” per i testimoni in aula. Mi chiedo come si possa impedire la cattura di immagini come quelle che Luca Conti ha rubato lo scorso agosto, senza possibilità di preavviso e subito pubblicate a dispetto del Regolamento.
La I Commissione ha predisposto la modifica all’art. 41 del Regolamento; dai verbali (che ci ha gentilmente fornito il consigliere Alessandro Cicconi Massi, e che trovi qui e qui), emerge che la posizione più apertamente liberale ce l’ha Daniele Corinaldesi, che molto si è speso in direzione della completa pubblicizzazione delle riunioni (“La seduta è pubblica“). Corinaldesi non fa il blogger ma il bagnino.
Curioso, invece, che l’approccio più conservativo ce l’abbia Enzo Monachesi, da poco unico rappresentante dell’Italia dei Valori a Senigallia. Così si esprime Monachesi in Commissione:
Se ciascuno ha la possibilità di vedere la seduta consiliare da casa, non vedo l’utilità di filmare direttamente da parte di chi non sia un giornalista, di chi lo faccia per professione; per lo meno, se non vogliamo arrivare al divieto, si deve conoscere chi lo fa
(Verbale I commissione consiliare, 12 novembre 2008)
Ricordiamo, però, che proprio Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, aderì all’iniziativa “Fiato sul collo“, promossa da Beppe Grillo sul suo blog per stimolare la partecipazione e il controllo sulla politica locale. Alcuni rappresentanti dei locale MeetUp Beppe Grillo si organizzavano per essere presenti in Consiglio Comunale quando Di Pietro così si esprimeva:
Ho invitato i consiglieri comunali, gli assessori, i sindaci dell’Italia dei Valori sul territorio a farsi promotori dell’iniziativa “Comuni Trasparenti” . Il diritto di informare e di essere informati è sancito dalla Costituzione. Nessuno può impedire ad un cittadino, e ai nostri eletti di filmare e far filmare sedute ed eventi pubblici quali i consigli comunali. Perfino le sedute di Camera e Senato sono in diretta streaming. Qualsiasi regolamento sancisca il contrario a livello locale è carta straccia. Chiunque utilizzi le forze dell’ordine per allontanare chi riprende sta compiendo un abuso di potere. Ho offerto nell’iniziativa assistenza legale a coloro che si vedranno negato questo diritto, vale anche per quei ragazzi di Vicenza e per altri che verranno.
Invito chiunque sia ostacolato nelle riprese di un consiglio comunale a verificare la presenza di un rappresentante IDV nel suo comune, a contattarlo e presentarsi con lui alla prossima seduta consiliare.
Invito Monachesi a “verificare la presenza di un rappresentante IDV nel suo comune“.
L’uscita di Monachesi è stata un’autentica gaffe; non vedo che senso abbia limitare le riprese nel momento in cui le si ammette in termini generali, a meno che non si voglia conoscere chi riprende per altri motivi, ad esempio per poter eventualmente, all’occorrenza, esercitare qualche “pressione” se le cose riprese si ritiene siano politicamente poco convenienti.
Ho già scritto altre volte come l’italia dei valori stia nascendo proprio male come partito, questo per le persone che lo stanno costituendo, specie a livello locale; si tratta essenzialmente di personaggi fuoriusciti da altri partiti che hanno ben capito come possa essere vantaggioso cavalcare questo cavallo finchè cammina; peccato che così al credibilità di un partito sia destinata a durare ben poco.